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di AMDuemila
Confermata la condana a sei anni di carcere

Il cardinale 78enne australiano George Pell resta in carcere. Lo ha stabilito a maggioranza (2 voti contro 1) la Corte Suprema di Victoria, in Australia, che ha respinto il ricorso dell'ex numero tre del Vaticano contro la sentenza emessa lo scorso dicembre, al termine del processo di primo grado per abusi sessuali su minori. L'ex tesoriere della Santa Sede dallo scorso marzo sta scontando in carcere la condanna a sei anni di detenzione, di cui almeno tre anni e 8 mesi da trascorrere dietro le sbarre prima di poter chiedere un'eventuale libertà condizionale. Pell, che potrà presentare un ulteriore ultimo ricorso presso l'Alta Corte australiana, il massimo organo giudiziario del Paese, ha espresso, tramite il suo portavoce, la propria delusione per la decisione odierna e ha fatto sapere che "continua a dichiararsi innocente" ringraziando i suoi numerosi sostenitori. Il cardinale era stato condannato in primo grado lo scorso dicembre con l'accusa di abusi sessuali su due ragazzi, all’epoca di 12 e 13 anni, del coro della cattedrale di Saint Patrick a Melbourne commessi nel 1996, quando era vescovo ausiliare dell’arcidiocesi. Una sentenza storica in quanto Pell è il più alto prelato della Chiesa cattolica ad essere stato dichiarato colpevole per abusi sessuali su minori e il verdetto, dopo oltre due mesi di deliberazione da parte dei giudici, è stato pronunciato in un tribunale affollato da vittime di abusi e attivisti.
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, ha affermato che “ribadendo il proprio rispetto per le autorità giudiziarie australiane, come dichiarato il 26 febbraio in occasione del giudizio in primo grado, la Santa Sede prende atto della decisione di respingere l’appello del cardinale George Pell. In attesa di conoscere gli eventuali ulteriori sviluppi del procedimento giudiziario, ricorda che il cardinale ha sempre ribadito la sua innocenza e che è suo diritto ricorrere all’Alta Corte. Nell’occasione, insieme alla Chiesa di Australia, la Santa Sede conferma la vicinanza alle vittime di abusi sessuali e l’impegno, attraverso le competenti autorità ecclesiastiche, a perseguire i membri del clero che ne siano responsabili”.
Intanto, il primo ministro australiano Scott Morrison ha dichiarato che, dopo la condanna in appello, il cardinale sarà privato del titolo onorifico dell’Ordine dell’Australia, la massima onorificenza del Paese.

Foto © Imagoeconomica

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