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L’Ass. Schierarsi (di cui è vicepresidente) ha mobilitato migliaia di volontari: “Un bel segnale”

"Sono fiero che in un momento di disaffezione alla politica e di scarsa partecipazione democratica siamo riusciti come associazione culturale a raccogliere circa 80mila firme per una legge di iniziativa popolare per chiedere all’Italia di riconoscere lo Stato di Palestina”. A dirlo è Alessandro Di Battista, attivista e reporter, a margine della manifestazione organizzata ieri nei pressi del Senato per annunciare la consegna delle firme raccolte assieme all’Associazione Schierarsi (di cui è vicepresidente). Sono migliaia i volontari mobilitati in questi mesi da Schierarsi. Centinaia le piazze italiane in cui hanno raccolto firme.
“Nel 2018 uscii dal Parlamento e oggi ci rientro con 80mila firme di cittadini che sono indignati dal terrorismo di Stato israeliano e dall'ipocrisia con cui rispondono le istituzioni italiane, a partire da questo Governo pavido - ha commentato Di Battista -. Con la madre, donna e cristiana che resta in silenzio di fronte alla strage di bambini palestinesi, molti dei quali tutt'ora a marcire sotto le macerie. Che dice la donna, madre e cristiana? Forse niente perché quelle donne e quei bambini sono musulmani e non cristiani. Nessuna parola di fronte a questa pulizia etnica. Se i Governi europei non avessero dato scorta mediatica a Israele, non si starebbe compiendo questa strage. Penso al Senato su cui il presidente La Russa ha fatto proiettare la bandiera di Israele non solo il 7 ottobre ma anche quando Israele ha massacrato civili e bambini. Oggi entriamo in Senato con 80mila firme, un bel segnale”.
"L'antisemitismo è una vergogna - ha aggiunto rispondendo alle domande dei giornalisti presenti -. Ma è altrettanto vergognoso quel che Israele fa dell'antisemitismo: fanatici, fondamentalisti, volgari assassini israeliani usano l'antisemitismo per giustificare i loro massacri e addirittura accusano di antisemitismo l'Onu perché osa scandalizzarsi per quel che stanno facendo a Gaza. E usano la fame come arma da guerra: una cosa che facevano i nazisti”.
Sulla reazione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alle inchieste di Fanpage.it, Alessandro Di Battista ha risposto dicendo che "la premier non ha alcuna credibilità finché resta zitta di fronte  a 16mila bambini palestinesi massacrati". “È una delle politiche più vigliacche che ci siano oggi in Europa - ha ribadito nel corso della manifestazione -. Ha preferito cercare il consenso da parte di Biden, della Nato, di Tel Aviv, di Washington e compagnia cantante piuttosto che interrogare la propria coscienza, non so come riesca a dormire la notte”. "Io della Meloni non parlo finché lei non avrà la dignità di dire una parola di pace, di condanna, rispetto al terrorismo di Stato israeliano", ha proseguito.
Quanto alla notizia della liberazione di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, Di Battista si è detto “contento” ma “non passa la rabbia verso quelli che sono stati i suoi veri aguzzini, ovvero il 90% dei suoi presunti colleghi che per 14 anni sono rimasti zitti avallando la narrazione della Casa Bianca. Oggi tutti parlano positivamente di lui, tranne alcuni che addirittura lo definiscono un hacker o addirittura lo paragonano a Matteo Messina Denaro. Si dovrebbero vergognare, giornalisti che non hanno mai tirato fuori una notizia che attaccano un giornalista che per anni ci ha fornito notizie vere e di pubblico interesse, grazie alle quali i giornali hanno venduto molte copie. Sono felice per lui, per la sua famiglia e per gli attivisti di Wikileaks e spero che torni presto a lavoro, visto che il mondo va dritto verso un'escalation militare”. 

Foto © Imagoeconomica

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