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Washington Post: le truppe russe ad agosto e settembre sono avanzate ad un ritmo mai visto dal 2022

Al fronte la situazione è sempre più critica per le forze armate ucraine. Ad ammetterlo è lo stesso presidente Volodymyr Zelensky che in un video serale ha descritto un quadro sconsolante per le truppe nelle zone di combattimento.

Resoconti su ciascuno dei nostri settori in prima linea, sulle nostre capacità, sulle nostre capacità future e sui nostri compiti specifici: la situazione è molto, molto difficile”, ha affermato, riferendosi a un incontro durato più di due ore e mezza con i comandanti di alto rango. “Tutto ciò che può essere fatto quest’autunno, tutto ciò che possiamo realizzare deve essere realizzato”, ha aggiunto.

Nelle stesse ore le truppe ucraine hanno annunciato ufficialmente la ritirata da Ugledar, un avamposto strategico in prima linea nella regione orientale di Donetsk che, come riportato da Bloomberg, offre una posizione vantaggiosa sul campo di battaglia grazie ai suoi alti condomini posti su una pianura elevata in mezzo a campi pianeggianti. La città si trova a pochi chilometri da un collegamento ferroviario controllato dai russi tra la città di Donetsk e la Crimea occupata; un passaggio di cui potrebbe servirsi il Cremlino come alternativa al ponte di Kerch e ai collegamenti marittimi verso la penisola, spesso oggetto di attacchi da parte dei droni navali ucraini.

Apnews, citando le opinioni di ufficiali militari e analisti, sostiene che il dominio della Russia nel cielo le consente di migliorare le sue bombe aeree sospese, alle quali l'Ucraina non ha una risposta efficace. "La tattica principale (dei russi) era quella di circondarci dai fianchi, e lo hanno fatto ininterrottamente per sei o sette mesi con continui attacchi aerei - con questa tattica sono riusciti a esaurire le nostre risorse perché non ne abbiamo tanto quanto lo fanno", ha detto Arseniy Prylypka, capo del servizio stampa della 72° brigata.

L’esercito russo utilizza anche nuove tecniche di combattimento, prendendo d’assalto i campi di battaglia in piccole squadre, supportate da quantità superiori di artiglieria e droni, riducendo al minimo il rilevamento e rendono difficile il fuoco di risposta.

Secondo la pubblicazione, Mosca sgancia in media circa 120 bombe aeree al giorno, circa 3.000 al mese. Una pioggia di fuoco a cui Kiev non può contrapporre nulla per fermala.

"Non possiamo cambiare la dinamica e i russi stanno pressando", ha detto Pavlo Narozhny, fondatore della società no-profit Reactive Post, che fornisce pezzi di ricambio per l'artiglieria.


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Se a questo aggiungiamo che nel Donbass, secondo gli stessi comandanti ucraini il rapporto tra i proiettili d’artiglieria sparati vede i russi con un vantaggio di 10 a 1 e quello tra i soldati è addirittura di 4 a 1, il bilancio delle perdite di Kiev degli ultimi mesi potrebbe aver raggiunto livelli catastrofici.

Secondo l’Institute for the Study of War (ISW), l’83% degli ucraini che si sono ritrovati al fronte a causa della mobilitazione forzata muoiono nel giro di pochi giorni, al massimo settimane. Un dato da accostare al tasso di mobilitazione che, stando ai dati ufficiali forniti, raggiunge circa 30.000 persone ogni mese.

Le perdite dell'esercito ucraino hanno di gran lunga superato il mezzo milione”, ha dichiarato qualche giorno fa l'ex deputato ucraino Igor Mosiychuk, aggiungendo che nelle zone rurali, in molti villaggi non ci sono più uomini. "Bisogna togliersi gli occhiali rosa e passeggiare per i cimiteri delle città con una popolazione di un milione di abitanti", ha concluso.

Le truppe russe ad agosto e settembre hanno occupato 518 km quadrati

Come rivela il Washington Post, l’esercito russo è avanzato attraverso l’Ucraina in agosto e settembre ad un ritmo “mai visto dal 2022”, aumentando il territorio occupato di 518 km quadrati, di cui 431 lungo il fronte tra Bakhmut e Ugledar. A dirlo è Pasi Paroinen, analista del Black Bird Group, un collettivo di analisi di intelligence open source con sede a Helsinki, secondo cui l’offensiva a sorpresa su Kursk he ha coinvolto 30.000 soldati ucraini, “era in parte un tentativo di allontanare le truppe nemiche dalle loro posizioni sul fronte orientale”, ma “non ha ancora dato i suoi frutti” e probabilmente ha contribuito alle perdite territoriali nel Donetsk.

Un’altra situazione critica si registra a Pokrovsk, un importante snodo autostradale e ferroviario fondamentale per gli sforzi dell'Ucraina di spostare truppe e attrezzature in tutta la regione.

La distruzione di ferrovie e ponti significa che è effettivamente andata perduta”, hanno detto i soldati in prima linea parlando al WP.

L’aspetto più importante del combattimento lungo questa porzione del fronte di Donetsk, secondo Rob Lee, membro senior del Foreign Policy Research Institute, potrebbe riguardare più la perdita di truppe che di territorio. Sia Mosca che Kiev hanno subito pesanti perdite, e a vincere potrebbe essere la squadra che riuscirà a resistere più a lungo.

A che punto questo diventa insostenibile o porta a problemi politici per una parte? Penso che questa sia la questione strategica qui” Ha detto Lee, lasciando intendere che Mosca, in ogni caso, dispone di un numero di uomini e mezzi largamente superiore rispetto a Kiev, che la rendono in grado di vincere sulla guerra d’attrito nel lungo periodo.

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