Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

chiesa 227098di Americo Mascarucci
"Qualunque oggetto aereo, inclusi i jet e i droni della coalizione internazionale, identificato a ovest dell'Eufrate sarà seguito dai mezzi antiaerei russi, sia terrestri sia aerei, come bersaglio aereo nelle aree in cui l'aviazione russa è in missione di combattimento nei cieli siriani". Lo ha annunciati il ministero della Difesa russo in risposta all'abbattimento di un jet siriano da parte delle forze Usa. In seguito all'abbattimento del jet siriano Su-22, il Ministero della Difesa russo ha inoltre comunicato che "da oggi termina la cooperazione con la parte americana nel quadro del memorandum per la prevenzione degli incidenti e per la garanzia della sicurezza dei voli nel corso dell'operazione in Siria". Dunque si fa sempre più teso il clima fra Usa e Russia sulla questione siriana. Cosa accadrà ora? E soprattutto, Trump e Putin troveranno una soluzione o alla fine si andrà allo scontro armato? Intelligonews lo ha chiesto a Giulietto Chiesa giornalista esperto di scenari geopolitici.

Che succede in Siria? Usa e Russia ormai sono in guerra?
"Siamo sicuramente in presenza di un aggravamento drastico della situazione che si accompagna ad un’acuta intensificazione del conflitto da parte degli Usa contro l’Iran. La situazione è seria. Stiamo andando verso un peggioramento dei rapporti, peggioramento provocato da una chiara ed evidente provocazione americana".

Chi è che decide queste provocazioni? Il presidente Donald Trump? Perché?
"Non mi sento di scusare Trump o dare per scontato che lui sia stato all’oscuro dell’abbattimento del jet siriano, ma non mi sento nemmeno di escludere che questa ennesima provocazione possa essere stata decisa altrove da nemici di Trump, interessati ad inasprire la situazione e i rapporti con Mosca".

Appare poco credibile che Trump non sia stato informato: del resto non è lui che ha riaperto le ostilità contro l’Iran che tutti sanno essere alleato strategico del regime di Assad?
"Infatti non dico che Trump non sapesse nulla, dico che potrebbe anche aver subito questa provocazione. Del resto non sarebbe la prima volta. L’hanno già fatto anche quando c’era Obama e questi aveva già concluso l’accordo con Putin sulla Siria siglato fra Lavrov e Kerry. In base all'accordo le truppe siriane sarebbero entrare ad Aleppo e avrebbero liberato la città. Il giorno dopo l’intesa siglata dai ministri degli esteri, gli aerei della coalizione occidentale bombardarono una postazione dell’esercito governativo alla periferia di Aleppo uccidendo numerosi ufficiali siriani. Chi diede l’ordine? Obama? Non credo proprio visto che il giorno prima aveva siglato il patto. E' evidente che c’è qualcuno in Usa che persegue finalità e obiettivi diversi, per non dire opposti, rispetto a quelli dell’amministrazione, ieri quella di Obama oggi quella di Trump".

Ci possono essere margini per recuperare un'intesa fra Washington e Mosca?
"Non siamo ad una dichiarazione di guerra, o almeno non lo siamo ancora, ma soltanto di fronte ad un avvertimento. Putin fa capire che da adesso in poi tutti gli aerei americani che sorvoleranno ad ovest dell’Eufrate saranno seguiti dagli aerei russi che ne controlleranno le attività. Quello che potrà succedere è da vedere".

L’Isis sembra sconfitta, i russi hanno addirittura annunciato l’uccisione del califfo Al Baghdadi e incredibilmente invece di unire le forze per debellare definitivamente il Daesh, americani e russi rischiano di indebolirsi a vicenda. Non è un paradosso?
"Non è assolutamente un paradosso, la provocazione americana è proprio una risposta all’uccisione del capo dell’Isis. Il comunicato russo inoltre riferisce dell’uccisione di tutti i capi militari dell’Isis anche se i media occidentali non se ne sono accorti, come si trattasse di una notizia del tutto irrilevante. A Washington però ne hanno ben capito l’importanza e la portata e hanno reagito di conseguenza al duro colpo subito".

Ma scusi, semmai il colpo lo ha subito l’Isis, che c’entrano gli Usa?
"Per me i capi dell'Isis uccisi dal raid russo sono tutte creature dei servizi segreti. L'Isis è un prodotto e finché non capiremo questo, sarà difficile capire tante cose della Siria".

Tratto da: intelligonews.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos