Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
A seguito dell'enorme esplosione che ha devastato Beirut, e dopo le violente proteste popolari contro la corruzione e l'inadeguatezza della classe politica, il governo sotto pressione perde due membri nel giro di poche ore. Dapprima la ministra dell'Informazione, Manal Abdel-Samad, ha annunciato le dimissioni, "nel rispetto dei martiri" e "in risposta alla volontà pubblica di cambiamento". Poi è stata la volta del responsabile del dicastero dell'Ambiente, Damianos Kattar. "Di fronte all'enorme catastrofe (...) e un regime sterile che ha perso molte opportunità, (..), ho deciso di dimettermi dal governo", ha annunciato Kattar in un comunicato come ha riportato l'emittente LBCI. "In questo momento di dolore che unisce i libanesi, vedo speranza nella capacità dei nostri giovani di portare avanti un nuovo Libano che risponda alle loro aspirazioni e ai loro sogni".
Secondo l'emittente MTV Lebanon News, Kattar ha comunicato al premier, Hassan Diab, di aver perso anche amici di famiglia nella terrificante esplosione di martedì e che non aveva più senso continuare a mantenere le sue responsabilità.
Intanto anche ieri ci sono stati degli scontri in città dove i manifestanti tentano di raggiungere il Parlamento ma sono stati bloccati dalla polizia. I manifestanti hanno lanciato pietre contro gli agenti, che hanno risposto con proiettili di gomma e gas lacrimogeni.
Intanto nel luogo dell'esplosione si prosegue a scavare, ma la speranza di trovare sopravvissuti è scemata.
Il governo ha promesso un'indagine sul disastro, ma la fiducia è ai minimi. Sia la popolazione sia vari attori internazionali, tra cui Onu e Ue, hanno chiesto che l'inchiesta sia indipendente. Dalle autorità di Beirut, per il momento, è arrivato un secco no.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos