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sur asunciondi Jean Georges Almendras dal Paraguay
A soli quindici minuti dal centro di Asuncion, nella zona meridionale del centro urbano della capitale Paraguaiana, troviamo un quartiere stigmatizzato dalla povertà. Un quartiere conosciuto come Bañados del Sur, dove la qualità di vita (di circa 10 mila famiglie), non esiste, perché esiste solo la sopravvivenza. Una dura sopravvivenza in mezzo ad un labirinto di vicoli malridotti, inondati da acque di scarico e da acque frutto delle abbondanti piogge. Una zona di Asuncion, in questo secolo di civiltà ricca, in cui predominano umili casette abitate da gente umile: dai mestieri differenti e lavoratori che raccolgono i rifiuti urbani. Uomini e donne con le mani e il volto segnati che convivono con bambini, cani, galli e galline. Una zona di Asuncion dimenticata dallo Stato.
Una zona dimenticata da anni. Una zona dove si circola lungo tortuosi vicoli lastricati su dei veri crateri. Vicoli popolati da anime assillate dalle necessità. Le necessità dei poveri della società paraguaiana. Quelle necessità che dovrebbero farci vergognare, perché esistono per alcuni ma non per altri. Necessità che non sono state ignorate da circa 20 anni dal sacerdote gesuita spagnolo Francisco De Paula Oliva Alonso che tutti chiamano "Pai Oliva". Che tutti conoscono, rispettano ed amano.
In una mattina fresca dal cielo grigio, addentrandoci a Bañados del Sur, chiedendo strada dopo strada, passo dopo passo di Padre Oliva, ci siamo avvicinati al Centro de Formación Integral Solidario Rapé (che vuole dire “cammino”), che si trova all’incrocio tra le vie 35 Proyectada e San Pedro. Qui è installato il cuore e la mente dell'opera sociale di Padre Oliva.
All’esterno del Centro c’è un cartello identificativo affisso al accesso principale dove si legge anche un’iscrizione che dice "Mil Solidarios". All’interno c’erano alcuni giovani che scaricavano sedie da un camion per poi sistemarle in un cortile all’interno di questa ampia struttura dove non abbiamo trovato nessuno.
Continuando il nostro percorso abbiamo finalmente incontrato una donna che ci ha accolto e ascoltato. Ci ha detto che il Padre Oliva non c’era in quel momento e sicuramente sarebbe rientrato di sera, a notte inoltrata o il giorno dopo, perché è lì che abita (una struttura umile nonostante le dimensioni), ed inoltre è il giorno del suo compleanno: "Questa domenica 14 ottobre compie 90 anni e si sta organizzando un grande incontro ed un pranzo al quale verrà molta gente. Venite, siete invitati e sicuramente vi accoglierà con molto piacere”.
Con queste parole Guillerma Lara ci dà il benvenuto e ci parla di alcune particolarità del progetto e della sua importanza in quel quartiere della città di Asuncion.
"Qui si offre assistenza sociale, spirituale ed educativa. Sono tutte persone bisognose. Persone che vivono della raccolta di quello che trovano in giro, o con vari mestieri. Per i progetti in corso del Centro Solidale Rapé e di Mil Solidarios riceviamo aiuto e risorse dalla Fondazione Santa Librada e da una Fondazione spagnola. Due volte alla settimana si distribuiscono alimenti ed ogni venerdì si tengono dei laboratori educativi".
Il volto di Guillerma Lara riflette, nitidamente, la gioia che comporta portare sulle spalle la responsabilità di essere la Coordinatrice dei progetti. Progetti iniziati già in tempi passati per mano di Padre Oliva.
Un difensore dei poveri della città di Asuncion. Un difensore ed un protettore degli esiliati a causa dell’avido sistema finanziario paraguaiano. Un difensore dei diritti umani degli esclusi e dei più bisognosi.

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Guillerma ci spiega che le parole di padre Oliva saranno più precise per raccontare nel dettaglio il progetto e tutto il lavoro che molte persone fanno in questo Centro Solidale che, come dicevamo al principio, si trova a soli quindici minuti dal centro di Asuncion.
Quindici minuti che separano gli uomini a causa del loro diverso stile di vita e delle loro comodità. Quindici minuti che segnano le differenze sociali a causa dell'autorità degli uomini che esercitano il potere. Quel potere che continua a far crescere drammaticamente in questo luogo i divari sociali. Quel potere che esclude gli esseri umani che non hanno avuto l'opportunità di un'educazione, e che come conseguenza preclude loro l'ottenimento di un lavoro. Un lavoro che garantisca una fonte di reddito, un guadagno economico che permetta loro di avere un tetto. Un’abitazione nella loro terra natale.
Ma nel quartiere Bañados del Sur le opportunità di una vita migliore erano e sono inesistenti. Ieri e oggi è stato ed è presente solo Padre Oliva che negli anni passati fu perseguitato dalla dittatura di Alfredo Stroessner e che arrivò in Paraguay nel 1964 dalla Spagna, suo paese natale.
"Il paese cambiò il mio pensiero sociale e politico. Fino ad allora, io avevo vissuto in Spagna una religione staccata dalla realtà. In Paraguay mi resi conto che, se la fede deve essere autentica, deve impegnarsi nel sociale” diceva ai giornalisti ricordando le origini del suo impegno nei progetti sociali in Paraguay.
Il sacerdote Oliva negli anni sessanta cercava di risvegliare la coscienza critica, ragione per cui fu represso dalla dittatura.
"La polizia mi fermò un mese dopo aver ottenuto la nazionalità paraguaiana. Mi gridavano che ero il ‘Lenin dei contadini’ seppur non avessi mai lavorato con loro" ricordava ancora.
Il suo impegno quotidiano con i più indifesi ed i più bisognosi della società paraguaiana in quei giorni segnò il suo destino. Fu espulso dalla polizia in Argentina e quando nel 1976 nel paese fu instaurata la dittatura di Videla dovette nuovamente andare via per salvare la sua vita. Dopo alcuni mesi arrivò in Nicaragua e finalmente nel 1996 ritornò nel suo amato Paraguay, stabilendosi a Bañados del Sur, fino ai nostri giorni.
Questa domenica 14 ottobre padre Oliva compie 90 anni di vita. Saremo vicino a lui. Conosceremo direttamente da lui la sua storia e la sua opera.
L'opera di un uomo di fede impegnato verso l'essere umano incondizionatamente.
Al punto che, a 90 anni, vive il suo impegno di stare con i poveri vivendo insieme a loro come il primo giorno in cui scelse questo cammino.

Foto © Our Voice Leandro Gómez

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