Spariti alcuni dei documenti sullo spionaggio realizzato ai danni del fondatore di WikiLeaks Julian Assange e che, secondo due testimoni protetti, sarebbe stato condotto per conto della Cia, quando il giornalista australiano si trovava ancora nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Lo rivela El Pais. La notizia, riportata dalla giornalista Stefania Maurizi de Il Fatto Quotidiano, arriva ad appena venti giorni da un’udienza cruciale sull’estradizione di Assange, che si terrà alla High Court del Regno Unito il 9 e 10 luglio (concessa dopo il ricorso vinto all’Alta Corte di Londra).
Il quotidiano spagnolo fu lo stesso che nel 2019 ottenne per primo alcuni filmati dello spionaggio, che aveva preso di mira Assange, la moglie Stella e il loro primo figlio, nonché i giornalisti di WikiLeaks, i loro legali e giornalisti di testate mondiali, tra cui la Maurizi stessa. La pubblicazione di quei video da parte di El País portò all’apertura di un’inchiesta dei pm di Madrid, l’Audiencia Nacional, contro la UC Global, la società spagnola che si occupava della sicurezza dell’ambasciata ecuadoriana a Londra dove Assange è rimasto per sette anni rinchiuso. Coordinata dal giudice Santiago Pedraz, l’indagine va avanti fin dal 2019, tanto che la procura ha lamentato, riporta Stefania Maurizi, “l’esasperante lentezza delle forze di polizia che devono esaminare tutti i materiali sequestrati”. Non solo. Stando a El Pais, la polizia non avrebbe consegnato al giudice Pedraz tutti i file sequestrati sul telefono Samsung S7, usato dal capo della UC Global, Davide Morales, per comunicare con i suoi presunti contatti nella Cia. Il giudice Pedraz, scrive ancora Maurizi, “ha convocato i poliziotti dell’unità cybercrimine affinché eseguano in sua presenza una copia dei file presenti sul telefono per cercare di recuperarli e per scoprire chi è responsabile della loro sparizione”.
Nell’articolo, Stefania Maurizi ricorda che non è la prima volta che si assiste alla sparizione di documenti nel caso Assange.
“Chi scrive porta avanti, dal 2015, una battaglia con il Freedom of Information Act (Foia) per accedere a tutti i documenti del caso Julian Assange e WikiLeaks. Grazie a questa battaglia, è emersa la distruzione di documenti chiave sia da parte delle autorità inglesi del Crown Prosecution Service sia da parte di quelle svedesi della Swedish Prosecution Authority”.
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