di Alejandro Díaz
La frenesia delle città rispecchia appieno il sistema capitalista, con il penetrante e costante rumore di macchine che ci ricorda costantemente che il tempo è denaro. La difficoltà dei poveri nel sopravvivere e la leggerezza di chi vive nello spreco come se niente fosse. Questo modello di consumo sfrenato è stato costretto a rallentare a causa di qualcosa di così piccolo, che appartiene più al mondo sottile che al mondo materiale. Un virus, o un anticorpo a seconda da quale lato lo si guardi.
La terra respira, e in questo contesto la convocazione alla quale abbiamo aderito lo scorso venerdì 5 giugno, sul piazzale della sede del Municipio di Montevideo è più appropriata che mai. Proprio lì, un gruppo di attivisti organizzati e auto convocati, giovani entusiasti e i "vecchi" di sempre, si sono radunati per la "Giornata Mondiale dell’Ambiente". Organizzazioni come: Assemblea per l'Acqua del Fiume Santa Lucía, Clan Chonik, Associazione No al Tren UPM, Commissione per la Terra e l'Acqua del CEIPA, Commissione contro Monsanto e l'Agrobusiness, Coordinazione Nazionale contro UPM e Our Voice.
“Siamo qui oggi perché la difesa della terra, dell'acqua e della vita è urgente, perchè hanno colpito profondamente le basi materiali che la sostentano", cita il proclama presentato dai gruppi manifestanti. E ancora: "Il modello agroindustriale prevalente e la bramosia di guadagni illimitati di pochi ci hanno messo in questa situazione".
Il contributo artistico è stato affidato ai giovani del Movimento Our Voice che hanno intonato un repertorio di canzoni dalla forte denuncia: @tatianainsanaa, @juancorrecaminos e @soygiobrow, (i loro profili Instagram), hanno presentato i brani "Realidad", "Uruguay" e "Fuego en Casa". Il videoclip di quest'ultimo è stato presentato in anteprima mondiale proprio lo stesso giorno, ed è un umile omaggio alla memoria di Fabián Tomasi, uno dei simboli della lotta contro l'agrobusiness, morto in Argentina a causa delle devastazioni causate dall’uso di veleni nel sistema produttivo. Il motivo comincia così:
C'è paura, la paura che insegna,
che paura i cianobatteri,
hanno ucciso il pesce, il cibo del gatto,
deve essere per l'uso del glisofato.
Ha ucciso la vita e la Madre Terra,
ha ucciso la gente, Monsanto questo è Guerra!
Parole forti, unite alle denunce fatte da Diego Grachot, coordinatore del Movimento Our Voice in Uruguay che ha evidenziato le complicità "… Dei cosiddetti di Destra, e dei cosiddetti Progressisti", nel promuovere il modello dell’estrattivismo che altera non solo gli ecosistemi, ma anche i sistemi politici, il modo di relazionarci e di rapportarci. Una delle principali fonti di contaminazione e di corruzione è lo stabilimento di cellulosa UPM, situato nella località di Fray Bentos, Uruguay. Anche lì i giovani di Our Voice erano presenti per unirsi all’appello mondiale.
“L'inquinamento prodotto dal modello forestale e dall'industria agroalimentare è ampiamente dimostrato. Non sarà il potere politico a proteggere i nostri interessi sociali ed ecologici. La connivenza tra gli interessi economici e lo Stato è stata evidente negli oltre trent'anni da quando è stata approvata la legge forestale fino ad oggi" ha denunciato il Coordinamento contro Monsanto e l'agroindustria.
Una giornata di lotta, arte e protesta. Una giornata di Cultura. “Fuori Monsanto dall'America Latina”.
Foto di Copertina: Leandro Gómez, di Our Voice