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maldonado famiglia c sandra cartassodi Jean Georges Almendras
L’avvocato Heredia e la famiglia Maldonado impegnati insieme nella ricerca della verità
Più volte la famiglia dell'attivista morto Santiago Maldonado reclama con forza l'imparzialità nelle indagini su quanto accaduto al giovane sulle rive del fiume Chubut, nel ‘Pu Lof en Resistencia de Cushamen’ lo scorso 1 agosto. Ora i Maldonado hanno deciso di ricorrere in appello contro la recente decisione del Giudice Gustavo Lleral di rifiutare la loro richiesta di incorporare, alle indagini, un gruppo di esperti indipendenti. Il caso della morte del giovane attivista ha scosso tutti i media e diverse organizzazioni per i Diritti Umani, che appoggiano la causa delle comunità mapuche, hanno criticato duramente il modo in cui i funzionari delle Istituzioni hanno portato avanti le investigazioni di uno dei casi di sparizione forzata, e di morte poi, più emblematici degli ultimi anni, in Argentina e America Latina.
Il Giudice Lleral ha rifiutato la nostra richiesta di incorporare un gruppo di esperti indipendenti alle indagini sul caso che cerchiamo di spingere dal 7 agosto di fronte al Potere Esecutivo e Giudiziario. - hanno scritto i famigliari in un comunicato pubblico - In questa causa, gli ausiliari della giustizia (come dice il giudice Lleral) sono forze della sicurezza che dipendono da uno stesso Ministero. Anche se la Gendarmeria Nazionale è stata allontanata dalle indagini, nella sua risoluzione il Giudice cita vari punti questionabili nel lavoro svolto fino ad oggi. Il Giudice tergiversa il senso di quanto abbiamo richiesto e afferma che chi commetterà reati sarà processato”. 
“Insistere sul no ci sembra insensato”, hanno sottolineato i famigliari, soprattutto quando “un gruppo di esperti indipendenti si è offerto di collaborare con lui nella ricerca della Giustizia”.
"Non chiediamo altro che un'investigazione indipendente, rapida, esaustiva.- si legge ancora nel comunicato - L'ONU ci ha accompagnato nell'iniziativa e ha messo a disposizione un gruppo interdisciplinare ed indipendente. Non limitiamo la nostra richiesta a quel gruppo: si potrebbe convocare anche esperti di forze di polizia di altre province e altri investigatori giudiziari, professori universitari e di Istituti professionali, ad esempio”.
Altro aspetto preoccupante è “il ritardo nell’accettare questo aiuto perché gli esperti che ci assistono sono stati gli unici ad apportare una collaborazione essenziale per i progressi dell’indagine e sono ancora in sospeso elementi chiave (perizia dei periti del letto del fiume e zona circostante al ritrovamento del corpo; individuare i testimoni oculari che ancora non hanno rilasciato dichiarazioni; preparare la documentazione e guida previa alla ricostruzione dei fatti - planimetria sulla base di differenti versioni -, tra l’altro). Inoltreremo questa nostra richiesta ai piani superiori perché crediamo che solo in questo modo potremo sapere cosa è successo a Santiago e chi sono i responsabili penali, politici e amministrativi”. 
"Non condividiamo le conclusioni del giudice sull'eventuale perdita di potere sovrano dello Stato Nazionale nell’accettare la collaborazione di esperti in un'investigazione che, senza dubbio, non è stata esemplare. Esistono circostanze obiettive, citate da Lleral nella prima parte della sua risoluzione che consigliano la collaborazione di investigatori indipendenti. Non si sta cercando di sottovalutare il lavoro della Giustizia locale anzi, al contrario, di gerarchizzare il suo ruolo e rafforzarlo”. 
Non abbiamo chiesto, neppure, che siano sostituite le forze di sicurezza nazionali impegnate nelle indagini, bensì che siano affiancate e aiutate, per evitare che siano loro a indagare su se stessi. Una differenza significativa riguardo le conclusioni del Giudice hanno sottolineato i famigliari. “Non siamo d’accordo, neppure, nel fatto che la Giustizia abbia dato le risposte giuste al momento giusto. - hanno concluso i Maldonado - La rimozione dall’incarico del giudice precedente lo dimostra, non servono ulteriori commenti”. 
L'avvocato Verónica Heredia, intervistata dalla giornalista Adriana Meyer di Pagina 12 è stata molto chiara: “Continueremo a sostenere che c’è stata una sparizione forzata seguita da morte, ed è lo Stato a dover dimostrare eventualmente che non è stato così. Ma alla verità ci si può arrivare solo con un'investigazione imparziale che ancora non è neppure iniziata". 
L’avvocato Heredia, sulla risoluzione del giudice Lleral di respingere la possibilità di partecipazione di esperti indipendenti, ha risposto: “Stiamo chiedendo niente più e niente meno che un’indagine imparziale ed indipendente, soprattutto indipendente dal Potere Esecutivo. Imparziale rispetto a quelle stesse persone che dal 5 agosto hanno investigato nello stesso posto. Il prefetto Ruata dice che avevano rastrellato il fiume 7 volte. Quindi, il ritrovamento senza vita di Santiago in quello stesso posto non fa altro che aggiungere altre domande e le risposte non le può dare chi è intervenuto il 1 agosto, né tantomeno chi ha proseguito le indagini subito dopo. Il Potere Esecutivo non può fare le indagini”. 
Adriana Meyer ha chiesto a Heredia se questo problema è ricorrente nei casi di violenza istituzionale, e la professionista ha parlato di alcune questioni di base "… non esiste una polizia giudiziaria ne investigatori indipendenti, tutte le forze di sicurezza dipendono dal Potere Esecutivo". 
In senso logico ed estremamente ragionevole non dobbiamo stupirci dalla risposta dell'avvocato. Già dal 1° agosto, essendo la repressione la pietra dello scandalo, è più che ovvio supporre che gli appartenenti alla stesse forza dell'ordine coinvolta non avrebbero indagato sulla stessa. Lo Stato non dovrebbe sentirsi leso nella sua sovranità. 
"La nostra richiesta di imparzialità e indipendenza è interpretata come se noi pretendessimo di attaccare la sovranità argentina. Quando invece è tutto il contrario - ha detto Heredia - Nella nostra richiesta non stiamo dicendo di far venire un gruppo internazionale, ma semplicemente una squadra che conosca la materia, per quanto riguarda i sequestri e le esecuzioni extragiudiziarie. Possono essere esperti di università o di ONG. Non è un capriccio, sono raccomandazioni che vengono da esperti per portare avanti indagini di questo tipo. Non abbiamo nemmeno indicato dei nomi, possono scegliere chi vogliono basta che siano degli esperti per aiutare lo Stato ad indagare su se stesso”. 
Accompagniamo la richiesta con la guida alla domanda numero 9 emessa dal Comitato Internazionale di Giuristi nel 2015 con tutta la giurisprudenza internazionale della Commissione Interamericana che propone la conformazione di gruppi di esperti indipendenti" ha aggiunto l'avvocato. 
Ogni reclamo ed ogni esigenza della famiglia Maldonado è un grido per la verità. "Vogliamo la verità e non rimarremo sulla nostra posizione se le prove diranno il contrario, non sosterremo per capriccio che è una sparizione forzata se non lo è, ma lo Stato deve dimostrarlo. Supporre che si è trattato di annegamento accidentale sarebbe pienamente assurdo. Il documento che abbiamo presentato riguarda le sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziarie, che per logica è quello che è successo. Non ci esprimiamo riguardo altre ipotesi possibili nell'attesa dei risultati finali" ha concluso.
I Maldonado per chiedere la verità sul figlio morto hanno usato, giustamente, toni decisi e determinati, invece, nonostante l'immenso dolore che vivono, con dolcezza e gratitudine hanno voluto ringraziare tutte le persone che fino ad ora li hanno sostenuti. Apparsi per la prima volta in pubblico i genitori di Santiago: Stella Peloso ed Enrique Maldonado hanno espresso il loro dolore da una parte, e la loro gratitudine dall'altra attraverso un comunicato:"A tutti i cittadini argentini e del mondo dal nostro più profondo dolore come genitori di Santiago vogliamo ringraziarvi per ogni parola di incoraggiamento, ogni lettera, ogni abbraccio; le vostre lacrime arrivano ai nostri cuori. I nostri giorni, la nostra vita si è spezzata, abbiamo solo il dolore profondo di aver perso il nostro amato figlio. Ricordiamo Santiago mentre rideva, cantava, disegnava, tatuava, che è quello che faceva a casa nostra. Ricordiamo i suoi viaggi, i suoi divertenti aneddoti, le sue interminabili chiamate nonostante la distanza, sempre presente, sempre spiritoso, sempre solidale. I giorni passano e a noi manca tanto non poter chiamarlo e sentire la sua voce".

Foto di Copertina: Sandra Cartasso/www.pagina.com 

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