Victoria Villaruel è accusata di negazionismo dei crimini della dittatura argentina ed è considerata vicina ai repressori di Videla detenuti
Fischi e insulti al termine della messa di suffragio per Papa Francesco a Buenos Aires contro la vicepresidente argentina, Victoria Villarruel. La vice di Javier Milei è stata contestata all'uscita dalla basilica di San Josè de Glores al grido di "portatela via" e "nazista". La celebrazione nella chiesa del quartiere in cui era nato Jorge Bergoglio è stata affidata all'arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Garcìa Cuerva. La presidente del Senato e vice del presidente Javier Milei, con cui peraltro i rapporti sono gelidi, stava raggiungendo l'auto quando dalla folla si sono levati cori offensivi e minacciosi: "Come per i nazisti, ti verremo a cercare ovunque andrai", si sente nei filmati diffusi dai media argentini. Villarruel, un avvocato 50enne, fa parte del Partito Democratico, partito conservatore alleato della coalizione La Libertà Avanza di Milei, ma è accusata di revisionismo di Stato sui crimini della dittatura militare. Prima della messa Victoria Villarruel aveva postato il suo cordoglio sui social per "la dolorosa dipartita" di Bergoglio, "primo Papa americano della Storia sorto dalla nostra Patria", "verso la Casa del Signore". Anche le Madri di Plaza de Mayo accusano Villaruel di negazionismo e di revisionismo. Le Madri denunciano la sua vicinanza con i repressori della dittatura di Videla detenuti, più volte visitati nelle carceri. Bergoglio aveva preso una posizione decisa contro la direzione intrapresa dal governo Milei. Papa Francesco l’anno scorso aveva incontrato Anita Fernandez, nipote di Esther Ballestrino de Careaga, una delle fondatrici delle Madri di Plaza de Mayo e vittima della dittatura. Durante l'incontro, il Papa aveva espresso profonda preoccupazione per le iniziative revisioniste del governo argentino.
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