15 novembre 2013
“A Palermo si muore quando si resta soli”, diceva lucidamente Giovanni Falcone.
Per questo anche il laboratorio politico Alternativa, insieme a tante altre realtà, esprime la sua totale vicinanza e solidarietà ai magistrati di Palermo, vittime in queste ore della minaccia di morte lanciata dall’ergastolano Totò Riina, già capo dell’ala militare di Cosa Nostra.
Antonino Di Matteo e gli altri magistrati della Procura di Palermo, dal Procuratore GeneraleRoberto Scarpinato al Procuratore Aggiunto Vittorio Teresi, ai Sostituti Procuratori Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia devono essere difesi dalla società civile quali baluardi insormontabili della legalità democratica.
Ma tutti loro non vanno solo difesi dalla rabbia dei mafiosi con la coppola. Straordinaria impressione hanno destato le parole del procuratore di Palermo Francesco Messineo, secondo cui leminacce di Riina fungono certamente da “chiamata alle armi” al popolo di Cosa Nostra contro i magistrati impegnati nella inchiesta sulla “trattativa Stato-Mafia”, ma potrebbero fornire una copertura a quelle strutture esterne a Cosa Nostra ugualmente, o forse maggiormente, interessate a bloccare l’inchiesta ricorrendo anche alla forza stragista, come nel ’92. Messineo non esplicital’accusa ma chiunque vi può leggere con chiarezza il riferimento ad apparati, criminali, interni o contigui al potere dello Stato, ovvero a quello che venne definito “Stato profondo”.
È questo il vero nemico, il più subdolo, che ogni Italiano è chiamato a contrastare con tutte le sue forze.
Si può esprimere solidarietà ai magistrati di Palermo inviando una lettera a questo indirizzo:
Direzione Distrettuale Antimafia
Presso il tribunale di Palermo
Ufficio Dott. Antonino di Matteo
Piazza Vittorio Emanuele Orlando
90138 Palermo (PA)
Tratto da: alternativa-politica.it