Pesante scontro a fuoco ieri tra i delinquenti del Comando Vermelho, 4 poliziotti rimasti uccisi. Più di 80 arresti; stato di allerta nella città
Quella di martedì 29 ottobre è stata una giornata estremamente violenta nel Complejo Alemao, un vasto settore di favelas di Rio de Janeiro, quando forze di sicurezza congiunte – circa 2.500 agenti – della Polizia Militare e della Polizia Civile hanno fatto irruzione nell’area con l’appoggio di 32 veicoli blindati, due elicotteri e una logistica imponente in grado di mettere a segno una mega operazione. Gli agenti avevano un centinaio di mandati di perquisizione e l'obiettivo era arrestare criminali della malavita del narcotraffico appartenenti al Comando Vermelho.
La resistenza dei narcos lì barricati non si è fatta attendere, reagendo con una potenza di fuoco enorme che ha visto l’impiego di droni dai quali sono stati lanciati esplosivi contro gli agenti di polizia in azione. Il bilancio di uno scontro dai risvolti insospettabili, che ha destato scalpore e sconvolto la popolazione, è stato di 64 morti tra i criminali e quattro poliziotti; si sono inoltre registrate scene drammatiche nel momento dell’arresto dei sospettati, in totale 80 persone.
Secondo testimoni, i gruppi di criminali che hanno opposto resistenza alle forze di polizia si sono impadroniti di veicoli ai quali hanno dato fuoco per creare barricate, nel tentativo di impedire l’avanzata degli agenti in uniforme. L’intera insolita operazione, la cui portata ricorda altre risalenti a parecchi anni fa, ha scatenato una serie di ripercussioni a livello politico, creando un clima di alta tensione in città al punto che si è resa necessaria la chiusura dell'aeroporto di Rio de Janeiro per ordine delle autorità. Solo nelle prossime ore si potrà conoscere la reale portata di questa azione di polizia e le sue ripercussioni a diversi livelli.
Nelle prime ore della mattina di martedì la popolazione del Complejo Alemao ha assistito a un enorme dispiegamento di poliziotti pesantemente armati appartenenti alla Polizia Militare e alla Polizia Civile del governatorato carioca. L’obiettivo principale era eseguire perquisizioni, con relativi mandati giudiziari, nei confronti di persone sospettate di far parte del Comando Vermelho, una delle potenti fazioni criminali che operano nel paese dagli anni Ottanta, congiuntamente ad altre organizzazioni criminali, come Terceiro Comando Puro, Amigos Dos Amigos e Primer Comando Capital de Sao Paulo.
Il Comando Vermelho è conosciuto per la sua solida struttura criminale gestita, nella stragrande maggioranza, dai suoi capi direttamente dai centri penitenziari. Le sue principali attività sono legate al controllo dei territori per il narcotraffico locale e transnazionale, in stretto collegamento con altri gruppi della regione e di altri paesi, alle quali si sommano altre attività di taglio prettamente criminale, come la vendita di armamenti.
In occasione della mega operazione alla quale facciamo riferimento, un dato che ha colpito fortemente le autorità è stata l’enorme potenza di fuoco con la quale i criminali hanno risposto, così come la rapidità con cui i delinquenti hanno opposto fortissima resistenza agli agenti che, in modo organizzato, stavano guadagnando terreno nello spazio letteralmente occupato dalle forze dell’ordine, sotto lo sguardo attonito ed impaurito di centinaia di persone che vi risiedono e che nulla hanno a che vedere con le fazioni criminali; abitanti che per alcuni momenti si sono trovati in mezzo ad un intenso fuoco incrociato.
Data la gravità della situazione, scuole e negozi hanno chiuso le loro porte e nei vicoli della favela si sono vissute scene di panico indescrivibili, in particolare quando negli ospedali vicini hanno iniziato ad arrivare feriti e deceduti, molti dei quali sotto stretta custodia della polizia; i familiari delle persone che venivano arrestate o ricoverate in ospedale si sono accalcati alle porte in cerca di informazioni e le forze dell’ordine sono dovute intervenire con prudenza. Nonostante ciò, secondo alcuni testimoni, non si escludono scene di abuso da parte della polizia, fatto che certamente dovrà essere oggetto di indagine in seguito.
Un altro momento drammatico si è verificato quando i criminali ricercati, con l’aiuto di collaboratori posizionati strategicamente, hanno eretto barricate con autobus rubati, con il proposito di impedire l’ingresso dei veicoli blindati.
In concreto, l’operazione, durata diverse ore, ha provocato nella zona uno stato di commozione difficilmente da descrivere e dimenticare e che ha generato una serie di ripercussioni a livello politico, in particolare tra il governo centrale guidato dal Presidente Lula Da Silva e il governatore ‘bolsonarista’ di Rio de Janeiro, che sarebbe colui che avrebbe dato l’ordine per l’esecuzione delle procedure.
Intanto Lula si è detto “inorridito” per il bagno di sangue. Il ministro della Giustizia, Ricardo Lewandowski, ha dichiarato che il presidente del Brasile, appena rientrato dalla Malesia, dove ha partecipato al vertice Asean e ha finalmente incontrato il presidente americano Donald Trump, è rimasto “scioccato” dal numero di morti e si è detto sorpreso che una retata di questa portata sia stata lanciata senza che il governo federale né il presidente ne fosse informato.
Nelle prossime ore sono previsti diversi incontri tra le autorità governative e il bilancio delle operazioni e delle azioni giudiziarie. Non si esclude che il governo centrale adotti misure significative nei confronti degli abitanti del Complejo Alemao, che di fatto hanno vissuto momenti di tensione indicibili. Al bilancio di morti, feriti e arrestati si aggiungeranno certamente le conseguenze emotive tra i residenti, in gran parte minorenni, che ovviamente non passeranno inosservate.
