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Ancora oggi, vent'anni dopo l'inizio della sua operatività, nel centro di detenzione di Guantánamo Bay si effettuano "molte violazioni dei diritti umani ai danni dei detenuti, vittime di tortura, senza cure mediche adeguate e in assenza di un processo equo". E' la denuncia di Amnesty International che in un rapporto chiede "un urgente impegno in favore della verità". Ciò avviene mentre un nuovo presidente sta per insediarsi alla Casa Bianca. "Il nostro rapporto non riguarda solo le 40 persone ancora detenute, ma anche i crimini di diritto internazionale commessi a Guantánamo negli ultimi 19 anni e la continua mancanza di accertamento delle responsabilità. Riguarda allo stesso tempo il futuro, dato che nel 2021 saranno trascorsi 20 anni dagli attacchi dell’11 settembre e dall’inizio della ricerca di una giustizia autentica", ha dichiarato Daphne Eviatar, direttrice del programma Sicurezza e diritti umani di Amnesty International Usa.
Il rapporto descrive una serie di violazioni dei diritti umani commesse ai danni dei detenuti di Guantánamo, dove, tra le altre cose, "i trasferimenti si sono fermati e anche i detenuti per i quali è stato deciso il rilascio anni fa restano lì", spiega Amnesty. Il centro di detenzione di Guantánamo è stato aperto nel contesto della 'guerra globale al terrore', la risposta statunitense agli attacchi dell’11 settembre, con l’obiettivo di ottenere informazioni d’intelligence, "a spese delle tutele sui diritti umani" sottolinea Amnesty. "Nei confronti di persone sottratte alla supervisione giudiziaria e trattenute a Guantánamo o in centri segreti di detenzione diretti dalla Central intelligence agency (Cia), sono stati commessi crimini di diritto internazionale come torture e sparizioni forzate" e il "rapporto di Amnesty International chiede un genuino e urgente impegno in favore della verità, dell’accertamento delle responsabilità e dei rimedi giudiziari insieme al riconoscimento che la detenzione a tempo indeterminate a Guantánamo non può proseguire oltre".
"Le persone ancora detenute a Guantánamo sono inesorabilmente intrappolate a causa di multiple condotte illegali dei governi Usa: trasferimenti segreti, interrogatori in regime d’isolamento, alimentazione forzata durante gli scioperi della fame, torture, sparizioni forzate e il totale diniego del diritto a un giusto processo", ha commentato Eviatar.
Mentre era vice presidente degli Stati Uniti, nel 2009, Joe Biden disse: "Rispetteremo i diritti delle persone che vogliamo portare a processo e chiuderemo il centro di detenzione di Guantánamo Bay (…) I trattati e gli organismi internazionali che edifichiamo devono essere credibili ed efficaci". L'auspicio di Amnesty International è che oggi, non appena si insedierà come Presidente Usa, possa dare seguito alle sue parole.

Foto ritagliata. Originale © Witness Against Torture/Flickr

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