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di Jorge Figueredo
Ciò che sta accadendo in Cile, teatro di mobilitazioni popolari e della dura repressione del Governo di Piñera, non è una semplice crisi politica dovuta al rincaro del trasporto pubblico, ma un segnale del fallimento del modello economico neoliberale istaurato in Cile dai tempi di Pinochet, dell'inganno perpetrato al popolo cileno e latinoamericano con la presunta democrazia cilena.
Le morti, le torture, i desaparecidos di questi giorni sono la tragica e dolorosa prova che la democrazia in Cile non è stata mai instaurata. C’era solo una democrazia di facciata, una plutocrazia in realtà alimentata da una Falsa Democrazia, costruita dagli eredi della dittatura di Pinochet. Le stesse istituzioni e strutture totalitarie del passato che come il gattopardo si sono adeguate ad una democrazia sulla carta in cui la gente non ha acceso ad uno stato di benessere, proprio di un vero stato di diritto.
Il Cile è stato il primo paese latinoamericano dove è stata applicata la teoria neoliberale della scuola di Chicago, ma per attuarla era necessaria una sanguinaria e criminale dittatura, quella di Pinochet, che ricorse al terrorismo di Stato. Un colpo di Stato per arrivare alla presidenza e l’uccisione selettiva di leader e personalità che potevano risvegliare il popolo nei riguardi della mafia che iniziava a governare il Cile, con l'appoggio della CIA, della Banca Mondiale, del FMI e i padroni del mondo, detentori della maggior parte delle ricchezze di questo pianeta.
Di fronte a questo modello neoliberale criminale e totalitario, il popolo cileno sta reagendo, sta mettendo in discussione il sistema politico, economico, e sociale in vigore da oltre 40 anni. Non è in gioco un semplice cambiamento di Governo, ma di paradigma. La gente esige un cambiamento di sistema, una rivoluzione culturale che modifichi totalmente le istituzioni dello Stato cileno, trasformando un paese dominato dalla plutocrazia in un vero Stato Sociale di Diritto, dove regni il rispetto dei diritti umani e l'autentica democrazia.
In Paraguay, cuore dell'America, la disuguaglianza è ancora più marcata che in Cile. Presenta la maggiore disparità di accesso ai terreni coltivabili al mondo. Le terre più fertili del paese si concentrano nelle mani di poche famiglie di latifondisti, che cacciano i contadini e gli indigeni dai loro territori. Ciò non fa che accrescere i quartieri malfamati e gli insediamenti urbani in cui la miseria aumenta ogni giorno, in totale contrasto con l'opulenza in cui vivono il 2% dei detentori di tutte le risorse naturali del paese, che esercitano o condizionano il potere politico dello Stato. Questo settore non si dedica solo ad attività lecite, ma nel corso degli anni si è arricchito e alleato con i settori mafiosi per co-governare lo Stato paraguaiano.
La narcocrazia era già una caratteristica del regime politico paraguaiano a partire degli anni ‘70. Dopo la caduta della dittatura di Stroessner nel 1989, le istituzioni e strutture totalitarie tentarono di rinnovarsi, ma tutto continuò come prima o peggio. Al contrario di quanto crede la comunità internazionale, non siamo passati da una dittatura ad una vera democrazia. Dall’89 sono stati assassinati 19 giornalisti, contadini, operai e chiunque abbia denunciato disuguaglianze ed ingiustizie, ma soprattutto chi ha osato opporsi alla dittatura della mafia che, connivente con i settori corrotti dello Stato, è il vero Governo del paese. Quindi, dopo Stroessner, sono ancora vigenti l'oligarchia ed il sistema feudale, oggi al servizio del crimine organizzato che si è innovato, trasformandosi da narcocrazia, in uno Stato-mafia. Uno Stato-mafia che usando la paura, la repressione e la censura imposta ai più importanti mezzi di comunicazione -in mano alla borghesia mafiosa- controllano e sottomettono la popolazione al silenzio, alla passività e all'accettazione, in modo che non si ribelli contro i criminali che governano questo paese.
Per questo motivo, di fronte a quello che sta succedendo in Cile e in tutti i paesi latinoamericani, è indispensabile che noi paraguaiani iniziamo a sollevare la testa, a spezzare e superare la decennale paura, dobbiamo combattere nelle strade, nelle piazze, nei teatri, nei diversi mezzi di comunicazione questo mostro a più teste chiamato mafia che non solo ci impoverisce giorno dopo giorno, ma ci uccide, e ruba i sogni e le speranze delle generazioni future.
È necessario smascherare i vertici della mafia che governano il Paraguay, sotto una falsa democrazia che ci mantiene addormentati e suoi complici. È fondamentale che promuoviamo una rivoluzione Culturale, civile, un risveglio di coscienza generale, che abbatta definitivamente le barriere imposte dalla mafia, e trasformiamo questo paese in un vero Stato Sociale di Diritto come stabilisce la sua costituzione.
Il popolo cileno ci ha dimostrato che è possibile superare la falsa democrazia. Scommettiamo sulla denuncia, la mobilitazione e la militanza sociale, la comunicazione e l'educazione alla cultura della legalità. Solo così i sogni di libertà e di giustizia sociale diverranno realtà in questa rossa terra paraguaiana.

Foto di Copertina: www.elcomercio.com


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