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NEWS 260067di Pierluigi Fagan
Tanti attori sono stati variamente invocati e convocati per spiegare il fallito colpo di Stato turco. Ma non stiamo dimenticando qualcuno?

Russia, Iran, curdi, Siria, Israele, Arabia Saudita, Qatar, Egitto, Francia, Germania, Unione europea, Stati Uniti d'America, Tutti questi attori sono stati variamente invocati e convocati per spiegare il fallito colpo di stato turco e tutti loro sono sotto esame per capire dove si volgeranno le prossime relazioni internazionali turche.

Ma non ci siamo scordati qualcuno?

Nel mentre la Turchia ribadiva la sua fedeltà atlantica e nel mentre si sottoponeva al decennale corso di idoneità per esser sposa dell'Unione europea, processo kafkiano che ha rinnovato esami e scadenze senza mai approdare a nulla, la Turchia si faceva l'amante e - ad Aprile 2013 - entrava come osservatore nella Shanghai Cooperation Organization SCO.

La SCO, ha come membri effettivi la Cina, la Russia, i tagiki, i kazaki, i khirghizi e gli uzbeki. Questi ultimi quattro, sono Stati della zone da cui in parte originano i popoli turchi che non sono indigeni dell'Anatolia. Sono gravitanti intorno alla SCO in attesa di essere ammessi: India, Iran, Pakistan, Mongolia, Bielorussia, Afghanistan, Sri Lanka. Ma - colpo di scena - a Giugno 2016, hanno presentato domanda d'entrata anche l'Egitto, la Siria ed Israele. Cosa spinge iraniani ed israeliani, pakistani ed indiani, turchi e siriani a far parte della stessa organizzazione? La Cina.

La Cina ha i soldi e sono pochi oggi a trovarsi in questa fortunata condizione. La Cina ha progetti, ben due vie piene di ferrovie, strade, porti, aeroporti, stazioni, pipeline. Strade su cui viaggiano persone, merci, energia, scambi ed occupazione.
La Cina ha soldi e progetti di cooperazione, non ti chiede se sei bianco o nero, se sei democratico o meno, se rispetti di diritti dei gay. Ti chiede solo di essere collaborativo e stabile.
Stabilità che impone di mettere a posto in casa prima di ospitare progetti ed investimenti.
La Turchia, nei progetti della Via della Seta terrestre, è il terminale finale prima di saltare in Europa. A Giugno fanno domanda egiziani, israeliani e siriani forse perché hanno saputo qualcosa che noi non sappiamo.
Ma qualcun'altro ha saputo la stessa cosa e ha provato a fare il colpo di Stato in Turchia per interrompere la continuità territoriale. Lo stesso problema che portò ai rovesci ucraini.
Non ci è riuscito ed ora Erdoğan procederà a mettere a posto casa prima di far dell'amante la sua nuova sposa.
Ex Oriente lux.

Fonte: facebook.com/photo.php?fbid=10209171846068831

Tratto da: megachip.globalist.it

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