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L'avvocatessa: “Facundo continua ad essere maltrattato dal potere giudiziario”

Ieri la Corte Suprema di Santiago del Cile, composta da Osvaldo Brito, Manuel Antonio Balderrama, Andres Llanos, Antonio Barra e Diego Antonio Munita, ha nuovamente respinto la richiesta di libertà condizionata per Facundo Jones Huala. Il “Lonko” (carica politica e spirituale attribuita al giovane Mapuche), sta scontando una pena detentiva di nove anni perché accusato di aver incendiato, assieme ad un gruppo di sconosciuti, una proprietà della tenuta Pisu Pisué e per possesso illegale di armi di fabbricazione artigianale, (fatto che risale al 9 gennaio 2013) secondo la sentenza emessa dal Tribunale Penale di Valdivia, che aveva assolto tutti gli altri accusati. La sentenza a carico di Facundo Jones Huala all'epoca è stata emessa con innumerevoli irregolarità e la sua estradizione dall'Argentina è stata effettuata nonostante l’intervento dell’ONU che avvertiva che il Cile non possedeva gli standard internazionali per garantire adeguate condizioni carcerarie. Oggi una nuova sentenza impedisce a Facundo Jones Huala di poter accedere a quei diritti di cui dovrebbe godere. "Il lonko non rappresenta alcun pericolo per la società. Ha già scontato la sua condanna”, ha denunciato l'avvocatessa Karina Riquelme. “Facundo continua ad essere maltrattato dal potere giudiziario”. "Quest’anno inizia con l'ingiustizia, privando ancora una volta della sua libertà il lonko, difensore del luogo sacro Ngen Kintuante, ha aggiunto. “Quanta amarezza nel prendere atto della lontananza del Potere Giudiziario dai popoli nativi…”, ha concluso.

La solidarietà dall’Italia
“Ieri siamo rimasti veramente amareggiati quando abbiamo appreso della notizia di negazione della libertà condizionata per Facundo, anche se abbiamo sempre avuto poca fiducia nelle autorità giudiziarie cilene e argentine che ancora una volta si sono dimostrate di essere un potere giudiziario razzista, classista e corrotto”, afferma Geraldine Diaz, referente della “Rete internazionale in difesa del popolo Mapuche in Italia”. “Ieri per la seconda volta è stata negata, questa volta da parte del tribunale Supremo di Santiago del Cile, la libertà condizionata per Facundo nonostante abbia da dicembre 2019 tutti i requisiti per godere di questo beneficio”, spiega l’attivista. “Pensiamo che questa è la dimostrazione di una persecuzione politica contro la figura che rappresenta Facundo che interviene con la sua comunità in difesa del popolo Mapuche contro gli interessi economici delle multinazionali supportate dai governi. Ieri - aggiunge - non sono stati nuovamente rispettati i diritti dei popoli originari. Da qui in Italia dove mi trovo voglio ricordare che i responsabili di questa detenzione politica non è solo lo Stato cileno e argentino ma anche la multinazionale italiana Benetton in qualità di mandante che con i suoi amici nel potere giudiziario hanno permesso che Facundo venisse arrestato e imprigionato in Argentina e Cile”. “Come Rete internazionale in difesa del popolo Mapuche in Italia sosteniamo Facundo Jones Huala dal 2016, per noi è un percorso di compromesso e solidarietà. - conclude - camminiamo con lui affinché venga presto liberato”.

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