Nella capitale francese continuano a succedersi le riunioni da questa mattina attorno a Macron, al capo della diplomazia americana Marco Rubio, all'inviato di Donald Trump, Steve Witcoff, e ai ministri degli Esteri e della Difesa di Kiev, Andriy Sybiha e Roustem Umerov, assieme al capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak.
Un’occasione, secondo il presidente francese, funzionale all’ottenimento di una “convergenza sulla pace”. "Penso - ha detto il presidente all'inizio dell'incontro all'Eliseo - che tutti vogliano la pace, certamente, una pace robusta e duratura", ha detto Macron durante una rassegna stampa.
Una convergenza comparabile a quella di due rette parallele se si considerano le controparti ucraine e statunitensi. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Steve Witkoff, interlocutore di Mosca nei negoziati per il cessate il fuoco, di aver "adottato la strategia russa" e di "diffondere narrazioni russe". " Penso che sia molto pericoloso, perche' sta diffondendo, consapevolmente o inconsapevolmente, narrazioni russe", ha detto Zelensky in una conferenza stampa.
Secondo il leader ucraino "le guerre si fermano con la forza". "Ogni pacchetto di difesa per l'Ucraina da parte dei nostri partner, ogni forma di sostegno da parte del mondo per la nostra resilienza riguarda letteralmente la protezione di vite umane. La Russia usa ogni giorno e ogni notte per uccidere. Dobbiamo fare pressione sugli assassini e aiutare le vite per porre fine a questa guerra e garantire una pace duratura", ha scritto in un messaggio pubblicato su Telegram.
Il presidente ucraino non ha gradito il piano per una pace duratura trapelato da Witkoff, a seguito del suo incontro faccia a faccia con Vladimir Putin lo scorso 11 aprile. Un accordo i cui termini riguardano "i cosiddetti cinque territori" annessi dalla Russia (Crimea, le regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson) e, ovviamente, la vitale questione della neutralità.
Proposte rispedite al mittente, come annunciato dal portavoce del Ministero degli Esteri Georgy Tykhyi durante un briefing.
"L'Ucraina è uno Stato unito e unitario, entro confini riconosciuti a livello internazionale (Stato - UNIAN). Questa posizione dell'Ucraina è immutabile e non cambierà mai", ha affermato, citato dal quotidiano Unian, elencando in seguito i tre punti fondamentali per il Paese, per ottenere una pace duratura.
"Il primo punto è che l'Ucraina non riconoscerà mai come russi i territori sottratti dalla Russia. Il secondo è che l'Ucraina non accetterà mai alcuna limitazione delle sue capacità di difesa, delle sue Forze Armate o dell'assistenza militare da parte dei partner. E il terzo è che nessun Paese terzo ha il diritto di porre il veto sulle scelte dell'Ucraina riguardo a quali alleanze e unioni dovrebbe aderire", ha sottolineato il portavoce, rievocando proprio i termini che sono stati determinanti per l’innesco dell’operazione militare russa.
In particolare sul tema delle alleanze, lo stesso ex segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha ammesso che proprio il processo di espansione dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, è stata una delle cause principali del conflitto in Ucraina. Stoltenberg ha anche rivelato che Putin avrebbe cercato una soluzione diplomatica prima dell’invasione, ma l’Alleanza preferì non trattare.
L’Europa focalizzata sul proseguimento della guerra
Un quadro complessivo che vede l’asse europeo ancora ad una distanza siderale da qualunque proposito di porre fine alla guerra. Altro punto focale degli incontri di oggi è stata la visita del capo dell'ufficio presidenziale Yermak, che ha annunciato di essere atterrato a Parigi per tenere incontri con i Paesi che fanno parte del cosiddetto gruppo dei 'volenterosi' e con gli Stati Uniti.
“Nell'ambito della visita sono previsti una serie di incontri bilaterali e multilaterali con i rappresentanti dei Paesi della coalizione dei volenterosi e di quelli capaci di garantire la sicurezza, tra cui Francia, Germania e Regno Unito. Sono previsti anche incontri con i rappresentanti degli Stati Uniti attualmente presenti in Francia", ha scritto su X Yermak, spiegando che "stiamo lavorando su questioni critiche per la sicurezza dell'Ucraina e di tutta l'Europa".
Non c’è ancora intesa sulle modalità con le quali queste forze sarebbero dispiegate. Secondo il quotidiano Le Monde, nonostante la volontà condivisa di Parigi e Londra di collaborare per raggiungere questo obiettivo, i rispettivi stati maggiori non sembrano pienamente allineati sui mezzi da impiegare. “I francesi si mostrano più inclini a un’opzione terrestre”: la presenza di circa 1.000 soldati in Romania dal 2022 e la creazione, a partire da allora, di un’intera rete di supporto logistico dalla Francia renderebbero infatti più agevole questa soluzione. Gli inglesi, invece, privilegiano uno scenario meno diretto, “puntando su una combinazione di risorse aeree e navali, anche a causa delle dimensioni ridotte del proprio esercito”. A Londra – come in altre capitali – l’invio di truppe di terra convenzionali, al di fuori delle forze speciali, è considerato politicamente rischioso. “Da qui l’idea, promossa da settimane dai gruppi di sostegno ucraini vicini al Regno Unito, di negoziare invece una no-fly zone. Secondo alcune proiezioni, questa traccerebbe una linea dalla Bielorussia al Mar Nero, passando a est di Kiev e Odessa”.
Un programma definito folle dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: "non riescono a raggiungere un sostegno unito" a questo piano. "La maggior parte dei membri della coalizione dubita della fattibilità di questo intervento militare senza il sostegno degli Stati Uniti", e "Washington non sarà ancora, a giudicare dalle dichiarazioni, coinvolta in una simile avventura", ha detto la portavoce che, in precedenza, aveva avvertito come qualsiasi presenza militare della NATO in Ucraina, indipendentemente dalla forma, sarebbe stata considerata una minaccia diretta alla sua sicurezza e potrebbe innescare un conflitto con l’intera Alleanza.
"Purtroppo vediamo l'Europa concentrarsi sul proseguimento del conflitto", ha affermato il portavoce, Dmitri Peskov, in una dichiarazione riportata dall'agenzia russa Tass.
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitrij Medvedev, non ha mancato di commentare gli incontri con la compostezza di un cannone d’artiglieria semovente che lo ha sempre contraddistinto.
"Pare che i vertici della banda fascista ucraina siano arrivati a Parigi per negoziare con Regno Unito, Germania e Francia su quante bare europee saranno disposti ad accettare dopo l'introduzione delle truppe della 'coalizione dei volenterosi' in Ucraina", ha scritto Medvedev in inglese sul social network X.
A complicare il quadro, si è aggiunto l’avvertimento del futuro Cancelliere tedesco, Friedrich Merz, che ha paventato la possibilità di fornire a Kiev i missili a lungo raggio Taurus da 500 km di gittata e permetterle di effettuare attacchi al ponte di Crimea per colpire le catene logistiche russe.
Eventualità che Mosca considererà come una partecipazione di Berlino alle operazioni militari al fianco di Kiev, come riferito dalla stessa Zakharova.
"Dato che il lancio di questi missili da crociera è impossibile senza l'assistenza diretta dei militari della Bundeswehr, un attacco da parte loro su qualsiasi struttura russa, infrastruttura di trasporto di fondamentale importanza…. Come avete notato, Merz ha designato con sicurezza il Ponte di Crimea come obiettivo... tutto questo sarà considerato come una partecipazione diretta della RFT ad azioni militari a fianco del regime di Kiev, con tutte le conseguenze che ne conseguono per la Germania", ha detto Zakharova durante un briefing.
Esercitazioni per combattere la Russia in Germania
Nel frattempo, il popolo tedesco viene prontamente educato alla guerra. Si fa chiamare Red Storm Bravo, l’esercitazione che la Germania, con il coinvolgimento della NATO, sta pianificando per simulare un'eventuale risposta ad un attacco russo. Le manovre, dalla durata di tre giorni, si terranno dal 25 settembre ad Amburgo e vedranno schierate in città truppe, convogli di camion, ospedali mobili ed elicotteri. Si tratta della seconda esercitazione di questo tipo dopo quelle del 2024. Verrà simulato il trasferimento truppe NATO che dovranno essere rapidamente ridistribuite dall'Europa occidentale al fianco orientale: nei Paesi baltici e in Polonia. In questo senso Amburgo, con il suo porto strategico, svolge un ruolo importante come polo logistico. Secondo alcune fonti, potrebbero essere coinvolte in totale 800.000 uomini. "Questo è ciò che distingue la situazione attuale dalla Guerra Fredda. All'epoca, la Germania era considerata una potenziale zona di combattimento, ma oggi funge da retrovia per le operazioni NATO", ha spiegato il Capitano Kurt Leonards. Le esercitazioni includono anche l'evacuazione delle vittime, la fornitura di assistenza medica di emergenza e la simulazione di raduni che richiedono l'intervento dell'esercito. Secondo gli esperti, un attacco russo potrebbe effettivamente verificarsi entro quattro o cinque anni.
Un futuro che ormai rappresenta l’unico orizzonte di investimenti per l’Unione Europea.
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