di Gaia Scorza Barcellona - Video
La giovane attivista svedese rimbrotta Bruxelles ricordando che non c'è più tempo per agire. E lancia un ultimatum: "Raddoppiare i limiti alle emissioni entro 10 anni oppure sarete definiti malfattori". Con lei migliaia di studenti in piazza dal Belgio agli Usa
L'Unione europea raddoppi gli impegni sul taglio delle emissioni di CO2. Dopo Davos, Greta Thunberg sbarca a Bruxelles per strattonare i politici che hanno fatto poco o nulla per limitare i danni al Pianeta. La 16enne svedese attivista contro il cambiamento climatico che ha ispirato gli studenti di tutto il mondo a boicottare le lezioni per protesta porta ancora una volta il clima sul tavolo dei "potenti" che se non faranno qualcosa di concreto, - dice senza mezzi termini - saranno "ricordati come i più grandi malfattori di tutti i tempi", per aver condotto il mondo verso il disastro.
Greta, la giovane attivista per il clima davanti a Juncker: "Stiamo sistemando il vostro caos"
"L'unica speranza? Raddoppiare gli impegni"
"Se l'Ue deve dare il suo contributo equo per restare nell'obiettivo del limite di 2 gradi" dell'accordo sul clima di Parigi, "significa un minimo dell'80% di riduzione entro il 2030", ha ricordato Greta guardando dritto negli occhi il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e rivolta alla platea con un discorso durato dieci minuti. "Quindi, circa il doppio dell'ambizione rispetto alla proposta attuale", ha aggiunto esortando l'Ue a rilanciare i propri obiettivi.
Fallimenti e malfattori: j'accuse di Greta ai politici Ue
Secondo il patto sul clima di Parigi del 2015, per limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi, gli Stati d'Europa hanno promesso di tagliare le emissioni di gas serra di almeno il 40% rispetto al 1990 nei prossimi dieci anni. Ora i leader europei stanno discutendo di aumentare quell'obiettivo al 45%. Ma il tempo è agli sgoccioli, spiega con calma Greta mettendo l'accento sulle nuove generazioni e sulle false aspettative di quelle precedenti: "Sperate che noi giovani faremo qualcosa per fermare il riscaldamento globale, ma purtroppo non faremo in tempo a raggiungere i posti di potere per farlo". Semplicemente perché questo tempo non c'è. Se non facciamo qualcosa entro il prossimo decennio, ha esortato Greta, "allora i nostri successi e progressi sono stati vani". "Allora tutto quel che resta dei nostri leader politici sarà il più grande fallimento della storia umana", ha concluso l'attivista: "e saranno ricordati come i più grandi malfattori di tutti i tempi, perché avranno scelto di non ascoltarci e di non agire".
A Stoccolma la protesta silenziosa di Greta
Già nota sui social network per le sue battaglie ambientaliste, Greta era finita sui media di tutto il mondo dopo il suo discorso all'incontro Onu sul clima in Polonia, trovando nuovo sostegno di attivisti nel mondo. E' stata lei la prima, ogni venerdì a partire da agosto, a sedersi di fronte alla sede del Parlamento a Stoccolma "scioperando" e chiedendo al governo di agire contro il riscaldamento globale.
I "Fridays for Future": studenti del mondo in piazza
Ma già da tempo Greta non è più sola. Alle sue spalle, di fronte all'uditorio di Bruxelles, è comparso un gruppo di studenti attivisti belgi, pronti a scendere in piazza per la settima settimana consecutiva per fare sentire la propria voce. E l'esercito degli attivisti "in erba" per il clima non ha frontiere, visto che negli ultimi mesi in molte città del mondo migliaia di studenti delle scuole superiori hanno deciso di non andare a scuola il venerdì per protestare in massa, seguendo proprio l'esempio di Greta. E' successo a Sydney, Bruxelles, Berlino, L'Aia, Londra e in altri Paesi. A febbraio i "Fridays for future" hanno preso piede anche in Italia: gli studenti hanno sfilato in corteo a Bologna, Pisa, Milano, Torino, Venezia. Solo per dire alcune delle città che vedono crescere ragazzi non più disposti a foraggiare la nube di polveri sottili che avvolge le loro case.
I venerdì di Alexia (13 anni)
Il giovane volto della protesta a New York è quello di Alexandria Villasenor, 13 anni e la stessa convinzione caparbia di Greta nel voler fare qualcosa richiamando all'azione. A cominciare dalla sua scuola media, con il movimento "School Strike 4 Climate", fino a lanciare una manifestazione indetta per il 15 marzo, che ha già trovato l'appoggio delle associazioni ambientaliste più note e adesioni da tutto il mondo. La decisione di lottare per Alexia è arrivata dopo un'estate di fuoco: è bastato andare a trovare i suoi parenti in California per vedere l'America in fiamme e tornare con la morte del Pianeta nel cuore e l'asma che le chiudeva la gola a ricordarle che non era poi così lontana. Da quel giorno, ogni venerdì, Alexia si presenta con i cartelli di protesta con il bello e il cattivo tempo.
Le sue foto sono finite sui social e su Twitter ha 4mila persone che la seguono. E nell'America che non resta a guardare, i giovani che aderiscono al movimento stanno aumentando: tra loro c'è anche una ragazza di 12 anni del Colorado e la figlia di 15 anni della democratica di origine somala, Ilhan Omar, eletta al Congresso. Un gruppo di scienziati sta preparando una lettera aperta di supporto in vista della manifestazione di marzo.
Tratto da: repubblica.it