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acosta flavioAncora latitante il suo complice
di Jean Georges Almendras
Un episodio di violenza domestica, verificatosi nella località brasiliana di Pato Branco, a sudest dello Stato di Parana, distante circa 100 km dalla frontiera con l’Argentina, ha messo fine alla latitanza di Flavio Acosta. L’uomo, 30 anni, è ritenuto uno degli assassini del giornalista Pablo Medina, collaboratore della nostra rivista, e della sua assistente Antonia Almada, uccisi il 16 ottobre del 2014, mentre percorrevano in auto una stradina isolata a Villa Igatimí, distante circa 50 km da Curuguaty (Paraguay).
La polizia brasiliana lo ha arrestato sabato mattina proprio a Pato Branco, dove abitava da circa 8 mesi, e lavorava come muratore. Acosta, in possesso di documentazione falsa (sotto il nome di Flavio Valerio de Asuncao), è il nipote di Vilmar Acosta -ritenuto il mandante dell’omicidio del giornalista e della sua assistente-, anche lui arrestato in Brasile nel marzo dello scorso anno ed estradato in Paraguay alla fine del 2015. Vilmar Acosta ora è rinchiuso nel carcere di Tacumbú, in attesa del processo che dovrebbe iniziare nel mese di maggio.
Ad effettuare l’arresto, sono stati gli agenti della Polizia Civile di Paranà, che sono intervenuti a seguito di una denuncia per aggressione fisica ai danni di una donna a lui legata sentimentalmente. La notizia ha fatto subito eco nei media del Paraguay, dove era intensamente ricercato. L’omicidio di Medina e Almada infatti aveva coinvolto molto la popolazione.
Le autorità del Brasile hanno riferito che dalle verifiche effettuate a seguito della denuncia avevano riscontrato che la persona identificata con il nome di Flavio Valerio De Assuncao non era tale in realtà. Quindi grazie all’indagine per scoprire la vera identità, constatarono che le caratteristiche fisiche coincidevano con quelle di Flavio Acosta, sulla cui testa pendeva un ordine di cattura internazionale da parte dell’Interpol.
Immediatamente disposero una ferrea vigilanza alla sua casa, irrompendo nell’abitazione la mattina del sabato 9 gennaio e procedendo all’arresto. Acosta ha cercato di fuggire in moto ma in pochi secondi la polizia lo ha trascinato giù dalla moto, per poi ammanettarlo.
Condotto in questura, già nel corso dei primi interrogatori, Flavio Acosta ha ammesso la sua partecipazione al delitto di Villa Igatimí, omettendo però di apportare nuova informazione sul suo complice Wilson Acosta (fratello di Neneco Acosta, ex sindaco di Ypejhú) ancora latitante. Tuttavia, esistono forti sospetti che l’individuo si trovi in territorio brasiliano e le autorità stanno seguendo questa linea.
I media paraguaiani, appena appresa la notizia della cattura, hanno riferito che è anche indagato dalle autorità brasiliane per il suo coinvolgimento nell’omicidio di un agente di polizia dello Stato del Matto Grosso del Sud. La stampa riferisce inoltre che il giudice di Salto del Guairá, Lorenzo Lezcano, è in permanente contatto con le autorità del Brasile per sollecitare l’estradizione di Flavio Acosta in Paraguay nel più breve tempo possibile, punto condiviso anche dal Brasile. È chiaro che in ambito giudiziario in Paraguay si nutre la speranza che non abbia a ripetersi l’odissea delle pratiche burocratiche in tal senso, come avvenne nel caso di Vilmar “Neneco”, estradato in Paraguay otto mesi dopo il suo arresto nella città di Navirai (Brasile).

acosta flavio 2Certamente è un passo avanti per fare giustizia sull’omicidio Medina, ma ovviamente il grave e pesante problema della narcopolitica in Paraguay e la presenza dei narcos che operano nel paese, in special modo nella zona di frontiera con il Brasile, è ancora una realtà che pesa non solo sulla popolazione paraguaiana, ma in particolar modo sulla democrazia del paese. Non è da dimenticare infatti che il sistema politico e pezzi del potere statale - come dimostrato da fatti, riferiti anche dalla stampa - sarebbero seriamente coinvolti in fatti di corruzione o in manovre illegali predisposte congiuntamente con capi, vice capi e sicari del narcotraffico.
Ricordiamo che il clan Acosta Marquez si è guadagnato una triste fama nella sua regione d’influenza, è considerato praticamente “padrone” del traffico di marijuana e altre sostanze stupefacenti in un’amplia zona del dipartimento di Canindeyú. Ma allo stesso tempo si è guadagnata parecchi nemici, come il clan capeggiato dai fratelli Giménez Suárez, diventato il principale rivale degli Acosta.
Facendo una rapida e sintetica cronologia dei fatti di violenza messi in atto dalle famiglie narcos della regione, ricordiamo il fatto di sangue avvenuto il 27 dicembre del 2009 che segnò l’inizio della guerra tra i due clan.
Quel giorno morì crivellato di colpi Ramón Giménez Suárez, fratello minore di Marcial e Ismael Giménez Suárez. Morirono anche i narcos Marcos José Pereira e Carmelo Ayala. Il 12 ottobre dell’anno successivo, tre uomini al servizio dei fratelli Giménez Suárez uccisero Víctor ed Elio Acosta Marquez, fratelli minori di Vilmar “Neneco” Acosta. Ne seguirono una serie di omicidi, avvenuti principalmente nella zona circondante la città di Ypejhú, area di influenza del clan Acosta.
A denunciare puntualmente la escalation di violenza era il giornalista Pablo Medina, corrispondente di ABC Color. Di conseguenza si intensificarono le minacce contro la sua vita, dietro le quali sia Medina che le persone a lui più vicine ritenevano ci fosse Vilmar “Neneco” Acosta, allora candidato alla carica di sindaco di Ypejhú.
Il clan Acosta ha al suo attivo un tenebroso curriculum e i fatti di sangue avvenuti prima, durante e dopo il 2010 rappresentano una delle pagine nere della storia della regione, culminato nel codardo omicidio Medina-Almada.
Le conseguenze di quell’attentato si sentono ancora oggi dentro e fuori il Paraguay, perché oltre alle vite umane falciate e al dolore della famiglia, ha rappresentato un attacco contro la libertà di espressione.
Flavio Acosta, un anello di questa catena di morte e di crimini, è adesso in attesa di comparire dinanzi alla giustizia del suo paese. Da parte sua, Wilson Acosta, suo complice - sicuramente al corrente della cattura di Flavio - senza alcun dubbio si sente la polizia alle calcagna. Una vera corsa contro il tempo. Ne è cosciente il latitante così come le autorità. Dobbiamo solo aspettare.

*Foto di copertina: Flavio Acosta, poco dopo il suo arresto in Brasile. Foto ABC Color
*Foto inferiore: Flavio Acosta presentato alla stampa in Brasile. Foto Rede Massa

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