Londra. Il padre di Julian Assange spera che il presidente americano eletto Joe Biden conceda la grazia al figlio dopo il suo insediamento. Il genitore 76enne del fondatore di Wikileaks ha detto all'agenzia stampa Dpa di temere che il 4 gennaio il tribunale decida in favore dell'estradizione del figlio, dato il modo "arbitrario e malevolo" con cui è stato trattato durante le udienze. Per questo la sua speranza è che Biden decida di graziarlo. Anche Nils Melzer, rapporteur per i diritti umani dell'Onu, pensa che il destino di Assange sia nelle mani del prossimo presidente americano. Raggiunto dall'emittente tedesca Deutsche Welle, Melzer ha detto di ritenere che Assange non riceverà un processo equo a Londra, aggiungendo gli sono stati negati i suoi diritti fondamentali. Ai primi di dicembre, Melzer aveva denunciato il grave deterioramento della salute di Assange in carcere, dicendo che la sua vita era "in pericolo". Allora Melzer aveva chiesto la grazia al presidente uscente Donald Trump, che però non è arrivata. Negli Stati Uniti, il fondatore di Wikileaks rischia fino a 175 anni di carcere per la pubblicazione di materiale riservato sulle operazioni militari in Iran e Afghanistan, che ha rivelato crimini di guerra commessi dai soldati. La polizia britannica ha arrestato Assange nell'aprile 2019, dopo che per sette anni aveva trovato rifugio nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra. Assange era entrato nella sede diplomatica per sfuggire ad un mandato di cattura svedese per accuse di stupro che poi sono decadute.
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In foto: John Shipton, padre di Julian Assange © Imagoeconomica

Usa: padre Assange, 'spero nella grazia di Biden'
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