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di Jean Georges Almendras - Video
III Foro di Giovani Leader del Cono Sud (Sudamerica) in attuazione dell'obiettivo dell'ONU

"Buon giorno, lascio appesa la bandiera dei popoli originari, la bandiera wiphala, in un momento tanto difficile che sta vivendo non solo la Bolivia, ma tutta l'America latina. È importante tenerlo presente. Oggi ci giungono notizie di persone assassinate, di popoli uccisi, e ritengo molto importante tenerne conto in questo forum, e ricordare anche coloro che muoiono mentre cercano di difendere la loro terra. Quindi la lascerò sul palco in modo da averla presente durante il nostro incontro. È una bandiera che non rappresenta Evo Morales, è una bandiera che rappresenta i popoli andini, e sono popoli che stanno soffrendo molto in questo momento”.
Con queste parole Matías Guffanti, Coordinatore di Our Voice per il Sudamerica, ha iniziato il suo intervento al III Foro di Giovani Leader del Cono Sud che si è svolto nella Sala Bicamerale del Congresso Nazionale di Asuncion, Paraguay, per la prima volta sede dell'incontro organizzato dalla Commissione per lo Sviluppo Sociale della Camera di Senatori, congiuntamente con la Commissione Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (ODS), Paraguay e la Rete di Giovani Ibero-americani Paraguay che ha riunito 80 giovani da quindici paesi.
L'intervento di Matías Guffanti, in rappresentanza del Movimento Internazionale Our Voice, (alla presenza del numeroso pubblico di giovani e delle autorità del III Foro) ha espresso l'essenza del pensiero dei giovani del Movimento: della sua fondatrice Sonia Tabita Bongiovanni e dei nostri giovani di Italia, Argentina, Uruguay, Cile e Paraguay.
L'opportunità di potersi esprimere, sebbene per un tempo limitato, ha dato modo a Guffanti di adottare un'oratoria diretta, dalla dialettica precisa e incisiva. Con l’ammirevole naturalezza che lo contraddistingue, Matias ha scelto come lettera di presentazione l'esibizione della "Wiphala", la bandiera simbolo dei popoli originari che è stata anche la colonna portante della sua presentazione. Le sue parole sono state estremamente schiette. Estremamente sincere. Ed è proprio la sincerità l'espressione dei giovani di Our Voice nei nostri giorni. Giorni in cui il "terrorismo di Stato" (di matrice statunitense), sta limitando la libertà dei paesi latinoamericani.
"Quello che noi stiamo facendo è denunciare le ingiustizie attraverso l'arte - ha ricordato rivolgendosi ai giovani prima di mostrare un breve video sull'operato del Movimento - Combattiamo per quella che crediamo sia una rivoluzione culturale necessaria per la società, per incominciare a cambiare strutturalmente le situazioni che hanno a che fare con tutto ciò di cui si parla oggi e che si sta approfondendo con le differenti organizzazioni. In questi mesi e anni abbiamo affrontato problematiche che riguardano non solamente l’Argentina, il Paese da dove io vengo, ma l'America latina in generale. Noi lavoriamo dall'Italia dove è nato il movimento Our Voice, e con diversi gruppi principalmente in Argentina, Cile, Uruguay e Paraguay".
La presentazione del video al Foro ha dato l’immagine chiara dell’essenza del Movimento e in che modo si collega con le differenti problematiche che vediamo oggi nel Continente Sud Americano: la lotta delle famiglie dei detenuti scomparsi nelle dittature imposte dal Piano Condor, per recuperare i resti dei loro cari; la punizione dei genocida e dei violatori dei Diritti Umani, affinché non continuino ad essere protetti dall'impunità; la lotta contro il crimine organizzato; la lotta contro le persecuzioni contro i popoli originari; le denunce delle ingiustizie sociali; l'attenzione e la preservazione della terra, e un rifiuto categorico all’energia nucleare, tra altri temi che riguardano da vicino valori come la verità e la giustizia, nella loro massima espressione.
Sicuramente il video presentato ha sensibilizzato, colpito e sorpreso i giovani presenti nella Sala Bicamerale del Congresso Nazionale e, supponiamo, anche le autorità presenti.
Matías Guffanti ha poi proseguito il suo intervento, puntando il dito contro il capitalismo, il potere mafioso e la narco politica: “Oggi si è parlato di un sistema piramidale imposto dal sistema capitalista e che si basa sulla disuguaglianza, sullo scontro tra chi possiede di più e chi ha meno, dove chi più possiede si approfitta di chi ha meno. L’1% più ricco del mondo ha nelle proprie mani l’82% della ricchezza mondiale, il 50% della popolazione mondiale vive con l’1% della ricchezza. Credo che questi dati dovrebbe stimolarci, indignarci, mobilitarci e portare la gente a prendere coscienza che non è possibile accettare questa situazione. La povertà che si sta generando in ogni paese non può essere accettata, e non possiamo accettare che i governi continuino a cadere nella corruzione, continuino a negoziare con il settore privato. Viviamo una situazione molto grave, veniamo a conoscenza di notizie molto forti e quando ci troviamo di fronte a cifre, statistiche e grafici, dobbiamo ricordare sempre che stiamo parlando di vite, stiamo parlando di persone che stanno soffrendo e molti di voi lo vedono, lo vediamo e lo viviamo sulla nostra propria pelle, ne facciamo parte".



"Non dobbiamo rassegnarci a far parte di quel settore della gioventù che sa più degli altri, - ha proseguito ancora - non possiamo permettere che ciò avvenga, non possiamo permettere di rimanere in un settore elitario della gioventù che partecipa a questi forum, con tutto il merito che ognuno possa avere, ma poi non ci si interessa pienamente di altre realtà, dove non si vivono queste lotte allo stesso modo. La rivoluzione deve essere totale. Dobbiamo lottare dal basso con coloro che stanno soffrendo. Se non lo facciamo non possiamo prendere coscienza della situazione perché il potere reale ce l’ha il popolo e la classe più bassa, ce l’hanno quelli che soffrono e i più poveri… Chi sta vivendo la morte dei propri famigliari, con le torture in Cile ad opera del governo di Piñera. Le ingiustizie commesse in Bolivia. Le ingiustizie commesse in Argentina e in tutti i paesi dell'America latina.
Quindi dobbiamo affrontare questo, ma prima di farlo dobbiamo affrontare la causa di tutti questi problemi che sono la corruzione, l'inganno e la complicità della politica con le mafie che governano la maggior parte del pianeta, che governano il mondo. Oggi le mafie hanno tanto denaro in contanti da potersi comprare Paesi interi. Se una mafia può comprare il Paraguay, la mafia può governare il Paraguay, può controllare la politica, l'economia, l'educazione e tutte le sue leggi. Oggi il Paraguay vive in una narco politica estrema che bisogna affrontare abbattendo quelle strutture. Non possiamo commettere gli stessi errori dei nostri politici…”. Guffanti, ribadendo che il movimento è apartitico, ha voluto sottolineare quanto sia importante un nuovo approccio culturale, partendo dalla forza delle azioni: “dobbiamo cambiare la mentalità, dobbiamo capire che dobbiamo avere la forza per farlo e i politici che si corrompono devono andare via. E se ne andranno dall'America latina perché mostreremo loro che il popolo è molto più forte di qualsiasi loro interesse economico, in risposta agli Stati Uniti o alle narco politiche del mondo”.
La posizione e le parole di Guffanti hanno cercato, con la passione propria di un giovane assetato di giustizia, l’unione di intenti dei giovani leader, per far in modo che anche loro seminino attivismo e voglia di cambiamento nei loro Paesi di origine. Le sue parole volevano portar la consapevolezza che partecipare a questi Fori non deve trasformarli in giovani d'élite.
Sicuramente l'evento ha i suoi scopi, ma anche il Movimento Our Voice ha chiari i propri obiettivi. Obiettivi che vogliono rendere più consapevoli. Obiettivi per alcuni forse incomprensibili. Obiettivi che cercano la pace, ma soprattutto la giustizia. Perché è la giustizia che dà pace ai Paesi. Sottomissione e dittature finanziarie (economiche), e i saccheggi sono cause delle altre dittature: dittature che seminano di cadaveri le terre americane, le dittature fasciste che schiacciano libertà e speranze.
Il messaggio di Our Voice all'evento è stato rivoluzionario, promettente e estremamente chiaro. Siamo sicuri che possa aver generato nei presenti, istituzionali e non, conflitti di idee e conflitti di lotta. Idee e lotte che vanno a pari passo, ma che generano sempre controversie.
Ma, dalle controversie nascono anche fatti concreti, azioni concrete, anche impegno.
Quindi, Our Voice ha raggiunto uno dei suoi obiettivi: denunciare pubblicamente le ingiustizie del mondo e quello che sta accadendo nel mondo, in ambito internazionale.
Questa è un'azione concreta!

*Foto del III Foro de Jóvenes Líderes del Cono Sur

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