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di AMDuemila
Si era ammalato lo scorso 29 febbraio, le sue opere hanno affascinato generazioni

A causa del Coronavirus era stato ricoverato a fine febbraio, a Oviedo. Questa mattina la triste notizia: Luis Sepúlveda è deceduto. Esule politico, guerrigliero, ecologista, viaggiatore e soprattutto scrittore, Sepúlveda, cileno classe '49, ha affascinato generazioni con i suoi scritti e le sue opere tradotte in tutto il mondo. Nato il 4 ottobre a Ovalle, in Cile, a 15 anni aderì alla Gioventù comunista, quella che è stata la prima esperienza della sua militanza politica contro tutte le dittature degli anni '70, e in difesa dell'ambiente: due temi centrali nella sua vita, fulcro della sua scrittura profondamente umana. Da giovanissimo scriveva per il quotidiano "Clarìn" e a soli 20 anni venne pubblicato il suo primo libro di racconti "Crònicas de Pedro Nadie" per il quale ricevette il Premio Casa de las Americas con una borsa di studio per corsi di drammaturgia presso l'Università Lomonosov di Mosca. Di lì a poco iniziò a militare tra le fila dell'Esercito di liberazione nazionale in Bolivia. Di ritorno in patria, si diplomò come regista teatrale, allestì spettacoli, faceva il giornalista radiofonico e dirigeva una cooperativa agricola. Tutto questo senza mai abbandonare la passione per la scrittura. A seguito dell'adesione al Partito socialista entrò nella guardia personale del presidente cileno Salvador Allende e proseguì lo studio approfondito dei più grandi intellettuali socialisti. Nel 1973 venne arrestato dagli uomini del generale Augusto Pinochet che in quell'anno destituì Allende con un violento colpo di stato instaurando un regime militare che durò fino al 1990. Sepulveda venne arrestato per due volte e in cella, per due anni e mezzo, subì torture, come tutti gli altri oppositori politici. Per 7 mesi rimase rinchiuso in uno stanzino angusto che non gli consentiva neppure di alzarsi in piedi. Venne liberato solo grazie alle incessanti pressioni di Amnesty International. Il prezzo della sua scarcerazione, però, fu l'esilio. Sepúlveda si vide dunque costretto a lasciare la sua amata terra per 8 anni rifugiandosi nel mentre in altri paesi del Sudamerica: Brasile, Paraguay ed Ecuador dove riprese a scrivere opere drammatiche. In quel periodo allacciò inoltre una collaborazione con l'Unesco per studiare l'impatto dell'Occidente sulla popolazione indigena Shuar. Da questa esperienza di vita con gli indios dell'Amazzonia venne fuori nel 1989 "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Un'opera dedicata all'attivista e ambientalista brasiliano Chico Mendes (assassinato il 22 dicembre 1988). Grazie a "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore", tradotto in ben 35 lingue e dal quale ne venne fuori anche un film, il nome di Sepúlveda salì alla ribalta in tutto il mondo.

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Una copia del libro "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare"


Nel 1982 lasciò per la prima volta il Sudamerica stabilendosi ad Amburgo, in Germania, dove rimase fino al 1996, diventando un grande reporter per la stampa tedesca e un collaboratore di Greenpeace. Gli anni che seguirono furono caratterizzati da numerosi viaggi in Africa dove venne a contatto con le tribù autoctone che divennero le protagoniste delle sue "Ultime notizie dal Sud".
La sua scrittura realista è figlia della militanza politica, delle idee di solidarietà e delle intense esperienze. Come si può notare benissimo dalle opere "La frontiera scomparsa", "La lampada di Aladino", "L'ombra di quel che eravamo". O dal suo secondo romanzo, "Il mondo alla fine del mondo", direttamente ispirato a quello che aveva vissuto in prima persona, sul ponte di una nave di Greenpeace per bloccare la mattanza delle balene da parte dei pescatori giapponesi.
Nel 1996 Sepúlveda, nel frattempo divenuto padre di due figli, il primo di questi avuto con la moglie e poetessa Carmen Yáñez, che ha accompagnato lo scrittore per anni fino alla sua morte, si trasferì in Spagna, a Gijon, nelle Asturie. Qui insieme alla compagna Yáñez, che sposò due volte, portò avanti la sua carriera letteraria, esplorando il genere delle favole dedicate ai sentimenti universali. Di questa serie di grande successo fa parte la celebre "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare", seguita da quelle del gatto e del tappo che diventò suo amico, della lumaca che scoprì l'importanza della lentezza, del cane che insegnò a un bambino la fedeltà, e da ultimo, nel 2018 la "Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa". Tutte favole dove i protagonisti sono gli animali, che con le loro storie portano messaggi di amore e solidarietà all'essere umano, sempre più cinico e razionale. Tra le sue opere annovera anche racconti-denuncia sull'arroganza dei potenti, la solitudine degli sconfitti e ancora l'orgoglio di un uomo tradito in "Diario di un killer sentimentale" e il processo di maturazione delle idee e delle passioni con "Incontro d'amore in un paese in guerra". Numerosi sono i messaggi di condoglianze rivolti alla moglie e ai figli in queste ore. Da scrittori, intellettuali, politici, attori, o semplici lettori appassoniati dei suoi scritti storici, tutti hanno ricordato il grande Luis Sepúlveda.

Fonte: AGI

Foto © Imagoeconomica

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