Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 07-06-2024
In questi giorni il direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni si trova a Montevideo, in Uruguay, per coordinare alcuni lavori con la redazione locale del nostro giornale diretta da Jean Georges Almendras. Cronista televisivo di fama nazionale, Almendras ha segnato la storia del giornalismo in Uruguay. Tra gli appuntamenti dei due direttori anche alcuni incontri televisivi e interventi radiofonici nazionali per parlare di argomenti cardine del nostro giornale a partire dalla lotta alla mafia e al narcotraffico internazionale fino ad arrivare alla guerra. Una su tutte, quella in corso in Palestina da ormai nove mesi.
In particolare, oggi alle 15:00 ora locale (le 20:00 in Italia), nel programma “Viva la tarde” di Radio Sarandi, condotto da Kairo Herrera, sarebbe andato in onda uno degli ultimi podcast del direttore Bongiovanni, prodotto da Giorgio Di Stefano.
Dopo aver accettato in un primo momento, a distanza di qualche ora la direzione della radio è tornata indietro sui suoi passi negando - di fatto - la trasmissione del podcast. Nel podcast Bongiovanni commentava le parole di Eric Clapton, stella britannica della musica, in difesa dell'ex frontman dei Pink Floyd. Quest'ultimo attaccato da mesi per le sue opinioni sulla guerra in Ucraina e, soprattutto, quella in Palestina per qui Waters è stato accusato di antisemitismo.
"Era inevitabile nel contesto mondiale in cui viviamo - ha commentato Almendras -. Oggi nominare la parola 'Palestina' è diventato un problema al punto da dover censurare il tema. A livello internazionale la discriminazione è diventata la normalità. E lo stesso vale anche se del tema ne parlano artisti di fama mondiale come Eric Clapton e Roger Waters".
Lo schieramento a favore del popolo palestinese da parte del fondatore dei Pink Floyd è stato criminalizzato e demonizzato come antisemitismo da giornali, politici e persino etichette discografiche. La Palestina è spesso al centro delle sue esibizioni sul palco e delle sue pubblicazioni sui social. Il cantante di recente ha anche pubblicato un brano in merito al genocidio in corso nella Striscia di Gaza. “Il genocidio palestinese è come quello dei popoli nativi americani’’, ha detto di recente.
Da qui la difesa dello storico blues man Eric Clapton che ha affrontato l'argomento nei giorni scorsi ai microfoni di The Real Music Observer, rispondendo a chi chiedeva se un artista dovesse limitarsi esclusivamente alla musica. Clapton ha anche suonato con una chitarra con i colori della bandiera palestinese durante uno dei suoi ultimi live.
Ma tornando a Roger Waters, non è la prima volta che l'Uruguay diventa un Paese ostile nei confronti dell'ex frontman dei Pink Floyd. Nel 2023, infatti, durante una tournée internazionale, Waters è stato respinto dagli alloggi di Montevideo, oltre che di Buenos Aires, dove aveva programmato dei concerti nel mese di novembre.
Anche in quell'occasione il casus belli furono le posizioni del musicista e cantante sul dramma nella Striscia di Gaza.
L'hotel Sofitel di Montevideo aveva ricevuto una lettera dal presidente del Comitato Centrale Israelita locale, Roby Schindler. "Forse non lo sa, e non lo biasimo per questo, che Roger Waters è un misogino, xenofobo e antisemita, che sfrutta la sua fama di artista per mentire e vomitare il suo odio verso Israele e tutti gli ebrei", scriveva Schindler nella lettera.
In un'intervista pubblicata dal giornale argentino Página/12 Waters si disse "furioso" per la situazione perché non aveva "dove stare" e, soprattutto, per aver dovuto annullare un incontro con l'ex presidente uruguaiano José 'Pepe' Mujica, che considera "un amico".
"Questa gente, i Roby Schindler di questo mondo, cerca di silenziarmi perché credo nei diritti umani e loro no. Sono una società coloniale a cui niente impedisce, nemmeno l'omicidio di massa, di proclamare la loro supremazia su altri popoli e altre religioni", aveva contestato Waters. E da San Paolo aveva respinto le accuse rinnovando la sua condanna allo Stato israeliano, colpevole, secondo lui, di "pulizia etnica" da 75 anni, così come dei bombardamenti su Gaza e della morte di migliaia di bambini e neonati.
Nonostante gli ostacoli e i tentativi di censura, però, il musicista si è esibito ugualmente a novembre nello Stadio Centenario di Montevideo e successivamente nello stadio di River Plate di Buenos Aires. Dimostrando che la musica, specialmente quella politicamente impegnata, non può essere censurata. Un concetto che Bongiovanni e Almendras diranno nei prossimi appuntamenti televisivi e radiofonici in Uruguay nonostante la censura di Radio Sarandi.
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