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Israele ammanetta, benda e tiene sotto chiave 2.000 minorenni di etnia palestinese ogni anno. La questione riguarda minorenni e preadolescenti residenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est, che le forze di polizia israeliane prelevano senza mandati di cattura del tribunale e, per di più, negando non soltanto i contatti con i genitori, ma anche con gli avvocati. 
Si parla di percosse su bambini bendati e ammanettati e di esperienze traumatiche che si imprimono nella memoria dei minori e, spiegano i medici, causano patologie psichiatriche e danni irreparabili per i bambini, per le loro famiglie e per l’intera comunità. Stando a un certo numero di medici israeliani che hanno denunciato il fatto durante le proteste contro la riforma della giustizia voluta da Netanyahu, i metodi in uso da decenni dalle forze di polizia israeliane sono proibiti sia dalla stessa legge israeliana che dalla Convenzione delle Nazioni Unite ratificata anche da Israele. Gli operatori sanitari hanno inoltre fatto notare che, seppur fondamentale è la separazione dei poteri e l’indipendenza della Corte Suprema, uno stato non è democratico se non è in grado di garantire uguaglianza, libertà e dignità umana. 
Secondo dati non aggiornati dell’ONU, nel biennio 2017/18 i soldati israeliani hanno fatto irruzione nelle abitazioni delle famiglie palestinesi in Cisgiordania 6.402 volte. Non fatti occasionali ma una media di 267 incursioni al mese o, volendo, più o meno 10 irruzioni ogni notte. “Solo due anni fa, proprio a maggio, in 11 giorni sono stati uccisi 261 palestinesi, tra cui 67 bambini”, è quanto dichiarato dai vertici di una nota ONG internazionale attenta ai diritti dei bambini. 
La notizia, certamente non dell’ultimo minuto e nota all’opinione pubblica israeliana, è adesso stata diffusa dal quotidiano Haaretz che, semplificando, presenta lo Stato di Israele come un regime dominato dalla xenofobia.
Senza mai tradire la narrativa cinematografica del mondo civile e democratico, il Dipartimento di Stato USA esprime periodiche condanne mediatiche contro “l’eccessiva violenza” adoperata da militari e poliziotti, assicurando, come da tradizione, che lo spettacolo possa continuare. 
Così, mentre chi denuncia i crimini di guerra viene arrestato e tenuto in prigione in violazione di ogni legge e principio di giustizia, il silenzio regna sovrano ai danni di migliaia di bambini e ragazzi palestinesi che, in questo mondo libero, sono a dir poco inesistenti.  

Tratto da: casadelsole.tvw

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