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di Piero Innocenti
Non sono poche le oltre 140 tonnellate di cocaina sequestrate nel corso del 2017 in tutta l’Unione Europea dalle forze di polizia e dalle dogane dei singoli Paesi.
Non sono neanche molte, tuttavia, se consideriamo la produzione mondiale annua stimata di cocaina, ben oltre le mille tonnellate, in Colombia, Perù e Bolivia.
Analoghe considerazioni si possono fare per l’eroina di produzione afghana, 5.418kg sequestrati, che sarebbero stati molto di più se non ci fosse stato il “filtro” turco dove, sempre nel 2017, ne sono stati intercettati 17.385kg in buona parte diretti al mercato europeo.
Sono alcuni dei dati riportati nella consueta “Relazione europea sulla droga - Tendenze e sviluppi-2019” (un centinaio di pagine) presentata nei giorni scorsi dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (EMCDDA) che ha sede a Lisbona.
Un panorama della situazione della droga e delle azioni di prevenzione e di contrasto di tutti i Paesi dell’UE (dati anche di Norvegia e di Turchia) sulla scorta delle relazioni nazionali annuali e ricca di dati statistici.
Resta, tuttavia, il punto che ho in altre circostanze sottolineato, di dati già “vecchi” che si riferiscono appunto al 2017 mentre “per sviluppare risposte efficaci ai problemi odierni” servirebbero dati e informazioni recenti trattandosi, come richiamato nella stessa Prefazione della relazione di un “settore complesso e in rapida evoluzione”.
Le stesse considerazioni si possono fare per le relazioni annuali della DCSA, sempre molto interessanti e utili per capire il fenomeno del narcotraffico di “casa nostra” (e non solo) ma più utili se redatte e pubblicate tempestivamente (quella del 2018 sarà pubblicata sul sito della Polizia di Stato, come ogni anno, entro l’estate). Va, comunque, annotato che i dati mensili forniti dalla DCSA sul contrasto al narcotraffico consentono di avere un quadro aggiornato nelle singole province e a livello nazionale.
Tornando ai dati europei ed in particolare ai sequestri di cocaina, si ha la conferma di come i porti del Belgio, della Spagna e dei Paesi Bassi siano l’approdo privilegiato dalle grandi organizzazioni criminali italiane e straniere per trasportare ingenti carichi di cocaina a bordo di navi porta container salpate dai paesi sudamericani.
Infatti, in Belgio sono state bloccate oltre 44 ton di cocaina, in Spagna più di 40 ton e nei Paesi Bassi oltre 14 ton (ma anche in Francia ben 17 ton).
Rilevante il numero totale di pillole di amfetamine sequestrate in tutta l’Ue (6.581.823) di cui ben 2.731.476 compresse in Danimarca, 1.130.835 in Francia, 446.465 in Austria (in Italia, “solo” 10.844). Anche in questo ambito il “corridoio” turco è stato ben vigilato consentendo di sequestrare 8.606.765 compresse di tale sostanza.
Meriterebbero maggiore attenzione e riflessione i casi di “decessi droga-indotti” con il picco in Germania (1.272) seguita da Svezia (626), Spagna (483), Italia (294). Il Regno Unito è in cima alla graduatoria di morti per overdose (3.256) ma il dato si riferisce al 2016.
Imponente (466 ton) il quantitativo di resina di cannabis bloccato di cui ben 339 ton in Spagna e oltre 14 ton in Portogallo (i due Paesi che si trovano più a ridosso del Marocco, grande esportatore di hashish). La Spagna ha il primato nei sequestri di piante di cannabis (1.124.674), seguita dai Paesi Bassi (722.618) e Regno Unito (340.531). In Italia sono state 265.635 le piantine di cannabis individuate nei campi e tra le mura domestiche.
Uno scenario che, probabilmente, sarà oggetto di considerazioni e di una “valutazione finale” della strategia in materia di droga dell’UE 2013/2020 e che si concluderà, come sempre da almeno un quarto di secolo, in dichiarazioni di buoni propositi nella “guerra alla droga” e nulla di più.
(11 giugno 2019)

Tratto da: liberainformazione.org

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