Il primo ministro australiano: “Patteggiamento risultato di incontri top secret con funzionari Usa”
"Spero che giornalisti, redattori ed editori di tutto il mondo si rendano conto del pericolo del caso statunitense contro Julian che criminalizza la raccolta di notizie e la pubblicazione di informazioni vere, che il pubblico meritava di sapere”. Lo ha detto la moglie di Julian Assange, Stella Moris Assange, durante la conferenza stampa di WikiLeaks indetta a Canberra (Australia) in seguito all'arrivo del giornalista in Australia da persona libera.
Julian Assange nelle scorse ore ha patteggiato la pena accettando di dichiararsi colpevole di un reato relativo alla rivelazione di materiale classificato americano, come parte di un accordo con il Dipartimento di giustizia Usa, ponendo fine all'odissea umana e giudiziaria che l'ha visto protagonista per anni.
Julian avrebbe dovuto partecipare alla conferenza stampa, ma “ha bisogno di tempo per riprendersi, per abituarsi alla libertà" e per "lasciare che la nostra famiglia sia una famiglia - ha aggiunto Stella confermando l’assenza del marito -. Bisogna capire cosa ha passato”.
Il precedente mosso contro Julian “ora può e sarà utilizzato in futuro contro il resto della stampa - ha continuato -. Penso che sarà graziato se la stampa sarà unita contro questo precedente, perché colpisce tutti voi, colpisce la vostra futura capacità di avvisare il pubblico e pubblicare senza timori". Stella ha confermato l'intenzione di chiedere, "non oggi ma quando verrà il momento", al presidente americano la grazia per il fondatore di WikiLeaks che si è dichiarato colpevole di spionaggio per ottenere il rilascio. “È interesse di tutta la stampa chiedere la riforma dell'Espionage Act - ha continuato riferendosi alla legge americana in base alla quale Assange è stato incriminato -. L'unico risultato veramente positivo per la stampa in generale sarebbe stata l'archiviazione completa del caso da parte del governo americano. Ora, invece, abbiamo la stampa in una posizione vulnerabile, come lo è stato Julian. Questo precedente può e sarà usato in futuro contro il resto della stampa".
Julian Assange
L’Espionage Act è una legge obsoleta che non fa nessuna distinzione tra chi passa informazioni segrete al "nemico" per soldi, e quindi una spia che tradisce il proprio Paese, e chi invece ha il coraggio di pubblicare documenti segreti per rivelare i crimini di guerra.
Dopo più di 13 anni di battaglie legali, prima da recluso nell'ambasciata ecuadoriana di Londra e poi da detenuto di un carcere di massima sicurezza di Belmarsh, Assange era in attesa di una sentenza sull’estradizione in Usa. Le autorità statunitensi intendevano processare l'editore australiano proprio ai sensi dell'Espionage Act per la pubblicazione da parte di WikiLeaks di numerosi documenti riservati, i cui contenuti innescarono scandali in merito all'operato delle Forze Usa in Iraq, ad attività di spionaggio Usa ai danni dei Paesi alleati e tanto altro. Ma Assange ha ottenuto la libertà su cauzione durante un'udienza segreta la scorsa settimana.
"Lasciate che la nostra famiglia sia una famiglia prima che lui possa parlare di nuovo nel momento in cui sceglierà di farlo", ha aggiunto, ringraziando il primo ministro Anthony Albanese e i funzionari del governo che "hanno lavorato per ottenere il rilascio di Julian".
La liberazione di Assange è frutto di una serie di recenti missioni segrete di funzionari australiani negli Stati Uniti. Il dipartimento di Giustizia statunitense ha dovuto prendere una "serie di decisioni" per poter procedere al patteggiamento, ha aggiunto Albanese durante una conferenza stampa a Canberra, sottolineando che il dipartimento di Giustizia Usa è indipendente e "non soggetto a influenze politiche". "Tutta una serie di persone" ha visitato gli Stati Uniti durante la definizione dell'accordo, ha spiegato Albanese, dicendosi "sorpreso" che questi negoziati siano sfuggiti ai media internazionali. Il premier ha aggiunto di aver parlato "direttamente" con gli avvocati di Assange durante i negoziati. Anche l'alto commissario australiano nel Regno Unito, Stephen Smith, ha lavorato per la liberazione di Assange, ha proseguito il premier, visitando il fondatore di WikiLeaks nel carcere di Belmarsh.
"I dettagli del patteggiamento sono stati elaborati per un certo periodo di tempo - ha affermato -. Questo era l'unico modo in cui potevo vedere una risoluzione. E l'obiettivo era quello di concludere queste questioni". Albanese ha dichiarato di non aver mai incontrato Assange durante i negoziati, ma di aver parlato con lui quando è atterrato oggi a Canberra. E Assange lo avrebbe ringraziato per gli sforzi compiuti.
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