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Al circolo Arci Epyc di Palermo il dialogo con il fotoreporter sopravvissuto alla dittatura

La memoria degli oltre 30mila desaparecidos della dittatura argentina, gli scatti di José Luis Ledesma sfuggiti alla censura del regime, il valore di una comunità - quella argentina - che si riunisce oltre oceano per connettersi con la propria terra latina. Questo è l’humus che ha caratterizzato l’incontro svoltosi lo scorso 24 marzo presso il circolo Arci Epyc di Palermo. L’evento, organizzato da “Asociación de Mujeres Latinoamericanas en Palermo”, ha celebrato la fine del regime di Videla e ha reso omaggio alla lotta dei militanti, delle madri e delle nonne di Plaza de Mayo, che ancora oggi continuano a chiedere verità e giustizia per i desaparecidos. La serata è stata arricchita dalla proiezione di documentari, dalla lettura di libri, dalla musica e da una mostra fotografica degli scatti del fotografo italo-argentino José Luis Ledesma, con cui Julieta Jimena Agustina di Our Voice ha dialogato nel dibattito introduttivo.


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Questo è un periodo molto buio per l'Argentina - ha detto il fotoreporter commentando il presidente Javier Milei -, perché abbiamo un governo negazionista, con una vicepresidente che va a visitare i torturatori in carcere e con la probabilità che conceda loro anche l'amnistia. Un governo che utilizza la polizia per reprimere i manifestanti. Anche dal punto di vista economico l'Argentina sta attraversando un momento molto difficile, perché non c'è welfare, non c'è assistenza sociale. Hanno eliminato tutti i benefici. E i pensionati non hanno i soldi per comprarsi le medicine, la gente non riesce a fare un pasto al giorno. Un governo così è da evitare assolutamente. Purtroppo, vedo un futuro molto duro”.
Ledesma ha invitato i presenti a non perdere la speranza e a preservare la memoria, perché nulla è impossibile. “Bisogna impegnarsi affinché la memoria non si perda e non venga cancellata - ha aggiunto -. In Argentina abbiamo la fortuna di avere molti giovani che la pensano come noi. Molte persone sono all'opposizione e non vogliono arrendersi. Anche i centri della memoria resistono e promuovono progetti culturali nelle università. Io sono un pacifista e penso che l'unico modo per contrastare questo governo sia alimentare la memoria, anche se fa male, anche se è una pagina dolorosa della nostra storia. Solo così possiamo fare in modo che non venga cancellata nel tempo. Non bisogna dimenticare”.


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In questo contesto, la fotografia assume un ruolo chiave. “Come la scultura, la pittura e tutta l'arte in generale, la fotografia ha un ruolo fondamentale per mantenere viva la memoria - ha concluso Ledesma -. In Argentina esistono spazi artistici che rappresentano questi momenti. Ci sono opere d'arte che raffigurano i corpi ritrovati dopo tanti anni delle persone fatte sparire attraverso i voli della morte. E la fotografia ha un ruolo chiave, perché immortala nel tempo la storia”.

Tratto da: ourvoice.it

Foto © Our Voice

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