di Giorgio Bongiovanni
Lo Stato di Israele ha deciso: Benjamin Netanyahu, per la quinta volta, sarà ancora Primo ministro. Lo scrutinio dei voti delle elezioni di ieri è giunto alla fase conclusiva (siamo al 99%) e il dato che è stato diffuso è che il leader del Likud è in vantaggio, anche se solo di stretta misura, sullo sfidante Benny Gantz e raccoglie il 26,47% con più di 3 milioni e 900mila voti, mentre il rivale Blu e Bianco è fermo al 26,11%. Nonostante il vantaggio risicato (addirittura Likud e Blu Bianco hanno 35 seggi ciascuno nel Parlamento di Gerusalemme) il Premier godrà di una maggioranza salda (65 seggi su 120 alla Knesset) grazie al risultato ottenuto dalla sua coalizione (quella di destra).
Al di là dei numeri, che hanno visto anche il flop ai laburisti di Gabbai che hanno ottenuto appena 6 seggi (il minimo storico per il partito), è evidente che gli israeliani hanno scelto di essere rappresentati da un estremista di destra, xenofobo, razzista, guerrafondaio che, come già annunciato dal procuratore generale Avichai Mandelblit, con ogni probabilità sarà incriminato per tre casi di corruzione e frode. Un Primo ministro che, forte del sostegno delle potenze arabe conservatrici come l’Arabia Saudita e, soprattutto, degli Stati Uniti di Trump, potrà portare avanti le proprie mire espansionistiche di annessione della Cisgiordania nel tentativo di mantenere fede alla promessa di uno Stato di Israele dominante su tutto e tutti. Una miscela esplosiva in una regione instabile tale da poter far scatenare una Terza Guerra Mondiale Nucleare (è noto che Israele detiene circa 200 testate nucleari). Il popolo, ancora una volta, è stato abbagliato così come era avvenuto in Germania con Hitler. Il Führer vinse con la promessa di una Germania forte capace di risollevarsi economicamente dopo essere stata allo sbando dopo il primo dopoguerra. Poi mise in atto la sua atroce follia.
Benjamin Netanyahu non è Hitler ma rappresenta quella destra estremista, autoritaria e quasi fascista che vuol schiacciare, dimenticando la storia dell'Olocausto ed ogni diritto umano, i propri fratelli palestinesi. Come si dovrebbe definire se non come un genocidio quello che accade a Gaza?
Ed i presupposti futuri non fanno certo pensare ad un cambiamento di rotta.
Un cambiamento che il popolo israeliano, democraticamente, ha dimostrato di non volere.
Un grande palestinese originario di Nazareth e nato a Betlemme, un tale Gesù, disse: "Dai loro frutti riconoscerete chi sono". Vedremo quali frutti porterà il quinto mandato di Benjamin Netanyahu, se manterrà la politica nefasta ed imperialista di sempre o se, diversamente, sarà illuminato sulla strada di Damasco, come San Paolo.
(Data originale di pubblicazione, 10 aprile 2019)
Foto © Imagoeconomica
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