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Due anni e otto mesi di detenzione. E' questa la condanna nei confronti di Aleksei Navalny nell'ambito del processo Yves Rocher del 2014 per il quale il dissidente era stato ritenuto colpevole di appropriazione indebita. Un verdetto che ha scatenato le proteste dei suoi sostenitori e l'indignazione delle cancellerie occidentali. L'udienza al tribunale della città di Mosca è durata praticamente tutta la giornata, con oltre 350 fermi tra i sostenitori scesi in piazza per esprimere il loro sostegno. In aula, nel cosiddetto 'acquario', dietro uno spesso vetro, Navalny ha sferrato un duro attacco direttamente al presidente Vladimir Putin, che da sempre ritiene il mandante dell'avvelenamento che questa estate lo ha tenuto per giorni tra la vita e la morte.
Navalny è stato condannato per aver violato i termini della libertà vigilata comminatagli nel 2014, saltando i controlli nei cinque mesi in cui è stato in Germania a curarsi per le conseguenze dell'attentato con 'Novichok' di cui è stato vittima.
Nel 2017, la Corte europea per i diritti dell'Uomo aveva stabilito che la condanna dell'oppositore nel 2014, nel cosiddetto caso 'Yves Rocher', era stata "politicamente motivata". Il giudice ha accolto la richiesta del Servizio penitenziario e della procura di commutare la condizionale in detenzione effettiva, ma ha concesso una riduzione a due anni e otto mesi di carcere, tenendo conto del tempo già passato da Navalny ai domiciliari. La difesa ha annunciato che farà appello.
Per Mosca, l'avvelenamento continua a essere una "messa in scena" e l'oppositore una pedina dei servizi occidentali. Convinzione rafforzata dalla presenza in tribunale di una ventina di diplomatici europei, tra cui rappresentanti di Germania, Regno Unito e Ue. Per il Cremlino e il ministero degli Esteri, "una ingerenza" negli affari interni russi. Londra, Berlino e Washington hanno condannato il verdetto e chiesto di nuovo l'"immediata liberazione" di Navalny e dei manifestanti arrestati nei precedenti due fine settimane di proteste in tutto il Paese. Appelli subito bollati da Mosca come "dissociati dalla realtà". L'Italia, da parte sua, si è detta "costernata" e ha espresso "forte preoccupazione" pur ribadendo la necessità di un dialogo con la Russia.

Foto © Evgeny Feldman / Novaya Gazeta

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