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La crisi alimentare ci sarà, e oltre ad essere “imminente” sarà anche “massiccia”. A dirlo è la Fondazione Rockefeller per bocca del suo presidente, che in un’intervista rilasciata a Bloomberg ha delineato chiaramente lo scenario che ci aspetta nei prossimi mesi. A preoccupare Rajiv Shah c’è soprattutto la carenza globale di fertilizzanti. Secondo il presidente della Fondazione Rockefeller, sarà questo il fattore che scatenerà la crisi alimentare, dal momento che la mancanza di concimi limiterà per forza di cose la quantità e la qualità dei raccolti.

A soffrirne le conseguenze peggiori, dice Shah, saranno i paesi più poveri. Proprio per questo, per il presidente della Fondazione Rockefeller è necessario che siano gli Stati Uniti a guidare gli sforzi  mondiali per porre freno all’ormai inevitabile crisi alimentare. La soluzione, quindi, passerebbe per lasciare la questione nelle mani di Washington, che oltre a fare da poliziotto del mondo si potrebbe anche autoproclamare dietologo del pianeta. D’altronde, lo stesso Shah conosce da vicino come funziona il Governo degli Stati Uniti, dal momento che ricoprì l’incarico di responsabile dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale durante l’Amministrazione Obama.

Che il Grande Reset debba passare anche da un drastico cambiamento delle nostre abitudini a tavola è chiaro da anni. Già nel 2020, la Fondazione Rockefeller aveva pubblicato un documento che sottolineava la necessità di trasformare completamente il sistema alimentare americano. “Reset the table” era il titolo –più che mai esplicito- dello studio in questione, perfettamente in linea con le direttive mondialiste del Forum di Davos. La dichiarata pandemia prima, e le sanzioni contro la Russia poi, sembrano oggi aver creato la congiunzione perfetta per passare dalla teoria alla pratica, e per permettere ai padroni del vapore di riprogettare a piacimento le catene di approvvigionamento alimentare di tutto il mondo.

Tratto da: casadelsole.tv

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