Non ci sono feriti. Evo Morales: “Piccoli gruppi cercano di generare un clima di confusione e violenza”
Sconosciuti avrebbero lanciato ieri un candelotto di dinamite di fronte alla sede del partito Mas (Movimento al Socialismo) a La Paz, Bolivia. La denuncia viene dal portavoce del partito Sebastian Michel che ha affermato che in quel momento era in corso una riunione a cui partecipava il presidente eletto, Luis Arce. Confermando l'accaduto alla tv Red Uno, Michel ha assicurato che Arce non ha subito danni fisici, ma ha aggiunto che "siamo molto preoccupati per le cose che accadono", in allusione anche alle manifestazioni, blocchi stradali e proteste in corso nella provincia orientale di Santa Cruz che cercano di rimettere in discussione la vittoria del Mas nelle elezioni del 18 ottobre. Il portavoce ha sottolineato che nonostante la gravità dell'accaduto, "non abbiamo visto dichiarazioni del ministro dell'Interno Arturo Murillo, e per questo sentiamo che siamo abbandonati a noi stessi, senza alcuna protezione, e che nessuno ci dà la garanzia necessaria per la sicurezza delle nostre autorità elette". Via Twitter, l'attentato è stato stigmatizzato dall'ex presidente Evo Morales che si accinge a rientrare in Bolivia dall'Argentina dopo un anno di esilio il 9 novembre. "Condanniamo l'attentato contro la nostra sede del Mas a La Paz", ha scritto, sostenendo che "piccoli gruppi cercano di generare un clima di confusione e violenza, ma non riusciranno nel loro intento". "Per quanto ci riguarda", ha concluso, "non cadremo in alcuna provocazione. La nostra rivoluzione è pacifica e democratica”.
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