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Gli Stati Uniti, patria naturale dell’esportazione chirurgica della democrazia mediante metodi di soft power, previo intervento militare diretto, sembra stiano vivendo sulla loro pelle il caos delle rivoluzioni colorate. Un movimento scomposto che sembra avere i colori della bandiera messicana, più volte esposta dai manifestanti in lotta per le strade dilaniate di una Los Angeles a ferro e fuoco.
Le proteste sono esplose dopo una serie di raid dell'Immigration and Customs Enforcement (ICE) in diverse località della capitale californiana, mirati all'arresto di persone coinvolte in immigrazione illegale. Quelle che inizialmente erano manifestazioni pacifiche, si sono rapidamente trasformate in scontri violenti, con auto incendiate, negozi vandalizzati e la bandiera americana data alle fiamme.
Sono proprio le bandiere del Messico, accompagnate da quelle americane capovolte, i vessilli esposti negli edifici federali, mentre le forze dell'ordine hanno risposto con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate stordenti.
Il governatore democratico della California Gavin Newsom ha assunto una posizione di aperta sfida all'amministrazione Trump, definendo il presidente "un dittatore" e accusandolo di "incitare e provocare la violenza, creare caos di massa, militarizzare le città".
Quando il tycoon ha dispiegato 700 marines e 4.000 soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles senza il consenso del governatore, Newsom ha rincarato le accuse: "Questi sono atti di un dittatore, non di un presidente".
Nel frattempo, il Dipartimento di Polizia di Los Angeles ha effettuato "arresti di massa" nel centro della città, dopo che nella serata di ieri è stato imposto il coprifuoco imposto dal sindaco, Karen Bass.
Sembra la prima manifestazione visibile di una lotta di potere ormai in atto all’interno degli Stati Uniti. Los Angeles rappresenta l’emblema stessa di una nazione ormai socialmente in frantumi. La città è oggi considerata una delle metropoli più diseguali del mondo occidentale, con una forbice sociale che si è ulteriormente allargata negli ultimi anni: ospita sia alcuni dei quartieri più ricchi degli Stati Uniti sia una delle più grandi popolazioni di senzatetto del paese: oltre 69.000 persone senza fissa dimora nel 2022, pari a circa il 30% di tutti i senzatetto americani. Il 14,2% dei residenti vive in stato di povertà, mentre la California detiene il primato nazionale di americani poveri e quasi-poveri. 





In un discorso televisivo nazionale, Newsom ha lanciato un allarme che va oltre i confini della California: "La democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi. Questo momento che temevamo è arrivato”, ha dichiarato, avvertendo che l'intervento militare federale a Los Angeles segna l'inizio di un'iniziativa molto più ampia da parte di Trump per "sovvertire le norme politiche e culturali al centro della democrazia nazionale".
Le manifestazioni, di fatto, si stanno espandendo a macchia d’olio, coinvolgendo anche New York, Chicago, Atlanta, Omaha e Seattle. A Chicago i manifestanti si sono scontrati con la polizia. Proteste registrate anche in diverse città del Texas, dove il governatore dello Stato, Greg Abbott, ha annunciato l'invio della Guardia Nazionale del Texas in diverse località. A New York la manifestazione, iniziata in modo pacifico a Foley Square, nel cuore di Lower Manhattan, ha attirato migliaia di persone che hanno scandito slogan come “Abolire l’ICE” e “Fuori l’ICE da New York”.
Tuttavia, secondo quanto riportato dal New York Post, con il calare della sera la situazione è degenerata. Le tensioni sono esplose in violenti scontri con le forze dell’ordine: ci sono stati lanci di oggetti contro gli agenti, l’uso di spray al peperoncino da parte della polizia e numerosi arresti, alcuni dei quali documentati in video e definiti “brutali” da attivisti presenti sul posto. Il bilancio finale parla di oltre 80 persone fermate.
Alla protesta hanno partecipato anche rappresentanti istituzionali, tra cui la consigliera comunale di Brooklyn, Shahana Hanif, e il Public Advocate di New York, Jumaane Williams.
A San Francisco due tribunali per l'immigrazione nella Bay Area hanno chiuso ieri pomeriggio a causa dei disordini.
Nel mentre, i media statunitensi annunciano che la Casa Bianca ha chiesto all’Immigration and Customs Enforcement di portare gli arresti a quota 3000 al giorno, nei confronti di migranti che si trovano illegalmente negli Stati Uniti.
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