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le-pen-marine-webdi Anna Lami - Megachip - 26 aprile 2012
Mettiamo le mani avanti: in Italia non c’è attualmente nessuna Marine Le Pen all’orizzonte, per fortuna, anche se non è detto che le cose non possano cambiare in un prossimo futuro. Per ora la Lega Nord, che rischiava di raccogliere alcune quote significative di consenso popolare contro Monti, naviga in cattive acque e la Destra di Storace è tutto fuorché un movimento con speranze di radicamento sociale e crescita elettorale significativa.

In Francia è tutta un’altra storia. Oltretutto da quando il Front National non subisce più la concorrenza degli scissionisti di Bruno Mégret (2.3 % al primo turno delle presidenziali del 2002) si può tranquillamente considerare l’unico reale partito della destra xenofobo-populista francese. Mai sdoganato dagli ambienti conservatori e moderati, mai arruolato nemmeno per accordi tattici contingenti, quindi essenzialmente “puro” e non compromesso con nessun partito di potere, agli occhi dell’elettorato può, con una certa credibilità, presentarsi quale reale opposizione all’ “embrouille Umps” . Dal 2011 la sua leader pressoché incontrastata è donna, figlia d’arte, quarantenne, mamma di tre figli, divorziata e “femminista”.

Marine Le Pen è la migliore creatura politica che l’estrema destra europea possa proporre sul mercato elettorale di questi tempi.

Con lei al timone, il Front National è diventato il primo partito tra le fasce più deboli della popolazione francese , ha conquistato una parte non trascurabile dell’elettorato femminile e ha un successo notevole tra i giovani.

Da quando Marine ha ereditato la leadership del Front, sono stati aboliti tutti i marchi distintivi dell’estremismo para-fascista: finita l’epoca dei nostalgismi vandeani, definitivamente fuori gli skinheads dai cortei e dai ranghi dell’organizzazione, espulsi i quadri colti in fallo mentre si lasciavano andare a romantici saluti romani (Alexandre Gabriac, fotografato mentre salutava romanamente, è stato radiato), significative aperture sul tema dei diritti civili per gli omosessuali.

Con Marine si sono oltretutto fatte largo le donne e le istanze femminili, in barba alla tradizione machista dell’estrema destra: le ragazze del Front National non si sentono angeli del focolare né rivendicano solo il “diritto ad essere madri”. Chiedono parità nel trattamento economico rispetto agli uomini ed arringano contro la sottomissione femminile dell’Islam integralista.

Le Pen ha chiara la linea di distinzione amico-nemico: loro “resistono” in difesa della nazione, contro il nemico rappresentato tanto dall’Unione europea delle banche quanto dall’immigrazione e dall’”islamizzazione”. Non a caso alla radio si è rallegrata perché la tecnocrazia di Bruxelles teme il risultato del suo FN: “È il ritorno della nazione e della volontà popolare”, ha dichiarato.

Dunque, abbastanza intelligente da saper alzare la bandiera del patriottismo francese (a differenza di quanto avviene Italia, oltralpe nessuno si vergogna della propria cittadinanza) coniugando modernità nell’immagine a radicalità nei messaggi e concentrando la campagna elettorale sui 3 temi centrali: rifiuto dell’Unione Europea e dell’Euro, critica alle storture dell’economia mondializzata, feroce attacco agli immigrati ed all’”invasione” musulmana.

Il Fn mette il dito nella piaga dei principali problemi del tempo presente e nonostante le sue risposte siano populiste e sbagliate (ad esempio scaricando il malcontento sociale dei francesi, in particolare dei più disagiati, contro il facile bersaglio dei migranti stranieri, alimenta la guerra tra poveri) convince tanti perché le altre forze politiche o sono corresponsabili dei problemi attuali (come l’UMP di Sarkozy e il Parti Socialiste di Hollande) o sono incapaci di proporre alternative credibili.

Basti pensare che Eva Joly candidata dei Verdi di Europe-Écologie è un’europeista convinta (non a caso ha dimezzato i voti del suo schieramento precipitando al 2%), che Jean-Luc Melenchòn, del Front de la Gauche, pur proponendo cose meritevoli come l’abolizione del “fiscal compact”, l’aumento dei salari minimi e l’uscita dalla Nato, è rimasto sostanzialmente silente sulla questione dell’Euro e del debito perché già pensava all’appoggio garantito al socialista Hollande nel ballottaggio, per non parlare dei candidati di Lutte Ouvrière e Nouveau Parti Anticapitaliste ridotti ai minimi storici in quanto persi nel loro trotskismo d’antan.

Invece il Front National pone in primo piano la tematica della sovranità nazionale, orrore degli orrori: ma non si capisce davvero, e soprattutto è piuttosto impegnativo farlo capire, come si potrebbe difendere quel poco di democrazia che ci resta e magari riconquistare qualcosa di meglio senza fare i conti con un recupero della sovranità nazionale ormai espropriata dalla tecno-finanza europea.

Semmai il problema è come declinare il recupero della sovranità nazionale in chiave autenticamente democratica e progressiva senza inceppare in pulsioni fascistoidi e razziste. Ed anche come conciliarla con la costruzione di un’Europa a vocazione sociale e non più ostaggio di pochi. Due sono le possibilità: o sorgerà una vera alternativa politica in grado di dare uno sbocco positivo alle istanze popolari oppure il pericolo che certe forze reazionarie intercettino il malcontento popolare e lo dirottino su binari deviati rischierà di diventare una preoccupante realtà.

Tratto da: megachip.info

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