Ghislaine Maxwell, condannata per traffico di minori, sarebbe pronta a testimoniare sulla rete di amici e clienti del magnate ma i Repubblicani si rifiutano
Negli Stati Uniti la definiscono “Loose Cannon”. Tradotto: una scheggia impazzita, una figura fuori controllo capace di scatenare disordine. E che disordine. Ghislaine Maxwell, amante di Jeffrey Epstein nonché adescatrice di ragazze (minorenni incluse) per conto del magnate pedofilo, sta facendo tremare politici, vip e imprenditori americani. Gli stessi che avrebbero usufruito dei festini organizzati da Epstein in passato tra isolotti privati e jet di lusso. Secondo il Daily Mail una fonte vicina alla collaboratrice del miliardario morto in cella in circostanze mai del tutto chiarite, “sarebbe felice di avere l’opportunità di sedersi davanti al Congresso per raccontare la sua storia”. Maxwell, oltre ad essere “partner in crime” (è stata condannata a 20 anni per traffico di minori) era soprattutto l’anticamera di Epstein. Il suo archivio vivente. Conosceva tutti i suoi segreti. Sapeva chi, dove, e quando aveva beneficiato del giro di prostituzione del newyorkese fatto di abusi e party a luci rosse. Conosce benissimo l’identità di questi “clienti” illustri. In pratica una bomba a orologeria pronta (o intenta) a scoppiare. Dove? Dentro il palazzo del potere americano: il congresso, per l’appunto. I Repubblicani, che si ritrovano il presidente Donald Trump nei file di Epstein (almeno secondo Elon Musk, oggi in rottura con l’amico tycoon), hanno subito alzato trincee opponendosi con tutte le forze alla proposta della detenuta. Atteggiamento che chiaramente alimenta il sospetto che il capo della Casa Bianca abbia qualcosa da nascondere. Epstein era un miliardario con un debole per le ragazze molto giovani, che ospitava nella sua casa di New York e nell’isola di sua proprietà ai Caraibi per incontri a sfondo sessuale. Molti amici erano invitati e le ragazze venivano offerte anche a loro, come ha dimostrato la drammatica storia del principe Andrea d’Inghilterra e Virginia Giuffrè, che si è tolta la vita di recente. Jeffrey era stato incriminato per questi traffici e arrestato, ma è morto in carcere il 10 agosto 2019. Il mondo Maga ha sempre sospettato che non si sia suicidato, come stabilito dall’autopsia, ma sia stato ucciso per coprire i suoi clienti. I MAGA erano convinti che tra loro ci fossero i vertici del Partito democratico, come Bill Clinton, come riportavano alcune indiscrezioni degli ultimi anni. Perciò volevano che i documenti segreti fossero pubblicati. Da buona volpe, il Tycoon aveva promesso in campagna elettorale che una volta alla Casa Bianca avrebbe provveduto con le desecretazioni. La sua stessa segretaria alla Giustizia, Pam Bondi, durante un’intervista su Fox aveva detto di avere i file e di essere pronta a rivelarli. La settimana scorsa, però, il presidente ha fatto dietrofront, deludendo i suoi elettori, rimasti chiaramente disorientati. Il dipartimento alla Giustizia ha confermato che Epstein si è suicidato, pubblicando un video degli ultimi momenti della sua vita da cui però manca un minuto che potrebbe essere cruciale per appurare la verità. Quindi ha negato l’esistenza della lista dei “clienti”. La frenata di Bondi ha provocato un terremoto in seno all’FBI, cominciata con una lite con il vice capo dell’agenzia, Bongino, che minaccia di dimettersi, e potrebbe essere seguito anche dal direttore Patel. Trump è intervenuto con un messaggio sul suo Truth in cui ha difeso Bondi e sollecitato il mondo MAGA a dimenticare questa vicenda, perché non c’è nulla da aggiungere. E anzi, ha accusato i suoi avversari democratici, da BarackObama a HillaryClinton, di aver redatto i documenti segreti per danneggiarlo. Un’accusa che gli è tornata indietro come un boomerang. Sulla vicenda gli americani chiedono chiarezza. Sentire GishlaineMaxwell sarebbe un buon modo per farla. Ma c’è da superare lo scoglio del Partito Repubblicano, che opponendosi alla richiesta della complice di Epstein non fa altro che i sospetti sul proprio leader.
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