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Julian Assange è un editore e giornalista perseguitato politicamente dal governo degli USA

Questa la tesi che la difesa di Assange cerca di dimostrare nel processo in corso in Gran Bretagna, dove si deciderà sull'estradizione del giornalista, richiesta dalla giustizia degli USA dove è accusato di crimini di cospirazione e spionaggio, reati per i quali potrebbe essergli inflitta una condanna di 175 anni di carcere.
Julian Assange è il fondatore di WikiLeaks, un sito internet specializzato nell'analisi e pubblicazione di documenti e materiale ufficiale, censurati o classificati, riguardanti la guerra, lo spionaggio o la corruzione.
Nel 2010, WikiLeaks pubblicò oltre 700mila archivi classificati del Governo degli USA, legati all'invasione dell'Iraq (Iraq War Logs), all'invasione dell’Afghanistan (Afghan War Diary), ed una serie di documenti classificati del Dipartimento di Stato in comunicazione ufficiale con le Ambasciate degli Stati Uniti nel mondo (Cablegate). Questi documenti ufficiali, che includevano materiale audiovisivo, descrivevano nel dettaglio l'operatività delle truppe, il movimento di armi, lo spostamento e trattamento dei detenuti fuori dalle norme internazionali di rispetto per i diritti umani, il coordinamento dei bombardamenti, le cifre di morti civili, tra altri crimini di guerra.
I documenti diplomatici lasciano intravedere la costante pressione che gli Stati Uniti esercitano sugli altri Stati per imporre la propria agenda su temi tanto sensibili come l'invasione di altri paesi o l'imposizione dei propri interessi commerciali e finanziari. Questi dispacci diplomatici dimostrano la costante raccolta di informazione di intelligence ad opera delle ambasciate nei paesi ospiti; informazione che include profili psicologici di funzionari, impresari, attivisti ed altre personalità che abbiano un qualche legame con i loro obiettivi.
A radice di queste pubblicazioni Julian Assange iniziò ad essere perseguitato, osteggiato e vessato dalla stampa sibillina, dall'apparato giudiziario al servizio del potere politico e dal complesso militare al servizio del potere reale. Mike Pompeo, al tempo direttore della Cia durante il governo Trump, attualmente Sottosegretario degli Stati Uniti, affermò che WikiLeaks era un "servizio di intelligence non governativo", e lo catalogò come "ostile", termini che in gergo militare implicano essere considerati un obiettivo nemico. Il peso di una potenza militare contro un sito informativo.

Traiettoria legale
A Luglio del 2010, fu fermata Chelsea Manning (al secolo Bradley Manning), soldato statunitense ed agente dell’intelligence dell'Esercito che aveva filtrato informazione a WikiLeaks. Trascorse i seguenti tre anni sotto custodia cautelare, in strutture di massima sicurezza e la maggior parte del tempo in isolamento, dove soffrì costante abusi vessatori e torture. Le prime imputazioni riguardavano l’avere ottenuto e condiviso illegalmente informazione confidenziale con una persona non autorizzata. Di seguito se ne aggiunsero altre, e fu formalmente accusata di aver "collaborato col nemico", un reato che poteva implicare la pena di morte. Pena che, probabilmente per il prezzo politico, non fu presa in considerazione dal tribunale. Nel 2013, Manning fu ritenuta colpevole e condannata a 35 anni di prigione. A gennaio del 2017, prima del cambio di gestione presidenziale, Barak Obama commutò il resto della pena di Manning. Ciononostante, a marzo del 2019, Manning fu nuovamente arrestata per essersi negata a dichiarare contro Julian Assange, il che fa sospettare che la sua libertà non era stato altro che una macchinazione per colpire Assange e WikiLeaks.
Tornando al 2010, quando Manning fu fermato, i responsabili di WikiLeaks, soprattutto Assange, capirono che sarebbero stati i prossimi nella lista di obiettivi del sistema giudiziale nordamericano.
Ad agosto 2010, mentre Assange si trovava in Gran Bretagna, un tribunale della Svezia emise un mandato di cattura internazionale contro il giornalista. L'accusa riguardava presunti reati sessuali commessi contro due donne. Nella denuncia originale, le donne affermano di avere avuto relazioni sessuali consensuali, in occasioni separate, ma senza uso di profilattico. Richiedevano che Assange fosse sottoposto a degli esami alla ricerca di malattie di trasmissione sessuale. La stampa mescolò i fatti, e lo accusò di violenza sessuale.
Gli avvocati di Assange presentarono ricorso per risolvere il tema per via amministrativa, prestando dichiarazione dall’estero, temendo che se avessi messo piede in Svezia, sarebbe stato fermato e dopo estradato negli USA. Finalmente, le accuse furono ritirate nel 2019.

Asilo politico
Ad agosto 2010, dopo le denunce in Svezia, Assange fu fermato dal governo britannico. Ma fu liberato poche ore dopo su cauzione, in libertà vigilata e con braccialetto elettronico di localizzazione. Trascorse tredici mesi ospitato a casa del giornalista Vaughan Smith e, quando l’arresto sembrava imminente, chiese asilo politico nell'Ambasciata dell'Ecuador a Londra. Questo fatto motiverà una nuova denuncia da parte del governo britannico considerandolo un atto di ribellione. Nell'Ambasciata, Assange trascorrerà i seguenti sette anni privato della sua libertà.
Da questo confinamento, Julián Assange continuerà con il suo attivismo giornalistico, rivelando e denunciando costantemente le manovre nascoste del potere. Da WikiLeaks faranno conoscere l'impalcatura politica di negoziazioni e pressioni all’interno del Partito Democratico degli Stati Uniti per imporre la candidatura di Hillary Clinton nel 2016. Filtrazioni che generarono nuove inimicizie contro il sito.
A maggio del 2017, la situazione di Assange diventerà fragile. Il cambio di governo in Ecuador sarà per il giornalista una sentenza. Lenin Moreno, attuale presidente del paese tropicale e braccio destro dell'ex presidente Rafael Correa, prontamente rindirizzò la politica regionalista che portava avanti l'Ecuador, e sottomesse nuovamente il paese alla dipendenza statunitense ed al colonialismo. Praticamente, Lenin Bruno consegnò Assange.
Dopo una campagna di diffamazione, lo privò della cittadinanza ecuadoriana che gli era stata concessa ed annullò la sua condizione di rifugiato politico. Questo gesto fu condannato fortemente da Rafael Correa che dichiarò: “Lenin Bruno è il traditore più grande della storia ecuadoriana e latinoamericana”.
L’11 aprile del 2019, la polizia britannica entrò nell'Ambasciata dell'Ecuador, con permesso del governo di Lenin Bruno, e procedete all'arresto e detenzione di Julian Assange. Quel giorno il mondo fu testimone del deterioramento fisico del giornalista. Le condizioni disumane che il governo di Lenin Bruno inflisse a colui che era il suo rifugiato politico sono profondamente criticabili.
I diritti basilari umani di Julian Assange sono costantemente violati. Il sistema giudiziale della Gran Bretagna imprigionò Assange per aver infranto le condizioni di libertà condizionale imposte nel 2010. Da allora sta scontando una condanna nella prigione di Belmarsh, una struttura di alta sicurezza dove sono detenuti terroristi ed altri criminali violenti.
Il prossimo 4 gennaio la giustizia del Regno Unito deciderà sull'estradizione di Julian Assange, il quale è richiesto dagli Stati Uniti.
Mentre Julian Assange è da dieci anni privato della sua libertà, nessuna persona degli Stati Uniti, civile o militare, è stata mai processata per i delitti di guerra commessi nel video "Collateral Murder" ("Assassinio Colaterale"). Il sistema mediatico-giudiziale deviato perseguita chi ha denunciato crimini di guerra, mentre si rifiuta di condannare i veri autori di questi crimini, avendo tutte le prove a disposizione; l'impunità dell'impero.
La libertà di stampa e la libertà di espressione sono a rischio.
Giornalisti, attivisti e difensori della legge dobbiamo unirci in un appello mondiale per la libertà di Assange che significherebbe un primo passo per condannare i crimini di guerra degli Stati Uniti.
Questa volta, gli innocenti non saranno sacrificati in silenzio. Questa volta l'agnello non deve morire.

Foto © New Media Days

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