Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Ricorre oggi l'anniversario della nascita di Thomas Sankara. Un rivoluzionario, prima ancora che Presidente del Burkina Faso dal 1983 al 1987. Un Paese che si colloca nell'Africa Occidentale, immediatamente sotto il deserto del Sahara, conosciuto come Alto Volta.
Proprio Sankara si spese in prima persona per cambiare quel vecchio nome coloniale con uno che veramente rispecchiasse il suo il suo popolo.

Il percorso
Sankara nacque a Yako il 21 dicembre 1949, in una famiglia cattolica di etnia Silmi-Mossi.
Un “sovversivo” già in giovane età. Aveva solo 10 anni quando fece andare in galera suo padre dopo essersi ribellato ad un'ingiustizia commessa a scuola.
Al tempo l'Alto Volta, colonizzato dai francesi, se veniva commesso un crimine prevedeva la punizione anche per i membri della famiglia di provenienza.
Quell'essere ribelle, però, non gli impediva di essere tra gli alunni migliori.
Nonostante i genitori lo incoraggiassero a farsi prete, scelse la carriera militare, che era comunque il massimo che una famiglia potesse desiderare, in un Paese poverissimo.
Si trasferì quindi in Madagascar, all'età di 19 anni, dove ricevette una formazione da ufficiale dell'esercito.
Nel 1972 Sankara tornò nello Stato dell'Alto Volta, e prese parte ad una guerriglia che si tenne al confine con il Mali.
Nel 1976 il giovane Thomas divenne Comandante del centro di addestramento dell'esercito a Pô. Proprio durante questo periodo fondò, insieme ad altri suoi colleghi, tra cui Blaise Compaoré, la Regroupement des Officiers Communiste (ROC), ovvero “Gruppo degli Ufficiali Comunisti”.
Nel 1982 però si dimise, poiché era in disaccordo con il regime, che secondo lui era troppo lontano delle esigenze della popolazione.
Nello stesso anno Sankara prese parte ad un colpo di Stato, che portò Jean-Baptiste Ouedraogo al potere. In seguito a questo evento, Thomas venne destituito dall'incarico di Primo Ministro datogli da Ouédraogo, finendo anche agli arresti domiciliari.
Sicuramente Sankara può dirsi diverso dalle altre figure di Governo, compreso il Presidente Ouédraogo, in quanto conduceva uno stile di vita differente.

Da Alto Volta a Burkina Faso
A 34 anni divenne presidente dell'Alto Volta, uno dei Paesi più poveri del mondo. Il nome al Paese era stato dato alla conferenza di Berlino, quando le potenze Europee si spartirono il continente africano e l'Alto Volta fu “assegnato” ai francesi.
Il cambio del nome, per volere del neopresidente Thomas Sankara, fu sancito nel 1984.
“L'unica cosa che quel nome ci ricordava era il nostro passato da colonia - disse allora - Invece Burkina Faso appartiene alle nostre tradizioni, e ha un significato preciso nella nostra lingua”. Burkina Faso, infatti, significa letteralmente “La patria degli uomini integri”.
Nell'ottobre 1984, parlando all'Onu, all'assemblea annuale, Sankara parlò del suo paese in un discorso memorabile già nella sua introduzione: “Vi porto i saluti fraterni di un paese di 274.000 chilometri quadrati in cui sette milioni di bambini, donne e uomini si rifiutano di morire di ignoranza, di fame e di sete, non riuscendo più a vivere nonostante abbiano alle spalle un quarto di secolo di esistenza come stato sovrano rappresentato alle Nazioni Unite. Sono davanti a voi in nome di un popolo che ha deciso, sul suolo dei propri antenati, di affermare, d’ora in avanti, se stesso e farsi carico della propria storia - negli aspetti positivi quanto in quelli negativi - senza la minima esitazione”.

La “patria degli uomini integri”
Il giovane Presidente aveva capito quali sporchi interessi si celassero dietro la “politica degli aiuti”. Gli sporchi affari neoliberisti, proposti dai circoli finanziari e da organizzazioni come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, avevano portato tanti Paesi alla perdita di autosufficienza e sovranità alimentare.
La perdita di autosufficienza e la sovranità alimentare venivano sostituite da forme di aiuto in caso di necessità. Questo, secondo Sankara, era un grande imbroglio: “Chi ti regala da mangiare poi ti impone la sua volontà e i suoi interessi”.
Bisognava quindi produrre di più, e questo era possibile.
In pochi anni il Burkina Faso moltiplicò la sua produzione alimentare, recuperando gran parte della sua sovranità, e con essa tanta libertà.
Non solo. Grazie a Sankara, il Burkina Faso rinacque.
Anche grazie a scelte controtendenza.
Il giovane Presidente abolì le lussuose auto presidenziali, sostituendole con delle economiche Renault 5. Con il risparmio, finanziò una campagna di vaccinazione per la popolazione, che la salvò dalla meningite, dalla polio e dalla rosolia.
Il tasso di alfabetizzazione si alzò notevolmente. L'istruzione era fondamentale per l'evoluzione del popolo e del Paese.
Si costruirono case, scuole, ospedali, ferrovie, e si garantirono due pasti e 5 litri d'acqua al giorno a tutti.
Per il Presidente burkinabè, inoltre, di fondamentale importanza era la lotta contro la desertificazione, una delle battaglie principali contro l'imperialismo. Il potere sfruttava, e tutt'ora sfrutta, anche l'ambiente, non solo le persone, causando danni irreparabili.
Da ricordare anche la chiusura dei night club, luoghi in cui era presente la prostituzione, anche di minorenni, e dove si incontravano tra di loro uomini benestanti, ricchi. Inoltre in questi posti, una bottiglietta di Coca Cola veniva costare, nel migliore dei casi, come uno stipendio di un burkinabè, e nel peggiore, come uno stipendio semestrale di un burkinabè. Sankara promosse i luoghi in cui si poteva ballare alla luce del giorno, dove ogni cittadino poteva divertirsi, e dove i prezzi erano accessibili a tutti.

La lotta al maschilismo
Sankara amò molto le donne, le considerava “l'altra metà del cielo”.
Soprattutto in Africa, però, la popolazione femminile era davvero bistrattata, perché le società, specialmente nei paesi africani, erano molto maschiliste.
La situazione cambiò. Le donne divennero protagoniste, e assunsero, per merito, ruoli di potere vero. Nel suo Governo ci furono delle donne ministro, tra le prime volte in Africa. Le donne furono il motore del cambiamento burkinabè, un cambiamento in tutti i campi.
Diceva Sankara sulla situazione delle donne: “Parliamoci chiaro, questa è una cosa importantissima. Bisogna liberarsi dal retaggio feudale, da quella cultura medievale che ci ha insegnato a considerare l'uomo sempre al di sopra della donna. Faccio un esempio. A scuola quando una giovane donna rimane incinta, viene espulsa, la escludono socialmente. Nessuno si domanda se quello con cui lei è rimasta incinta sia anche lui nella stessa classe scolastica. E anche se lo fosse, il ragazzo non verrebbe espulso, resterebbe lì, e potrebbe anche mettere incinte altre ragazze e avere figli fino al diploma. Ma la ragazza, anche se ad un giorno dal conseguimento del diploma, se aspetta un bambino viene espulsa.” “Dobbiamo dare ad ogni donna i mezzi per realizzare una vita onesta e dignitosa”.

Il pensiero di Sankara sulle armi e sull'essere soldato

Anche sulle armi e sull'essere soldato Thomas Sankara aveva idee molto chiare: “Quando sei in possesso di un'arma che può provocare tanta distruzione e morte, quando ricevendo degli ordini ti metti sull'attenti davanti a una bandiera senza però sapere chi sono le persone che beneficiano di quegli ordini e di quelle armi che hai in pugno finisci per diventare un potenziale criminale che aspetta solo di premere il grilletto e seminare terrore intorno a lui. Quanti militari sono in giro in diversi paesi, o in diversi campi di battaglia, spargendo desolazione e morte senza capire che stanno combattendo altri uomini e altre donne che lottano per gli stessi ideali? E questo solo perché non ne hanno coscienza. Quanti figli di lavoratori vedono i loro padri scioperare contro dei governi ingiusti, e solo perché indossano una divisa accettano di combattere per dei leader ingiusti? Quindi lo dico chiaro. Senza una formazione e una preparazione politica, un soldato è un potenziale criminale”.

L'importanza di Thomas Sankara oggi
“Lo schiavo che non organizza la propria ribellione non merita compassione per la sua sorte. Questo schiavo è responsabile della sua sfortuna se nutre qualche illusione quando il padrone gli promette libertà. La libertà può essere conquistata solo con la lotta”.
Thomas Sankara ci ha insegnato che il cambiamento è possibile.
Tutti noi, se vogliamo il cambiamento, dobbiamo essere forti e speranzosi, e impegnarci al massimo. La storia non da testimonianze solo di guerre e stermini.
La storia è testimone di personaggi come Thomas Sankara. Figure che non si sono arrese spinte dal desiderio di dare dignità al Proprio Paese e al proprio popolo.
Nelson Mandela, Stephen Biko, Martin Luther King, Rosa Parks, Malcolm X, Gandhi, fino ad arrivare ai tanti martiri del nostro Paese, (pensiamo a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di cui troppe volte ci dimentichiamo non ringraziandoli mai abbastanza per quello che hanno fatto) hanno proprio questo spirito in Comune. E da loro si può prendere esempio per porre in atto un cambiamento pacifico e colmo di giustizia.

Foto © Dubdem • Música • Design • Sound System/Flickr

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos