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A 28 anni dalla caduta del dittatore Stroessner
di Jorge Figueredo
Il 2 e 3 Febbraio ricorrono i 28 anni dalla caduta della dittatura del Generale Alfredo Stroessner, il quale governò il Paraguay dal 1954 al 1989. Il maggiore lascito dello stronismo è stato una corruzione generalizzata: depoliticizzò una generazione intera fornendo un’educazione mediocre – svuotata da qualsiasi formazione civica e cultura della legalità – favorendo pertanto una popolazione priva di valori etici – dove la cultura dell’illegalità veniva “lodata”, mentre la legalità veniva rifiutata e persino derisa. Si è sviluppata così una generazione di persone senza spirito critico, priva della capacità di pensare. Migliaia di vittime di tortura, maltrattamenti, omicidi, malattie ed esili che non sono mai più tornati in Paraguay. Il Governo di Stroessner ha consegnato le maggiori ricchezze naturali alle multinazionali, regalando le terre migliori ai latifondisti stranieri, cacciando via migliaia di contadini dalle loro terre che insieme a operai, artisti e intellettuali dovettero abbandonare il paese, per la paura, la povertà e la repressione sistematica del regime.

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Vennero approvate le leggi 294 e 209 con l’unico fine di gestire la vita e la libertà delle persone, reprimere il libero pensiero, soffocare qualsiasi opinione dissidente: impedirono qualsiasi manifestazione cittadina contro la dittatura applicando arbitrariamente la legge marziale. Ogni manifestazione contro la dittatura era considerata eversiva e delittuosa: migliaia di cittadini furono incarcerati solo per aver partecipato alle proteste pubbliche. La dittatura stronista controllava anche il teatro, la musica, la poesia ed i libri di letteratura e storia. Non avrebbe però potuto sopravvivere  per così tanti anni senza aver avuto dalla sua parte il sostegno del potere giudiziario per legalizzare i delitti e imporre la privazione della libertà ai nemici. È evidente che il governo di Stroessner contava su una giustizia ossequiosa, suddita, pusillanime al servizio del terrorismo di Stato, invece di garantire la legalità e amministrare la giustizia. Di fatto, il comportamento dei magistrati del Potere Giudiziario in Paraguay per decenni è stato ben lontano da quello che si addice a membri di un potere dello Stato, alla pari di quello Esecutivo e Legislativo, perché applicavano una giustizia kafkiana, irrazionale, senza senso comune; le carceri erano piene di prigionieri politici. Erano pochi i detenuti comuni, mentre la maggior parte dei delinquenti che formavano bande e colletti bianchi - che oggi chiamiamo mafiosi - facevano parte del governo: grandi “signori” padroni della vita e del patrimonio di tutti i paraguaiani. I loro crimini coperti dalla più totale impunità.
Nonostante siano trascorsi circa tre decenni dalla caduta del potere di Stroessner possiamo affermare che lo stronismo, come ideologia politica, non è mai tramontato, al contrario, sono state create le condizioni, soprattutto durante l’attuale governo di Horacio Cartes, per imporre una nuova Dittatura: molto più sofisticata e quindi crudele, forte anche del sostegno del Potere giudiziario, del Ministero Pubblico e di un ampio settore dei mezzi di comunicazione.

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Lo dimostrano i fatti accaduti lo scorso 29 Gennaio, nel pomeriggio. Quel giorno era in corso ad Asunción una manifestazione cittadina contro la corruzione, guidata dall’attivista sociale Paraguayo Cubas, dal consigliere della Ciudad del Este Celso Miranda, noto con lo pseudonimo di Kelembù e dal consigliere del Dipartimento dell’Alto Parana, Miguel Martinez Núñez, tra gli altri. I manifestanti hanno realizzato dei graffiti con bombolette spray. La prima abitazione scelta è stata quella del Procuratore Generale dello Stato Javier Díaz Verón. Quando i manifestanti sono giunti di fronte al domicilio hanno dipinto il muro che fa parte della proprietà del Ministero Pubblico, e tre veicoli senza targa, con delle frasi contro la corruzione e la dittatura.
Agenti della polizia sono intervenuti per reprimere i manifestanti procedendo all’arresto dei principali ispiratori, senza motivi validi per privare loro della libertà. Ma la cosa più grave non è stata soltanto la detenzione arbitraria, incostituzionale e illegale dei cittadini Paraguayo Cubas, Celso Miranda, Celso Daniel Miranda, Miguel Martinez, Raimundo Luciano e Jose Luis Segovia, bensì l’intervento del giudice senza aver prima realizzato un’analisi seria sulla condotta dei detenuti, imputati di “disturbo della quiete pubblica”, “danneggiamento di beni pubblici e resistenza” e chiedendo l’arresto preventivo per tutti. Senza un minimo di razionalità la prigione preventiva è stata imposta per i suddetti consiglieri e per il figlio di uno di loro, e disposti i domiciliari per Raimundo Luciano e Jose Luis Segovia.

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Il Ministero Pubblico e il Potere giudiziario hanno agito come al tempo della dittatura di Stroessner, legalizzando i metodi repressivi della polizia e quindi dell’attuale governo di Horacio Cartes - attualmente impegnato in una campagna per una riforma costituzionale che gli permetta di essere rieletto -, che si è caratterizzato in questi anni per aver perseguitato chiunque protesti per la corruzione, non solo della sua amministrazione, ma anche sull’origine dubbiosa della sua ricchezza ed il suo presunto coinvolgimento in attività criminose come riciclaggio di denaro, contrabbando e traffico di droga.
È denigrante l’agire del Potere Esecutivo per mano della polizia e della giustizia paraguaiana, di fronte ad una manifestazione cittadina che esercita soltanto i propri diritti costituzionali di riunirsi, manifestare e di libertà d’espressione. Dipingere pareti e veicoli - anche se di proprietà privata - non è perturbazione della quiete pubblica, e tantomeno i manifestanti hanno commesso atti di violenza contro persone o cose; non ci sono stati danni a beni di interesse comune, perché la pittura non ha distrutto totalmente né parzialmente il muro né i veicoli, e tanto meno c’è stata “resistenza” da parte loro: l’imputazione del reato di resistenza presuppone due atti normativi emanati dall’autorità statale: un primo atto che esprime la volontà giuridica statale ed un secondo atto di esecuzione eseguito da un funzionario, un organo nell’esercizio della sua competenza o funzioni attribuite dall'ordine giuridico. Nel caso in questione i manifestanti non si sono opposti all'esecuzione di alcuna risoluzione scritta, leggi, sentenze etc. emanate dall’autorità competente; stavano semplicemente esercitando un diritto costituzionale stabilito nella nostra Carta magna.
Molti pensavano ingenuamente che la giustizia Kafkiana propria del sistema inquisitivo e dittatoriale era scomparsa in Paraguay. Una giustizia che ha una sua caratteristica, perché gli imputati subiscono dei procedimenti giudiziari indefiniti dei quali capiscono poco e niente e che sembrano non andare verso alcuna direzione, perdendosi nella burocrazia senza giungere alla soluzione del conflitto. Fatto in sé che gli accusati percepiscono con l'impotenza di chi non sa neppure con certezza di cosa sia accusato e perché. Dove abbondano i misteri,  le pseudo-imputazioni, dove si eseguono le formalità legali, ma si violano i principi basilari fondamentali del diritto penale come quello della Dignità Umana, della legalità, dell'umanità, e l’intervento in ultima ratio del potere dello Stato.   
Tuttavia ora ci rendiamo conto non solo che la Giustizia Kafkiana gode di buona salute, ma si è addirittura potenziata durante l'attuale Governo di Cartes. In realtà questa Giustizia è perfettamente funzionale ad interessi politici, economici, e di élite del Gruppo Cartes. Possiamo affermare che se la Giustizia fosse amministrata diversamente già da tempo Horacio Cartes avrebbe potuto essere processato per presunto coinvolgimento in vari reati. Come minimo sarebbe stato già sottoposto a Giudizio Politico perché, a differenza dell'ex presidente Fernando Lugo, nel suo caso ci sono i presupposti costituzionali e legali.
La repressione ed imputazione a carico dei cittadini che hanno manifestato legittimamente contro la corruzione e l’impunità vigente nel paese è molto pericolosa, perché apre il vaso di Pandora affinché una nuova dittatura si consolidi nel Paraguay, ancora più crudele e criminale di quella di Stroessner. La dittatura mafiosa è già radicata dentro lo Stato, i cui reati saranno legalizzati dagli organi di giustizia, consolidando un sistema criminale perverso, dove prevarranno i profitti economici, politici e culturali di una élite, in detrimento del paese.  
Quindi, in questo momento, Paraguayo Cubas e tutti gli imputati, in prigione o agli arresti domiciliari, sono comunque prigionieri politici o di coscienza della Dittatura di Horacio Cartes.  
Se tutti noi, cittadini onesti, non manifestiamo contro la dittatura Cartista che si sta imponendo nel paese, ed esigiamo la liberazione dei carcerati politici e di tanti altri - la maggior parte di loro contadini condannati ingiustamente per il Caso Curuguaty - e anche contro la corruzione, la mafia e l'impunità, la Giustizia Kafkiana in connubio con il regime cartista si consolideranno in una nuova dittatura criminale.

*Foto di Copertina: www.judicialesherald.com - Avvocato Paraguayo Cubas al momento dell’arresto
*Foto 2: www.moopio.com - immagine della manifestazione
*Foto 3: www.780AM.com - Magdalena Britos www.UltimaHora.com

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