Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

L’analista americano, Jeff Brown: le corporazioni militari occidentali hanno bisogno di guerre lunghe. Jeffrey Sachs: gli Stati Uniti combatteranno questa guerra fino all’ultimo uomo

Una nuova finestra diplomatica viene messa sul tavolo a Kiev per fermare la guerra, ma da parte ucraina viene reiterata la volontà di accettare solo "una pace giusta" che forse non arriverà mai. Questo è il sunto della visita del premier ungherese Viktor Orban a Kiev da Zelensky, atto dovuto dopo avere assunto la presidenza di turno dell’Unione, conclusasi con un nulla sul fronte del conflitto russo ucraino.
"Ho chiesto a Zelensky di pensare se sarebbe possibile andare un po' diversamente, fare una pausa, interrompere il fuoco e poi continuare i negoziati. Un cessate il fuoco potrebbe garantire un'accelerazione del ritmo dei negoziati", ha detto Orban in una conferenza stampa successiva le trattative, sottolineando che il tema della pace in Ucraina sarà la questione principale nel prossimo semestre di presidenza ungherese dell'Unione europea.
Nel freddo comunicato di Zelensky alla fine dell’incontro non c’è, tuttavia, alcuna menzione ad una cessazione delle ostilità.
Oggi il primo ministro Viktor Orban e io abbiamo discusso delle questioni fondamentali delle nostre relazioni di vicinato: commercio, cooperazione transfrontaliera, infrastrutture ed energia. Abbiamo parlato anche della sfera umanitaria, di tutto ciò che influisce sulla vita della nostra gente sia in Ucraina che in Ungheria”, ha scritto su X dopo l’incontro il presidente ucraino, sottolineando che “il contenuto del nostro dialogo odierno su tutti questi temi può costituire la base per un nuovo documento bilaterale tra i nostri Paesi che regolerà tutte le nostre relazioni, si baserà su un approccio reciproco alle relazioni bilaterali tra Ucraina e Ungheria e consentirà ai nostri popoli di godere tutti i vantaggi dell’unità dell’Europa”.
Al contempo, ha chiesto esplicitamente in conferenza stampa che il sostegno dell’Europa rimanga a un livello sufficiente, in particolare per la difesa dell’Ucraina dal terrore russo. “Abbiamo già avviato i negoziati per l’adesione dell’Ucraina, stiamo preparando le condizioni per l’accordo di adesione dell’Ucraina. Questo processo è lungo e molto scrupoloso, ma richiede costantemente progressi, dinamismo, senza perdere un solo mese”, ha aggiunto Zelensky.
Nel merito, lo stesso Orban aveva in precedenza criticato i negoziati tra l’UE e Kiev. "L'Ungheria non è d'accordo con questo processo di adesione, ma non lo blocchiamo e sosteniamo l'avvio dei negoziati", ha detto Orban in un'intervista ai media tedeschi. Secondo lui i negoziati sono “un processo motivato puramente politicamente”, aveva affermato, citato dal Die Zeit.
Sul fronte della guerra dunque solo un sinistro silenzio e l’appello per una “pace giusta” che evidentemente pone l’irrealistica condizione che Mosca rinunci a tutti i territori occupati.
Il 14 giugno, il presidente russo Vladimir Putin aveva presentato nuove proposte in tal senso che prevedevano il riconoscimento dello status delle regioni di Crimea, Repubblica popolare di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia come regioni della Russia, il consolidamento dei paesi non allineati e nucleari lo status libero dell’Ucraina, la sua smilitarizzazione e denazificazione e l’abolizione delle sanzioni anti-russe.
A condizioni negoziali certamente migliori nel 2022, Ucraina e Russia erano vicine a firmare un accordo di pace, ma l'opposizione occidentale ha bloccato l'intesa. La rivista Foreign Affairs ha rivelato che le due nazioni avevano quasi firmato un documento per fermare la guerra durante i colloqui di Istanbul: la Russia si sarebbe ritirata in cambio della neutralità dell'Ucraina e garanzie di sicurezza multilaterali. Questo avrebbe escluso l'adesione di Kiev alla NATO. Nonostante il sostegno iniziale di Zelensky, i partner occidentali erano riluttanti a impegnarsi in un negoziato con la Russia. L'ex consigliere di Zelensky, Oleksiy Arestovych, ha dichiarato che era l'accordo più vantaggioso possibile, ma l'intervento di attori come il Regno Unito ha impedito la firma. La pubblicazione suggerisce che l'Occidente preferiva indebolire la Russia piuttosto che terminare la guerra, influenzando così la decisione di Zelensky di non firmare. Questo errore di calcolo ha portato a un prolungamento del conflitto con gravi conseguenze per l'Ucraina.
Tra i vari moventi della condotta d’oltreoceano ve ne è uno che ora incide al di sopra di ogni altro scenario, persino di quello geopolitico. Come esplicitato dallo scrittore e analista americano, Jeff Brown, le corporazioni militari occidentali hanno bisogno di guerre lunghe che possono durare decenni. Pertanto, vedono il conflitto ucraino come un altro modo per arricchirsi.
In Occidente la vittoria militare non è necessariamente l'obiettivo. Il complesso militare-industriale ha bisogno di guerre lunghe e incerte che si trascinano per decenni. Guarda cosa sta succedendo in Iraq, Afghanistan, Siria. Loro (gli Stati Uniti e i loro alleati - InoTV) in realtà non vogliono necessariamente la vittoria” ha affermato in un'intervista al canale YouTube Dialogue Works.
Secondo le analisi di Mediobanca nei primi tre mesi del 2024, i titoli del settore bellico hanno registrato un incremento del 22%, un valore triplo rispetto all'indice azionario globale, mentre ricavi dei produttori di armi nel primo trimestre di quest’anno segnano un +8,2%.
Anche secondo l’economista americano Jeffrey Sachs, nonostante le forze armate ucraine cedano territori e perdano ogni giorno un gran numero di uomini, è improbabile che Washington abbandoni la sua cinica politica di fornire al Paese armi e denaro.
Il Paese soffre di una corruzione dilagante e sanguina sul campo di battaglia, perdendo territorio e spesso da mille a duemila persone ogni giorno lungo la lunga linea di contatto. Il popolo ucraino non ha scelta. Non gli viene chiesto né consentito di esprimere la sua opinione né in una votazione né in alcuna discussione pubblica. Sappiamo che le persone stanno cercando di fuggire dall’Ucraina, tentando di attraversare i fiumi per raggiungere altri paesi dell’Europa orientale… Gli Stati Uniti continueranno ad armare e finanziare questa causa evidentemente persa, perché non sono i soldati americani a morire.”, ha affermato Sachs durante un’intervista a Judging Freedom, concludendo con amarezza che Washington, evidentemente, combatterà  “fino all’ultimo ucraino.

Foto © Imagoeconomica

ARTICOLI CORRELATI

Think tank del Pentagono: l'Europa deve prepararsi alla guerra sul suo territorio

The Guardian: ucraini in fuga per sfuggire alla coscrizione

Ministro della difesa russo propone misure contro la ricognizione NATO nel Mar Nero

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos