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La famiglia chiede disperatamente che le indagini ufficiali portino a dei risultati

Ad oggi l'ex presidente paraguaiano Óscar Denis è ancora in mano ai suoi rapitori, membri dell'EPP (Esercito Paraguaiano del Popolo). I suoi familiari non hanno notizie di dove si trovi e non hanno ricevuto neppure alcuna prova di vita negli ultimi mesi. Da parte sua, il Ministero Pubblico, stando a quanto riferito alla stampa da uno degli investigatori - il magistrato Federico Delfino - non è stato possibile definire ancora se il sequestro di Óscar Denis è stato a fini politici o estorsivi, perché le circostanze potrebbero cambiare nel corso dei mesi.
Nonostante l'identificazione - come rapitori di Denis - di tre persone adulte e tre adolescenti, dei quali si presume due siano indigeni, e l'imputazione di tre di loro per terrorismo, associazione terroristica, privazione di libertà ed estorsione aggravata, e anche l’arresto nel dicembre scorso di Laura Villalba, sorella di Carmen Villalba (detenuta), ed Osvaldo Villalba (attuale leader) dell'EPP, il Commissario Nimio Cardozo ha segnalato alla stampa che la detenuta non aveva informazioni su Óscar Denis. Che non lo aveva mai visto. Quello che invece ha detto Villalba è che i familiari non avevano rispettato le condizioni poste dal gruppo criminale. Per il capo del Dipartimento Antisequestro della Polizia, Laura Villalba era quella che offriva assistenza medica all’interno dell'EPP.
Neanche le indagini della FTC (Forza di Operazione Congiunta) hanno fatto grandi passi avanti, non sanno neppure se Óscar Denis sia ancora vivo. Non hanno neppure raccolto prove o indizi su altri rapiti spariti anni fa, come l’allevatore Félix Urbieta e l’agente di polizia Edelio Morinigo.
Il Procuratore Generale dello Stato, Sandra Quiñonez, aveva assegnato le indagini sul caso ai pubblici ministeri Lorenzo Lezcano, Federico Delfino, Carlomagno Alvarenga, Marco Amarilla, Alicia Sapriza e Marcelo Pecci.
Nella conferenza stampa realizzata in data 6 gennaio 2021, una delle figlie dell'ex vicepresidente, Beatriz Denis, ha letto il seguente comunicato: "Oggi sono 4 mesi che nostro padre, Óscar Denis, è stato sequestrato. Sono 120 giorni di prigionia di un uomo che hanno privato della sua libertà, della sua pace allontanandolo anche dalla sua famiglia. È per questo motivo che pretendiamo dei risultati dal Governo nazionale. È preoccupante che fino ad oggi il governo non abbia informazioni e risultati concreti per la nostra famiglia ed anche per la famiglia di Félix Urbieta ed Edelio Morinigo. Pretendiamo almeno risposte alle nostre richieste e domande, e non un semplice silenzio come sempre. Ci dispiace che la Croce Rossa Internazionale ad oggi non sia riuscita ad entrare nel paese per collaborare, tenendo in considerazione il lavoro che realizzano nell'ambito della protezione ed assistenza umanitaria al fine di alleviare la sofferenza umana, poiché il governo paraguaiano non ha dato il suo supporto e approvazione. Non ha dato nemmeno una risposta. Constatiamo inoltre che il governo nazionale, in questi 4 mesi di sequestro, non ha fatto una campagna di comunicazione di massa attraverso il mainstream, che invece si era impegnato a fare per raccogliere informazione sui rapiti. Sottolineiamo l'appoggio ricevuto dalle autorità e membri della Chiesa Cattolica che hanno lanciato l'iniziativa pacifica di dialogo e comunicazione con la creazione del tavolo della solidarietà e dell’informazione, esortando tutti i parrocchiani a cooperare attivamente al fine di trovare e recuperare i nostri fratelli paraguaiani ingiustamente e violentemente privati della propria libertà. Auguriamoci che altre istituzioni ed organizzazioni aderiscano, affinché questa diventi veramente una causa nazionale. Ai mezzi di comunicazione chiediamo che continuino ad appoggiarci, che non ci lascino soli. Abbiamo bisogno della loro voce. Il ruolo dei mezzi di comunicazione è cruciale per riuscire a far tornare a casa tutti e tre, e per far sì che la causa diventi di interesse nazionale, affinché mai più una famiglia paraguaiana debba vivere questa situazione. In questi lunghi mesi abbiamo ricevuto l'appoggio e l’affetto di numerose persone, famiglie e organizzazioni e ci sentiamo accompagnati con i loro discorsi, le loro buone intenzioni, condividono le nostre petizioni nei social. La solidarietà dei paraguaiani è molto importante. Per favore non stancatevi. Non stancatevi mai. Potete sentirvi saturi e persino stanchi di tutto questo, ma ricordate che oggi siamo noi. Domani potreste essere voi. Grazie all'appoggio e alla solidarietà di tutti, i sequestrati ingiustamente saranno presenti nella memoria del popolo paraguaiano. Sono presenti grazie alla memoria della gente. Non ci stancheremo di rivendicare e chiedere al Presidente e alle autorità nazionali che rispettino la costituzione nazionale, garantendo la libertà, la sicurezza e la pace di tutti noi che abitiamo questo paese. Loro sono responsabili di ottenere dei risultati affinché Félix, Oscar ed Edelio ritornino alle loro case. Inizia un nuovo anno, un anno che da quello che vediamo sarà molto movimentato per la politica, per le candidature, per gli accordi e le negoziazioni. Ci auguriamo che la priorità sia attuare quanto stabilito dalla Costituzione. La priorità deve essere che realmente ci sia la libertà in Paraguay. La nostra famiglia non cederà finché non ritorneranno tutti e tre”.
La redazione di Antimafia Dos Mil ha raggiunto telefonicamente Beatriz Denis, una delle figlie dell'ex vicepresidente rapito. Con la voce rotta dal dolore, ma senza perdere lucidità, ha detto: "Proviamo un'angoscia che cresce di giorno in giorno, una tristezza, per non avere papà con noi, abbiamo fede che presto sarà con noi. Pretendiamo dal governo che ci riporti tutti e tre i sequestrati. Non vediamo risultati, non sappiamo niente di papà. Non abbiamo nessuna informazione. Stiamo chiedendo l'intervento della Croce Rossa Internazionale, ringraziamo la Chiesa Cattolica attraverso Padre Pablo Cáceres. Rimproveriamo il Governo di non aver fatto una campagna massiva di comunicazione, offrendo anche una ricompensa a chi fornisca informazioni sul sequestro. La cittadinanza non è stata raggiunta a livello informativo, in modo tale che potesse collaborare con il governo. Siamo in contatto con il governo, ma non ci sono risultati. Avevamo un programma radio, "Parlando con papà", che poi abbiamo chiamato "Parlando con Oscar" che va in onda tutti i giorni da lunedì a venerdì, nella Radio Regionale di Concepción. La gente ascolta, speriamo che anche papà lo ascolti, che in qualche modo gli arrivi il messaggio di amore e forza che cerchiamo di trasmettergli”.
"La situazione è terribile, terrificante, siamo una famiglia cristiana, abbiamo molta fede nella Vergine Maria Ausiliatrice, riceviamo molta solidarietà a livello locale e nazionale. È importante prendere coscienza che non si tratta semplicemente di un altro sequestro, ma noi dobbiamo solidarizzare affinché tutto questo finisca una volta per tutte in questo paese”.
"Con i sequestri non si rispetta quanto stabilisce la Costituzione nazionale, che garantisce che la sicurezza e la libertà siano assicurate. Non perdiamo la fede e la speranza. Quello ci mantiene uniti. Chiediamo sempre a Dio che li illumini. Chiediamo al Governo di raddoppiare gli sforzi affinché i tre rapiti ritornino alla loro casa. Fin quando saranno sotto sequestro non si può parlare di libertà in Paraguay, e neanche di democrazia”.
"Ai sequestratori chiediamo di avere cura di papà, la sua salute è in mano a loro, che rispettino la sua vita. A papà dico di avere fede in Dio, nello Spirito Santo, che non lasci la mano di Dio e di avere molta fede e forza per superare questa difficile situazione”.
Diversamente della figlia di Oscar Denis, molto commossa, con la quale abbiamo intrattenuto una piacevole conversazione nella quale ci ha ringraziato per il nostro sostegno come mezzo di comunicazione, il dialogo con uno dei pubblici ministeri titolari delle indagini sul sequestro dell'ex vicepresidente, Federico Delfino, è stato molto breve. Alla nostra domanda se ci fossero novità in relazione al sequestro, e se Denis sarebbe ancora in vita o no, ha espresso con una voce astiosa, e con una certa diffidenza: “Si sta lavorando nelle indagini sul sequestro di Oscar Denis. Ad oggi posso dire quello che è già stato riferito da differenti mezzi di comunicazione, ma non ci sono nuove informazioni o dati che possa fornirti. Non ti darò nessuna informazione”.
Da ricordare che, secondo il Rapporto della Polizia Nazionale di settembre 2020, sono già 16 i sequestri ad opera dell'EPP dal 2001, la maggior parte durante il governo di Horacio Cartes.

Foto di Copertina: Óscar Denis insieme alla sua famiglia

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