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Nel recente vertice dei Paesi BRICS a Kazan, in Russia, la questione dell'indipendenza economica dall'Occidente è emersa con forza. Con la Russia esclusa dai sistemi di pagamento internazionali come Swift, l’idea di un sistema alternativo ha preso piede, un obiettivo che Vladimir Putin ha manifestato esibendo una “banconota BRICS”, simbolo della possibile nuova valuta per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Questa alleanza, a cui quest’anno si sono aggiunti Egitto, Etiopia, Iran e Emirati Arabi Uniti, mira a rafforzarsi come alternativa al G7, opponendosi all’egemonia occidentale. Durante il vertice, Putin ha consolidato legami con gli altri leader BRICS: Narendra Modi lo ha accolto calorosamente, Xi Jinping ha rinnovato l’appellativo di “vecchio amico” e Cyril Ramaphosa ha definito la Russia “un alleato prezioso”. Putin ha ribadito l'importanza dei rapporti con l’Africa, un continente dove Mosca rafforza la sua presenza anche con l’ausilio di gruppi paramilitari. A margine del vertice, il presidente russo ha incontrato Dilma Rousseff, presidente della Nuova Banca di Sviluppo, ribadendo l’urgenza di un commercio basato sulle valute nazionali dei Paesi BRICS, piuttosto che sul dollaro. Una necessità che appare cruciale per contrastare le sanzioni occidentali e ribadire l'indipendenza finanziaria del gruppo.


Verso un mondo multipolare

Per il Cremlino, l’incontro a Kazan rappresenta un'opportunità per mostrare al mondo un modello alternativo, fondato sul principio di un “mondo multipolare”. Secondo Konstantin Kalachev, analista politico russo, l'obiettivo della Russia è dimostrare che “esiste un’alternativa reale alla pressione occidentale” e che il panorama internazionale è già in trasformazione. La Cina, tramite Xi Jinping, ha espresso il proprio sostegno per i BRICS, definendo il gruppo “il pilastro per una globalizzazione equa e vantaggiosa”, e Putin ha confermato l'intenzione di rafforzare la collaborazione tra Russia e Cina “per un ordine mondiale giusto”. Questo incontro ribadisce la volontà di affermarsi come contrappeso globale all'Occidente.


Tensioni e assenze diplomatiche

Nonostante l’unità del blocco, il vertice non è stato privo di tensioni. L'assenza del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha fatto sorgere interrogativi su possibili divergenze tra i grandi protagonisti del settore energetico. Nel frattempo, un portavoce della Corea del Nord ha smentito le accuse di Seul e Kiev secondo cui Pyongyang avrebbe inviato truppe in Ucraina a sostegno della Russia, definendo tali accuse “diffamatorie”. La Corea del Sud, intanto, ha avviato un piano di supporto per l'Ucraina, valutando l'invio di esperti militari. La guerra in Ucraina resta una questione divisiva: per Putin è il frutto dell’“egemonia USA”, mentre per l’Occidente è l’espressione delle mire espansionistiche russe. Nei prossimi giorni, Putin dovrebbe discutere del conflitto con il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ma la conferma ufficiale dell’incontro tarda ad arrivare. I BRICS si affermano così come una piattaforma cruciale per l’evoluzione della geopolitica globale, con la Russia che guida la sfida a un ordine mondiale dominato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati.


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Anche conferma che la Bolivia sarà un nuovo membro dei BRICS

"Ora vediamo che è possibile creare un altro blocco, un gruppo di Paesi disposto ad agire diversamente per generare sviluppo per tutti," ha dichiarato il presidente della Bolivia, Luis Arce durante il vertice dei BRICS a Kazan', che “questo incontro ha confermato ancora una volta che esiste un’alternativa al predominio unipolare attuale.” "Siamo molto soddisfatti di partecipare a questo vertice dei BRICS, dove vediamo l’opportunità di scambiare idee e preoccupazioni per il nostro Paese, la nostra regione e per tutti i Paesi del blocco," ha spiegato Arce. Il presidente boliviano ha confermato che la Bolivia sarà un nuovo membro dei BRICS, aggiungendo che la priorità per la Bolivia è ora "consolidarsi" in questa posizione. Arce ha espresso il desiderio di collaborare con i Paesi del blocco per “accelerare il processo di industrializzazione” della Bolivia, evidenziando che "una compagnia russa e due aziende cinesi hanno firmato accordi con la Bolivia per l’estrazione, la produzione e l'industrializzazione del litio boliviano." Ha aggiunto che il Paese non si limita solo al litio, ma possiede risorse come terre rare e minerali che intende industrializzare a beneficio di tutti. Con il processo di industrializzazione e le risorse naturali, la Bolivia contribuirebbe alla “generazione di una crescita equa tra tutti,” ha affermato il presidente. Un altro tema centrale per il governo boliviano è la dipendenza dal dollaro. “Abbiamo sempre ritenuto che ci sia una dittatura del dollaro, iniziata nel 1944 con il Fondo Monetario e la Banca Mondiale,” ha osservato Arce, spiegando che con la fine della convertibilità del dollaro in oro negli Stati Uniti sotto la presidenza di Nixon, il dollaro è diventato una valuta incontrollata, generando problemi per l'economia mondiale. "La soluzione," ha suggerito Arce, “potrebbe essere l’uso delle nostre monete o la creazione di una nuova moneta per le transazioni internazionali."


Anche l’Indonesia esprime il desiderio di unirsi

L'Indonesia è il quarto Paese più popoloso al mondo e la maggiore economia del Sud-est asiatico e il suo Ministero degli Affari Esteri ha comunicato il desiderio del Paese di unirsi ai BRICS. "L'ingresso dell'Indonesia nei BRICS è una manifestazione della sua politica estera indipendente e attiva," ha dichiarato Sugiono, nuovo ministro degli Esteri indonesiano. "Questo non significa che aderiamo a un blocco specifico, ma che partecipiamo attivamente a tutti i forum," ha aggiunto, come riportato da Reuters. Sugiono ha spiegato che i BRICS sono in linea con i principali programmi del governo indonesiano, "specialmente in ambiti come la sicurezza alimentare ed energetica, la lotta alla povertà e il miglioramento delle risorse umane," sottolineando come il Paese veda nel gruppo un “veicolo” per promuovere gli interessi del Sud globale. "L'adesione ai BRICS non implica che l'Indonesia prenda parte, bensì rafforza la sua posizione come ponte tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, con l'impegno di promuovere la sicurezza alimentare, la resilienza energetica e la riduzione della povertà nel Sud globale," ha precisato il Ministero degli Esteri. Recentemente, il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, ha evidenziato come "il gruppo ampliato dei BRICS rappresenti il 43% della popolazione mondiale" e "il 27% del PIL globale, oltre a un quinto del mercato mondiale delle esportazioni."

Foto di copertina © Imagoeconomica

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