Questo articolo, che riproponiamo ai nostri lettori, è stato scritto in data 31-05-2024.
La notizia del decesso di una persona amata, scrittrice, giornalista, militante della lotta sociale, una donna che si è impegnata per una giusta causa - per un lungo periodo della sua vita - senza esitazione né ipocrisie, ci rattrista l'anima perché è difficile accettare che persone così possano venire a mancare. Abbiamo ricevuto ieri nella nostra redazione la notizia del decesso - per un peggioramento delle condizioni di salute - di Nora Cortiñas, 94 anni, che tutti in America Latina e nel mondo intero conoscevamo come “Norita”.
E dopo aver cercato di assorbire il colpo di questa notizia, nelle nostre rispettive trincee di lotta, non posso fare a meno di riportare alla memoria il momento esatto in cui l’ho conosciuta. Era il mese di agosto del 2017, sulle rive del fiume Chubut, a Esquel - la Patagonia argentina - poco dopo la sparizione forzata di Santiago Maldonado.
Insieme al mio amico José Guzmán, parte della nostra redazione in Argentina, ci trovammo sullo scenario di uno dei crimini più efferati commessi dalle forze di sicurezza dello Stato argentino. E nella solitudine di un ambiente naturale, teatro di una crudele tragedia a danno del giovane Santiago e delle comunità mapuche della zona, lì nella Lof Cushamen sulla rotta 40, ho incontrato Norita.
Fisico minuto ma con una forza indescrivibile nel viso e nell’atteggiamento. Con il fazzoletto bianco delle Madri de Plaza de Mayo (linea fondatrice nel 1986) e l’inseparabile foto di suo figlio appesa al collo, in compagnia di dirigenti di DDHH e dei mapuche di Cushamen.
Quella donna, ormai in età avanzata, si trovava in un punto remoto della terra argentina. Nella terra argentina della Patagonia usurpata ai mapuche dal potente uomo bianco, del secolo scorso e di quello attuale. Nora Cortiñas era una combattente per i diritti dell’uomo, a fianco dei mapuche e di Santiago Maldonado. Era lì presente, come è stata presente per anni a Plaza de Mayo, chiedendo di suo figlio Carlos Gustavo, detenuto e desaparecido dal 15 aprile 1977. Nora Cortiñas era lì, insieme a noi, nella Lof Cushamen, sfidando le basse temperature e impegnandosi come una qualsiasi militante a favore delle cause di Diritti Umani e a favore della causa di un desaparecido in democrazia. Lo stesso impegno che ha avuto verso i detenuti desaparecidos in dittatura, con la sensibilità e la serenità di cui ha fatto tesoro solo chi ha sofferto sulla propria pelle l’ingiustizia e l’autoritarismo.
In quei giorni Norita aveva 88 anni e l’avvicinarsi ai 90 non era per lei un ostacolo al suo tenace impegno a favore delle cause giuste. E lei stessa lo diceva, con un certo tono umoristico. Norita era consapevole della sua età matura, ma non per questo si sentiva svantaggiata. Al contrario, aveva una forza incredibile.
C'è un'immagine che non potrò cancellare dalla mia mente e che custodirò per sempre: Norita è seduta, presso un'abitazione della comunità mapuche distrutta durante la repressione, con il suo fazzoletto bianco e la foto di suo figlio desaparecido appesa al collo, conversa con chi aveva sofferto la violenza statale nella Lof Cushamen, a pochi giorni della sparizione forzata di Santiago Maldonado. È circondata da membri di organizzazioni di Diritti Umani e sul posto ci troviamo il sottoscritto e José Guzmán, con telecamera in mano, a registrare questa testimonianza, la sua presenza e il suo impegno. Questo era Norita, un impegno esemplare, illimitato e senza mezzi termini.
Anni dopo ci siamo ritrovati a Plaza de Mayo e più recentemente - ormai in sedia a rotelle - in una delle sale annesse del Congresso, in un evento a favore della denuncia delle violazioni dei diritti umani, sotto l'amministrazione di Javier Milei, organizzato dalla deputata Miryan Bregman.
Oggi che devo scrivere su di lei, mi viene difficile ingoiare il sapere amaro della sua morte. Mi viene difficile perché non riesco a dimenticare la sua presenza militante che sento - e molti saranno d’accordo con me, ne sono certo - sarà eterna. Apparterrà all'eternità. Perché la vedremo sempre in ogni trincea dell’Argentina, in lotta contro un potere governativo folle (quello di Javier Miei) e del nostro Sud America dissanguato dagli autoritarismi, dalle ingiustizie sociali e, se ciò non bastasse, dal crimine organizzato.
Saranno numerosissimi i riconoscimenti alla sua persona e alla sua militanza che giungeranno in America Latina e nel mondo. Saranno il suo addio. Un addio immaginario perché Norita sarà sempre tra noi. E non è solo una metafora. Non solo. È, soprattutto, un'equazione storica, inesorabile. Un obbligo etico. Una sorta di legge universale, trattandosi di una donna che è stata innanzitutto, un'emblematica combattente universale che ha saputo assumere con forza il proprio dolore per poi intraprendere la strada della resistenza, per i desaparecidos della sua terra e per tutte le cause sociali e giuste che ha poi trovato nella sua vita.
Ed è in una di queste occasioni che l’ho incontrata nella Lof Cushamen. Ho parlato con lei e l'ho osservata con i miei occhi, sostenendo e testimoniando con autorità morale e soprattutto con molta coscienza, la causa di Santiago Maldonado, dimostrando con la sua presenza che lei faceva parte di quella mobilitazione. Allo stesso modo in cui faceva nei riguardi della causa dalle Madri di Plaza de Mayo, insieme ad altre donne emblematiche e storiche come lei, punti di riferimento di una lotta che ancora continua.
Nora Cortiñas è stata esemplare per le nuove generazioni ed il suo lascito militante è indescrivibile. Gli scritti di colleghi o le espressioni di altri combattenti come lei, che sono stati gomito a gomito con lei, non riempiranno il vuoto della sua assenza.
Ma tutti noi, e questo è un fatto inamovibile, la rendiamo parte del nostro fuoco, quello che lei ha alimentato per oltre 40 anni, per avere la forza di continuare la lotta. Norita, insistiamo, è eterna. È nostra. È in ognuno di noi.
E già solo per questo, già solo nel menzionarla, già solo nel portarla sulla nostra pelle, nel nostro cuore, nei nostri pensieri Norita sarà sempre presente. Sempre, sempre, sempre.
Dirti grazie Norita è poco, molto poco, per tutto quello che ci hai dato e che continuerai a darci.
Oltre 40 anni di lotta e resistenza.
Tutto è iniziato un 15 aprile del 1977 quando Gustavo Cortiñas, un militante del Partito Justicialista e dell'organizzazione Montoneros nella Villa 31, fu fermato e desaparecido a Castelar, provincia di Buenos Aires, mentre lavorava presso il Ministero di Economia della Nazione. È lì che sua madre, Nora Morales di Cortiñas (22 marzo 1930), una psicologa sociale ed insegnante presso la facoltà di scienze economiche dell'università di Buenos Aires, comincia a percorrere le strade di un'acerrima militanza.
Precedentemente un altro fatto aveva colpito e motivato Nora ad estendere la sua lotta a favore di altri casi di famigliari desaparecidos: agli inizi degli anni ‘70, Carlos Cortiñas, marito di Nora che militava insieme al Padre Carlos Mujica nella Villa 31, fu sequestrato nella stazione ferroviaria di Castelar nella Provincia di Buenos Aires.
“Stiamo lottando non solo per i desaparecidos, non solo per la verità, la giustizia e la memoria. In questo percorso noi abbiamo imparato a riprendere le lotte sociali dei nostri figli… In sintesi, dove c'è una necessità, dove c'è una rivendicazione, una lotta, lì stanno le madri”, sono state le semplici parole estratte da una sua riflessione e che rappresentano il suo Rosario quotidiano.
Da quel sconvolgente 1977, Nora Cortiñas fece parte del raggruppamento di Madri di Plaza de Mayo Linea Fondatrice, per reclamare giustizia contro i colpevoli di sequestri, torture e sparizioni forzate di almeno 30.000 persone nell'ultima dittatura civico-militare tra 1976 e 1983.
Le Madri, insieme alla loro icona vivente Norita, hanno viaggiato in tutto il continente trasmettendo tutta la loro forza nelle cause comuni del popolo latino. Nora ha dimostrato il suo appoggio verso il movimento ‘Ni Una de menos’ (Non una in meno, ndr.) da giugno 2018 e si è pronunciata a favore dell'aborto legale. Inoltre, la sua attività accademica l’ha portata a condurre studi sulle connessioni tra dittatura, debito estero e crisi economica.
La rappresentante delle Madri è stata fonte di ispirazione per artisti di ogni genere. Nel suo nome sono state scritte canzoni, poemi e libri.
Come figura esemplare, ha ricevuto il titolo ad Honoris Causa dall'Università Libera di Bruxelles in Belgio nel 2000 e dall'università nazionale di Entre Ríos nel 2019. Ha ricevuto la stessa onorificenza anche dall'Università di Salta nel 2004, per il suo percorso in difesa dei diritti economici e sociali della popolazione argentina.
Nel 2012, l'Università di Buenos Aires l’ha insignita della stessa menzione. In quell’occasione disse: “E’ un abbraccio forte, forte, che condivido con la mia famiglia e che dedico a Gustavo, mio figlio, al quale oggi ho fatto un'offerta, presentando un habeas corpus come tanti altri ne ho presentati per anni dal primo giorno in cui è stato portato via. Voglio condividere questa menzione con le madri sequestrate durante la dittatura, dalla chiesa di Santa Cruz all'ESMA; con tutte le madri compagne di lotta”.
Ha saputo trasformare la sua angoscia in lotta, empatia e solidarietà, Nora Cortiñas. A 94 anni era ancora attiva, sulla sua sedia a rotelle, presente alle storiche ronde in Plaza de Mayo, partecipando sempre con la stessa forza, sia in strada che in altri luoghi, salutando tutti con un gran sorriso e trasmettendo speranza e coraggio.
Foto di copertina: www.diarioconvos.com
Foto interna: Antimafia Dos Mil
Norita, ''madre de plaza de mayo'', ci ha lasciati ma sarà per sempre con noi
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- Jean Georges Almendras ed Andrés Volpe