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Incisivo rapporto mondiale di Freedom House

L'organizzazione mondiale Freedom House, (Casa della libertà), ha pubblicato il suo rapporto annuale sul Paraguay: La democrazia del Paraguay è dominata dal conservatore Partido Colorado. La corruzione sta diminuendo ma rimane diffusa, mentre il crimine organizzato e la distruzione dell'ecosistema compromettono i diritti delle popolazioni rurali ed indigene. La povertà e la discriminazione di genere limitano in particolare i diritti delle donne e dei bambini. La relazione osserva inoltre, con disappunto, che la Giustizia non sia indipendente e contesta le violazioni dei diritti umani.
Il quotidiano Última Hora di Asunción riferisce che l'organizzazione Freedom House, con sede a Washington, (USA), ha pubblicato il suo rapporto annuale sui diritti politici e le libertà civili, documento che ritiene il Potere Giudiziale del Paraguay solo "nominalmente indipendente", sottolineando che "i riciclatori di denaro, i narcotrafficanti e i politici corrotti hanno infiltrato le autorità giudiziarie locali”.
Il rapporto indica anche che "le garanzie costituzionali di un giusto processo nel nostro paese, non si rispettano, in gran parte a causa della corruzione che permea il sistema giudiziario”.
"Le persone che hanno una qualche influenza o accesso al denaro possono ottenere un trattamento di favore nel sistema giudiziario"; il Paraguay occupa il 65º posto su 100, un numero che lo colloca tra i paesi parzialmente liberi.
Tra i quesiti e relative risposte che figurano nel documento troviamo ad esempio se il capo del governo paraguaiano è liberamente eletto e se i rappresentanti legislativi nazionali determinano le politiche del governo: "Sebbene i funzionari eletti determinano la politica del governo, spesso il crimine organizzato e la corruzione influiscono o ostacolano il potere decisionale e la sua applicazione. Nel 2018, Cartes ha cercato di estendere la sua influenza politica oltre il suo mandato presidenziale, ma il Senato lo ha bloccato. La Corte Suprema a inizio anno ha stabilito in maniera controversa che Cartes poteva candidarsi al Senato con pieno diritto di voto. I critichi asserivano che ciò violava la costituzione che stabilisce che gli ex presidenti diventano senatori a vita, ma non hanno diritto di voto e possono solo partecipare ai dibattiti. Cartes ha conquistato un seggio al Senato alle elezioni di aprile, ma a giugno il Senato ha bloccato la sua decisione di lasciare la presidenza prima del tempo per occupare il suo seggio; questo gli ha impedito di prestare giuramento, poiché la Costituzione non consente che il presidente svolga contemporaneamente funzioni come senatore. Cartes ha, con riluttanza, ritirato le sue dimissioni".
"Nel luglio 2019 è scoppiato un grande scandalo quando sono emerse prove che un avvocato, che sosteneva di rappresentare il vicepresidente, aveva negoziato in privato con funzionari brasiliani per la gestione dell'energia prodotta dalla diga di Itaipú. Ciò ha alimentato i timori che la rinegoziazione dell’accordo per la gestione condivisa della centrale, che scadrà nel 2023, non sarà determinata da funzionari eletti, ma bensì da interessi privati.
Al culmine dello scandalo, ad agosto, una fazione del partito Colorado al Congresso, leale a Cartes, si è impegnata negli sforzi per accusare di impeachment Abdo Benítez, solo per opporsi dopo negoziazioni sottobanco. Poco dopo, il presidente ha nominato un alleato vicino a Cartes alla guida dell'importante Ministero dell’Agricoltura, nonostante le critiche per la sua presunta mancanza di qualifiche. L'episodio suggerisce che l'ex presidente detiene ancora una considerevole influenza sulla politica e sulle nomine del governo”.
Riguardo la solidità e l'efficacia delle misure contro la corruzione ufficiale: "La corruzione è un problema serio e le leggi anti-corruzione adottate non sono applicate correttamente. Spesso i casi rimangono per anni nei tribunali senza soluzione, e molti reati rimangono impuniti a causa dell’influenza politica nel potere giudiziario. Manifestazioni di massa contro la corruzione sono esplose a metà del 2018, e diversi funzionari di ogni partito e schieramento si sono dimessi, sono stati indagati e successivamente processati. Il governo di Abdo Benítez ha adottato una linea un po’ più rigida contro la corruzione rispetto ai suoi predecessori. Infatti, dopo lo scandalo Itaipù, il presidente fece destituire vari funzionari, tra cui il Ministro degli Esteri, l'ambasciatore in Brasile, il direttore paraguaiano di Itaipú e il direttore della Segreteria di Prevenzione Riciclaggio di Denaro, (SEPRELAD). A ottobre, a seguito delle accuse di appropriazione indebita, il presidente sostituì il Ministro dell'Interno”.
Per quanto riguarda le libertà civili, (libertà di espressione), il rapporto afferma: "Le libertà costituzionali di espressione e di stampa non sono uniformi. La pressione diretta contro i giornalisti, con minacce da parte di gruppi criminali e autorità corrotte, incoraggia l'autocensura e occasionalmente si verificano violenti attacchi contro i giornalisti. Nel luglio 2019, due giornalisti sono stati feriti da proiettili di gomma sparati dalla polizia durante una protesta ad Asuncion, che ha provocato sdegno dei gruppi per la libertà di stampa”.
In quanto ai diritti di associazione e organizzazione, il dossier internazionale riferisce: “Manifestazioni e proteste sono comuni ma a volte vengono soffocate. Le proteste periodiche contro la corruzione nel 2019 si sono svolte senza interferenze, principalmente a seguito dello scandalo scoppiato a luglio e agosto che ha coinvolto la diga di Itaipú. Le proteste hanno portato alle dimissioni e al licenziamento di diversi alti funzionari”.
Per quanto riguarda la questione se vi sia libertà per i sindacati e organizzazioni professionali o lavorative similari, segnala: "La burocrazia di registro dei sindacati è particolarmente macchinosa e gli impiegati spesso non sono tutelati dalle ritorsioni da parte dei datori di lavoro. Tuttavia, l'attivismo sindacale nel 2019 è stato consistente".
In quanto allo Stato di Diritto: "Le garanzie costituzionali di un giusto processo non vengono soddisfatte, in gran parte a causa della corruzione che permea il sistema giudiziario. Le persone influenti o con accesso al denaro possono spesso ottenere un trattamento favorevole. Non si è mai indagato in modo esaustivo nei casi come l'assassinio nel 2012 di sei poliziotti e 11 contadini in Curuguaty".
Riguardo la tutela contro l'uso illegittimo della forza fisica in caso di rivolte, la risposta è stata la seguente: “Il Paraguay è uno dei paesi più sicuri della regione. Tuttavia, l'Esercito Popolare Paraguaiano, (EPP), un gruppo di guerriglia, è ancora attivo nel nordest. La guerra tra bande si svolge prevalentemente lungo il confine brasiliano, ma si sta diffondendo. Ci sono ancora detenzioni illegali e torture da parte della polizia. Nelle carceri, il sovraffollamento e le cattive condizioni sanitarie sono problemi gravi."
Il rapporto solleva ancora un interrogativo: è garantito il principio che la legge è uguale per tutti?
I popoli indigeni soffrono la discriminazione e non hanno accesso ad un’adeguata assistenza medica. La deforestazion dilagante, gli incendi forestali provocati dall'uomo e gli sgomberi forzati minacciano gli ultimi gruppi indigeni ayoreo in isolamento volontario e gli insediamenti indigeni Guaranì”.
Riguardo l'autonomia personale e i diritti individuali: "Sebbene ci siano poche restrizioni formali sull'attività imprenditoriale privata e i diritti di proprietà, le dispute per la terra, spesso legate alla storica appropriazione indebita di terreni pubblici e il rispetto dei diritti territoriali indigeni, continuano ad essere un problema. L'EPP ha minacciato, rapito e intimorito gli allevatori nelle zone in cui è presente”.
"Nel luglio 2019, Amnesty International ha continuato a denunciare le minacce di ulteriori violenti sgomberi contro comunità contadine e indigene. Una protesta durata sei mesi si è conclusa ad Asunción nell'aprile 2019, dove i membri indigeni della comunità Tacuara'i delpopolo Ava Guaraní Chiripá si erano accampati dopo essere stati cacciati via violentemente da uno degli ultimi territori ancestrali rimasti nell'est del paese”.
Freedom House "è un'organizzazione statunitense fondata nel 1941, dedita al sostegno e alla difesa della democrazia in tutto il mondo. Dal 1973 redige una relazione che usa i metodi di analisi delle scienze sociali per valutare il livello di libertà di ogni paese, con un punteggio numerico che classifica come Libero, Parzialmente Libero o non Libero. La relazione è nota come Freedom in the World (Libertà nel mondo)".

*Foto di Copertina: www.diarioultimahora.com / Il Senatore Javier Zacarías Irún è un potente politico rimasto impunito per diversi illeciti a suo carico.

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