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Il presunto responsabile, Ryan Wesley Routh, è un pluripregiudicato

Un nuovo attentato a Donald Trump, a due mesi dal primo, quello del 13 luglio durante un comizio in Pennsylvania. Un uomo, alle 13,30 di ieri (ora della Florida) - 19,30 in Italia -, è stato arrestato dall'FBI e il Secret Service per quello che è stato classificato dagli investigatori come un "tentato assassinio" dell'ex presidente, anche se inizialmente ritenuto come una sparatoria tra due persone per strada.

Il responsabile del presunto attentato di ieri sera è Ryan Wesley Routh, un pluripregiudicato sostenitore del Partito democratico che vantava di aver combattuto come volontario in Ucraina, e autore di messaggi offensivi nei confronti delle forze dell'ordine e dell'ex presidente sui social. Stando ai media statunitensi, l’uomo sarebbe stato identificato tramite il numero di targa del veicolo con cui si è dato alla fuga. Secondo la Cnn, la maggior parte dei contenuti recentemente pubblicati sulle piattaforme sociali da Routh erano dedicati a promuovere il suo "autoproclamato coinvolgimento" nella guerra in Ucraina, inclusi presunti sforzi tesi a reclutare volontari afgani per combattere al fronte contro le forze russe, che gli erano valsi anche un'intervista da parte del New York Times. L'uomo sosteneva inoltre di aver combattuto personalmente al fronte. 

Di Routh si sa che in passato ha vissuto alle Hawaii, che ha lavorato nel settore edile in North Carolina e che è stato arrestato almeno otto volte per diversi reati: nel 2002, in particolare, è stato condannato per il possesso di "un'arma di distruzione di massa”. Routh sarebbe stato arrestato in quell'occasione dopo un assedio di tre ore da parte delle forze dell'ordine per il possesso illegale di una mitragliatrice. 

L’uomo si era appostato tra i cespugli al bordo del Trump International Course, a West Palm Beach, in attesa di individuare il tycoon, impegnato a giocare a golf come ogni domenica. Quando l'ex presidente è arrivato alla buca 5, e si trovava a una distanza tra i 350 e i 450 metri dall'attentatore, un agente del servizio di sicurezza ha notato la canna da fucile spuntare dai cespugli e ha subito sparato. Trump è stato portato via dagli uomini della scorta. L'attentatore è scappato e si è infilato in auto, una Nissan, secondo la Cnn, tentando la fuga ma è stato bloccato poco dopo dalle pattuglie dello sceriffo della contea lungo la Interstate 95, l'autostrada che attraversa la Florida da nord a sud. Al momento dell'arresto, l'uomo non ha opposto resistenza e non era armato. Tra le siepi dove si era appostato sono stati recuperati un fucile Ak-47 con binocolo, e due zaini pieni di munizioni, oltre a una minitelecamera Go Pro.

Anche se Trump ha dichiarato subito di "essere in salvo”, tornano alla mente le parole - quasi profetiche - del compianto giornalista Giulietto Chiesa quando a inizio gennaio 2020, in una delle sue ultime interviste al nostro giornale, disse: “Lui (Trump, ndr) si sta difendendo con le unghie e con i denti da attacchi che vengono da tutte le parti. Lui è circondato, parliamoci chiaro. Mi domando come fa ancora essere vivo. Come funziona la sicurezza di Putin posso immaginarmelo, ma come funzioni la sicurezza di Trump francamente non lo so. Trump ha contro metà della CIA, se non di più. Ha contro metà dell’FBI, se non di più. Ha contro un pezzo dell'amministrazione. A chi si affida? Chi è che gli ha garantito la sicurezza fino ad ora? È un problema che non so risolvere”. Ciò che è certo, diceva, è che “lui ha due guinzagli: da un lato i ‘Neocon’ che infestano la sua amministrazione; dall'altro lato il guinzaglio sionista. Dietro l'elezione di Donald Trump c'è stato il pesante intervento dei gruppi sionisti nel finanziamento della sua campagna elettorale. L’IPAC, l’associazione che praticamente ha in mano più della metà dei deputati della Camera dei rappresentanti e più della metà dei senatori, repubblicani e democratici. Una possente organizzazione di lobby che è in grado di ricattare chiunque”. Parole che vanno tenute in considerazione al di là degli schieramenti politici e delle idee folli, deliranti e non condivisibili dell’ex presidente Usa Donald Trump.

Foto © Imagoeconomica

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