Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di AMDuemila
Secondo un custode i due sospettati qualche ora prima del delitto sarebbero stati a casa del presidente che ora nega tutto e attacca la tv Globo

Scandalo in Brasile. Il presidente Jair Bolsonaro è stato chiamato a testimoniare nell’ambito dell’inchiesta sul terribile omicidio dell'assessora e attivista Marielle Franco, uccisa assieme all'autista nella zona nord di Rio de Janeiro il 14 marzo 2018. Stando a quanto trapela da alcune agenzie stampa brasiliane prima dell’agguato i due principali sospettati accusati del delitto, gli ex poliziotti dal grilletto facile Ronnie Lessa e Elcio Vieira de Queiroz, sarebbero stati a casa Bolsonaro che tra l’altro viveva a pochi passi da Lessa. La notizia, diffusa dalla tv Globo, ha mandato su tutte le furie il presidente “nero” che ha negato ogni coinvolgimento insultando l’emittente televisiva. "Ancora una schifezza della Globo - ha detto urlando Bolsonaro in un video di 23 minuti dall’Arabia Saudita dove al momento si trova - Non ho motivo di uccidere nessuno a Rio de Janeiro", ha affermato dichiarando di essere pronto a parlare con gli investigatori non appena rientrerà nel suo Paese. "Tv Globo stai rendendo la mia vita un inferno, merda!" - ha aggiunto - volermi legare alla morte di Marielle, ignobili della rete Globo, ignobili, canaglie!".
Secondo Globo, il portiere del condominio in cui vive Bolsonaro a Rio ha affermato, in una dichiarazione alla polizia, che uno degli accusati è comparso il 14 marzo 2018, giorno dell'assassinio di Franco, all'ingresso, dichiarando di recarsi in casa di Bolsonaro.
Il custode ha raccontato, secondo i media, di aver suonato all'appartamento del politico di estrema destra per avere l'autorizzazione a far entrare De Queiroz. Inoltre, il portinaio ha detto di aver poi visto che l'uomo, invece, è andato nell'appartamento del secondo sospettato Ronnie Lessa, ha riferito Jornal Nacional citando informazioni trapelate dalle indagini della polizia. I due sono usciti poco dopo per assassinare l’attivista Franco e il suo autista, Anderson Gomes. Siccome è stato chiamato in causa nelle indagini il presidente, della situazione potrebbe occuparsi ora il Supremo tribunale federale (Stf), sottolineano i media locali. Già in precedenza il nome di Jair Bolsonaro era emerso, quando era stata diffusa una fotografia pubblicata online da uno dei presunti esecutori dell'assassinio, in cui lo si vedeva abbracciato al politico. Il fatto che l'allora candidato presidente vivesse nello stesso edificio di Lessa era stato definito dalla polizia "una coincidenza". Altri collegamenti erano emersi, nel corso delle lente indagini sul caso, tra i membri della famiglia Bolsonaro, i sospettati e le milizie di Rio de Janeiro. Nel frattempo il presidente del Psol (partito in cui militava l'assessora uccisa), Juliano Medeiros, ha affermato che, per quanto il suo partito non abbia mai stabilito una relazione tra l'assassinio e Bolsonaro, le rivelazioni devono essere oggetto di chiarimento. "Il Brasile non può vivere con un dubbio circa una relazione tra il presidente della Repubblica e un assassinio. Esigiamo risposte". Il Psol ha reso noto che dopo le rivelazioni di Globo ha chiesto un'udienza immediata con il presidente del Tribunale federale, José Antonio Dias Toffoli.

Foto © Imagoeconomica/Mídia Ninja-Handout

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos