Cuba è entrata ufficialmente nei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) ieri, 1° gennaio 2025. L’integrazione dell’isola caraibica nel gruppo ampliato, noto come BRICS+, segna un nuovo capitolo nelle relazioni geopolitiche e commerciali del Paese.
Secondo una nota del ministero dello Sviluppo Economico russo, con l’inclusione dei nuovi membri, il gruppo rappresenterà il 36% del PIL mondiale, il 37% del commercio globale e circa la metà della popolazione mondiale, con oltre 3,5 miliardi di persone. I Paesi membri coprono una superficie complessiva di circa 40 milioni di chilometri quadrati e contribuiscono al 40% della produzione petrolifera globale.
L’ingresso nei BRICS+ avviene in un contesto economico interno caratterizzato da difficoltà strutturali. Uno dei settori più colpiti è il turismo, che rappresenta una delle principali fonti di entrata per l’economia cubana. Nel 2024, il numero di turisti è diminuito del 7,9% rispetto al 2023, con poco più di 2 milioni di visitatori tra gennaio e novembre. I dati ufficiali mostrano un trend in calo rispetto ai livelli pre-pandemia: nel 2019 i visitatori erano stati 4,2 milioni.
Sul fronte energetico, il Paese soffre di frequenti blackout dovuti a un sistema elettrico obsoleto e a una carenza di combustibili. La crisi energetica, aggravata negli ultimi mesi, ha portato a tre blackout nazionali da agosto, con tempi di recupero fino a cinque giorni.
La Cina ha fornito una donazione di 69 tonnellate di componenti per il sistema elettrico, destinati a ripristinare la capacità di generazione di oltre 70 centrali. Secondo quanto riportato dai media ufficiali, l’iniziativa rientra in un progetto di emergenza per affrontare la crisi energetica del Paese.
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