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iran-putindi Giuseppe Masala - 13 aprile 2015
Mosca - Teheran, un' impressionante accelerazione, in economia e nella difesa: rapida successione di mosse per allargare all'Iran l'Unione eurasiatica

Continua la partita a scacchi tra NATO, UE e USA da una parte e Russia, Cina ed Unione Euroasiatica dall'altra. Se gli occidentali hanno lavorato - anche utilizzando metodi che la storia ha condannato - per attrarre nella propria sfera di influenza l'Ucraina, le potenze più influenti dell'Asia stanno lavorando - per mezzo di strumenti diplomatici - per attrarre nella propria sfera di influenza l'Iran. Assistiamo a un'impressionante accelerazione, sia nel campo dell'economia, sia in quello militare. Si tratta di mosse in grado di cambiare il gioco.

Prima mossa: giovedì scorso vi è stata una riunione tra l'ambasciatore Iraniano a Mosca, Mehdi Sana'ei e il Presidente della Commissione Euroasiatica della Federazione Russa, Viktor Khristenko. Non era un incontro di routine: nella riunione si è concordato l'avvio di tavoli tecnici bilaterali per studiare l'entrata nell'Unione Euroasiatica dell'Iran.

Seconda mossa: il Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa ha annunciato che - su invito del suo presidente Nikolai Patrushev - il presidente del Consiglio supremo di sicurezza nazionale dell'Iran Ali Shamkhani parteciperà alla riunione della Organizzazione di Shanghai per la Cooperazione, un'organizzazione che ha lo scopo di garantire la sicurezza nei paesi aderenti e dunque incentrata sulla cooperazione militare. Traspare la volontà di attrarre l'Iran verso un'alleanza a 360 gradi con Mosca e in prospettiva anche con l'altro gigante asiatico, la Cina (altro membro chiave dell'Organizzazione di Shanghai).

Terza mossa: il presidente russo Putin toglie il bando alla fornitura di sistemi missilistici antiaerei S-300 in favore di Teheran. Si tratta di una fornitura che renderebbe un incubo per gli attaccanti un qualsiasi tentativo di bombardare l'Iran. Mosca, che pure è stata decisiva nell'accordo sul nucleare iraniano, sa che non si tratta di un patto di ferro: troppe sanzioni ancora in ballo, troppi possibili ripensamenti a Washington, troppo nervosismo in casa Netanyahu.

Queste notizie ben difficilmente sono passate inosservate a Washington e a Bruxelles, che rischiano di pentirsi di aver sospinto - con il colpo di stato di Kiev - l'Unione Euroasiatica oltre il Don per vedersela straripare nel Golfo Persico. Il mondo unipolare è una coperta troppo corta.

Tratto da: megachip.globalist.it

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