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Il giornalista: quello del 7 ottobre è diventato un grande conflitto che si è espanso in tutto il Medio Oriente e ha provocato il crollo anche del regime di Assad

Cecilia Sala è tornata finalmente libera dopo 21 giorni di prigionia, in quella che si configura come una delle peggiori crisi diplomatiche tra Roma e Teheran degli ultimi anni.
Una vicenda, quella del suo arresto, che è sembrata subito essere legata all’incarcerazione di Mohammad Abedini, ingegnere iraniano arrestato a Malpensa il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, accusato di aver fornito componenti elettronici ai Pasdaran iraniani per un attentato contro militari Usa in Giordania. Ora, secondo alcune fonti vicine al senatore USA Marco Rubio, proprio Abedini potrebbe essere liberato e rimpatriato in Iran.
Il giornalista e inviato speciale per il Sole 24 ore, Alberto Negri, commentando gli ultimi accadimenti nella trasmissione Piazza Pulita su La7, ha evidenziato come Teheran avrebbe aperto alla possibilità di una trattativa per il rilascio della giornalista perché il Paese “sta vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia”.
Hanno perso i tre quarti della loro mezzaluna sciita in quest’ultima guerra del Medio Oriente e si apre la possibilità forse di giocarsi una sorta di carta iraniana…. Forse sono diventati disposti a sedersi a un tavolo con gli Stati Uniti anche perchè hanno capito che lo strapotere tecnologico israeliano è tale e le botte che hanno subito sono tali che la strada della trattativa è quella più auspicabile”, ha affermato Negri.
Nel merito, un alto generale iraniano, Behrouz Esbati, ha dichiarato che il Paese ha subito una pesante sconfitta con la caduta dell'ex presidente siriano Bashar al-Assad. Ha anche rivelato che le relazioni con il regime si erano già deteriorate prima della sua destituzione, in parte per il rifiuto di Assad di consentire alle milizie iraniane di attaccare Israele dalla Siria. Per oltre dieci anni, Teheran aveva sostenuto l’ex leader del partito Ba’th, utilizzando la Siria come centro di comando per rifornire di armi e finanziamenti le sue milizie, come Hezbollah in Libano e i militanti palestinesi in Cisgiordania.
Ora il Paese sembra immerso in un grande scontro interno tra le forze più oltranziste e quelle ora più attini ad una mediazione.
Il ministero degli Esteri è in competizione coi Pasdaran – continua Negri - il primo giorno che ho avuto (la notizia dell’arresto della Sala – ndr) ho chiamato subito un diplomatico iraniano del ministero degli Esteri e gli ho chiesto cosa stava succedendo… Erano imbarazzati, anche perchè è il ministero degli Esteri che ti dà il visto, è il ministero degli esteri che seleziona i giornalisti che possono andare (nel Paese – ndr) e quindi se ne prende anche un pò la responsabilità”.
Ma l’ultima apertura data dalla liberazione della Sala rappresenta anche un’opportunità senza precedenti per ritrovare una distensione con l’Occidente, nel contesto di un conflitto che dall’abisso drammatico delle violenze nella Striscia di Gaza si sta diffondendo a macchia d’olio su tutta la regione.
C’è una riflessione generale che mi piacerebbe fare. Il conflitto tra Kiev e Mosca comunque è rimasto limitato alle due parti, quello del 7 di ottobre, è diventato un grande conflitto che si è espanso in tutto il Medio Oriente e ha provocato il crollo anche del regime di Assad. Vance, il vice di Trump, ha detto che con l’Iran bisogna applicare una diplomazia intelligente, speriamo sia la volta buona”, ha concluso il giornalista.

Foto © Imagoeconomica

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