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di Karim El Sadi
Il grande linguista statunitense spiega la sua idea sulle concause della crisi sanitaria globale

Uno dei motivi per cui il mondo si è trovato così impreparato ad affrontare l'epidemia? “Il capitalismo neo liberista”.
Parola di Noam Chomsky, celebre linguista e filosofo statunitense. Secondo l’intellettuale americano, intervistato dall’edizione spagnola di Efe, “dopo quello che successe in seguito all’epidemia della SARS nel 2003 gli scienziati sapevano che sarebbero arrivate altre pandemie, forse del tipo del coronavirus. In quel momento sarebbe stato possibile prepararsi e trattarlo come si fa con l’influenza, ma non è stato fatto perché i mercati dicono che non ci sono benefici nel prepararsi a una catastrofe dietro l’angolo”. Ecco perché, sostiene Chomsky, se non si capisce questo concetto e non si interviene contro la negligenza e l’arroganza dei governi così detti neo liberali che rispondono esclusivamente alle logiche dei mercati, “la prossima volta che ci succederà qualcosa di simile andrà ancora peggio”. L’esempio di tutto ciò sono gli Stati Uniti d'America che, afferma Chomsky, “hanno gestito la pandemia in modo surreale” già a partire da febbraio, cioè il periodo in cui sono stati registrati i primi contagi. Tutta l'amministrazione Trump, e il presidente stesso sono colpevoli, a detta del linguista, di questa pessima gestione dell'emergenza. "Proprio a febbraio - spiega - Trump ha presentato dei bilanci che vale la pena di analizzare. Tagli al Centro di Prevenzione e Controllo delle Malattie e in altri campi relazionati con la sanità. Tagli nel bel mezzo di una pandemia, aumentando invece il finanziamento alle industrie di energia fossile, alle spese militari, al famoso muro… Tutto ciò la dice lunga sull’indole dei buffoni psicopatici che guidano il governo e che sono la causa del malessere del paese". Sempre rispondendo a una domanda sul governo di Washington e in particolare su Donald Trump, Chomsky dichiara che questi è "capace di reggere con una mano uno striscione con su scritto “Vi amo, sono il vostro salvatore, abbiate fiducia in me perché lavoro giorno e notte per voi” e con l’altra mano pugnalarti alle spalle. È questo il modo con cui si rivolge ai suoi elettori, che lo adorano indipendentemente da ciò che fa. E viene aiutato dal fenomeno mediatico costituito da Fox News, Rush Limbaugh, Breitbart… ossia gli unici media che guardano i repubblicani.
Se un giorno Trump dice “è solo un’influenza, dimenticatela” - aggiunge Chomsky - loro lo confermeranno, diranno che è solo un’influenza e che bisogna dimenticarsene. Se il giorno dopo dice che è una pandemia terribile e che è stato il primo a rendersene conto, lo grideranno tutti insieme e diranno che è la persona migliore della storia. Allo stesso modo, lui guarda Fox News ogni mattina e decide cosa gli conviene dire. È una cosa impressionante. Rupert Murdoch, Limbaugh e gli psicopatici della Casa Bianca stanno portando il paese alla rovina".

Il resto del mondo
Nel corso dell'intervista Noam Chomsky ha parlato anche di come gli altri Paesi stanno rispondendo all'emergenza sanitaria.
"Quello che sta accadendo a livello internazionale è piuttosto scioccante. - dice il filosofo statunitense - C’è questa cosa che chiamano Unione Europea. Sentiamo la parola ‘unione’. Ok, guardate la Germania, che sta gestendo molto bene la crisi… In Italia la crisi è acuta… Stanno ricevendo aiuto dalla Germania? Fortunatamente ricevono aiuto, ma da una “superpotenza” come Cuba, che invia medici. O dalla Cina, che sta inviando materiale e aiuti. Ma non ricevono assistenza dai paesi ricchi dell’Unione Europea. Questo la dice lunga…".

coronavirus us army

L'unica nazione che invece ha dimostrato un "autentico internazionalismo”, sottolinea Chomsky, è Cuba. La quale, "sottoposta da sempre allo strangolamento economico degli Stati Uniti, per qualche miracolo è riuscita a sopravvivere per continuare a mostrare al mondo cos’è l’internazionalismo. Lo stesso però non si può dire negli Stati Uniti, perché quello che si deve fare è incolpare i cubani per le violazioni dei diritti umani. - dice con tono ironico Chomsky - In realtà le peggiori violazioni dei diritti umani si verificano nel sud-est di Cuba, in un luogo chiamato Guantánamo, che gli Stati Uniti si sono presi con la forza e si rifiutano di restituire. Una persona istruita e obbediente dovrebbe dare la colpa alla Cina, invocare il “pericolo giallo” e dire che i cinesi stanno venendo a distruggerci; siamo meravigliosi".

Globalizzazione
Altro tema di interesse toccato dal linguista e filosofo è quello della globalizzazione. "Non c’è niente di sbagliato nella globalizzazione in sé” - dice Chomsky -. La domanda è: quale forma di globalizzazione? Quella che si è sviluppata è stata sotto il segno del neoliberismo. È quello che hanno progettato. Ha arricchito le persone più ricche e messo un enorme potere nelle mani di corporazioni e monopoli. Ha anche portato a una forma di economia molto fragile, basata su un modello di business di efficienza, facendo le cose al minor costo possibile. Questa logica porta per esempio al fatto che gli ospedali non abbiano certe cose perché non sono efficienti. Ora - prosegue Chomsky - questo sistema fragile sta crollando perché non può affrontare qualcosa che è andato storto". Inoltre secondo l'intervistato questo sistema "potrebbe portarci a Stati autoritari e repressivi, che accentuino ancora di più il modello neoliberista. Bisogna ricordarselo: il capitalismo non cede. Pretendono più finanziamenti per i combustibili fossili, distruggono i regolamenti che offrono una certa protezione… Nel bel mezzo della pandemia negli USA sono state eliminate norme che limitavano l’emissione di mercurio e di altre sostanze nocive… Ciò significa uccidere più bambini statunitensi possibile e distruggere l’ambiente. Non si fermano. E se nessuno si oppone, questo è il mondo che ci resterà". Pertanto il cambiamento dipenderà "dai giovani e dalla reazione della popolazione mondiale", conclude Chomsky.

Foto di copertina © Andrew Rusk

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