Giovanni Sartori – Homo videns: una questione (anche) di democrazia
da Megachip - 13 giugno 2012
La trascrizione dell'intervento di Giovanni Sartori durante il Convegno tenutosi a Roma nel mese di giugno di due anni fa, (per iniziativa di editori, scrittori e librai) a margine del dibattito apertosi nella società civile sulla discussione in Senato della famigerata "legge bavaglio". Una lezione magistrale e quanto mai attuale sulla manipolazione dell'informazione, le false "verità" della televisione e il futuro della democrazia.
[…] L’idea generale del mio libro [ndr, Homo videns. Televisione e post-pensiero] è che l’uomo copernicano sta morendo, l’uomo che legge non c’è quasi più … sta sopravvenendo l’uomo che conosce solo le immagini, che sa di quel che vede, non sa nulla di quello che non vede e alla fin fine si trova in una situazione in Italia di vedere meno e meno, vedi televisione Minzolini …
Ora, allargo il discorso alla democrazia in generale, perché questo tappo questo bavaglio questo disegno non solo è brutto in sé ma è abbastanza terrorizzante nelle sue intenzioni … il primo pezzo che ho scritto sulla democrazia, quasi cinquant’anni fa, s’intitolava “democrazia e definizioni” e il titolo era provocatorio, voleva dire: tu reagisci alla democrazia in funzione di come la definisci … se la democrazia è esercizio diretto del potere da parte del popolo dirai che noi non abbiamo democrazia … se per democrazia ti contenti di dire che io ho la libertà di eleggere dei rappresentanti allora puoi dire io vivo in un sistema democratico … quindi democrazia e definizioni … ce ne sono tante … quella che mi interessa qua e credo sia centrale nel nostro dibattito è che la democrazia è il governo dell’opinione … non è la sola … non è la mia … io sono stato un accanito lettore quindi mi posso permettere di rubare un sacco di citazioni da altri … ed è una definizione che secondo me tocca al centro il problema che ci riunisce qua, cioè la democrazia può essere tante cose magari può non essere tante altre cose ma sicuramente deve essere un governo appoggiato e consentito da quell’entità che noi chiamiamo opinione pubblica … quando diciamo che la democrazia è il governo dell’opinione stiamo dicendo dell’opinione pubblica … e cioè interessata, attenta per quanto possibile, consapevole dei problemi di interesse pubblico, del bene pubblico, della gestione della cosa pubblica e di come il governo ci governa …
Il punto è che in questo libro involontariamente – già allora, il libro è di qualche anno fa – sostenevo che la democrazia come governo di opinione, fondato sull’opinione, che richiede opinione, era messo in difficoltà non da Berlusconi – che per nostra fortuna era ancora troppo giovane – ma dai media di diffusione di massa ... non dalla radio, la radio parla ... usa il linguaggio non l’immagine … noi ancora fino all’avvento massiccio della televisione siamo stati animali parlanti ora siamo diventati, quasi tutti, animali vedenti: quello che esiste è quello che si vede, quello che non si vede non esiste e quello che si vede sbagliato – cioè il “falso” – viene ritenuto vero …
Questa è una profondissima e sciaguratissima perversione della pubblica opinione, della democrazia fondata sul consenso cioè su dei governati che approvano o disapprovano quello che fa o fa male … stiamo perdendo, questo è il punto, il governo dell’opinione … abbiamo i sondaggi, sondaggi a profusione, la “sondaggiomania” … io sono un po’ del mestiere avendo insegnato queste cose all’università, le conosco … il punto è che i sondaggisti chiedono alla gente, al passante ad un universo qualsiasi, “cosa ne pensi?” e il povero intervistato non ne sa assolutamente niente quindi o risponde a casaccio o semplicemente per non fare una brutta figura … allora che valore ha questa democrazia che si dice fondata sull’opinione e cioè in concreto sui sondaggi di opinione? …
Ed è in questa cornice che noi siamo terribilmente preoccupati del bavaglio, perché il bavaglio è l’ultima risorsa per creare una falsa, disinformata e stupida opinione … Bisognerebbe imporre ai sondaggi di informarsi se l’interessato sa di cosa si parla e si scoprirebbe che al 90% non lo sa e che l’opinione che lui esprime in parte è espressa a caso o è molto debole e in parte è un’opinione fabbricata …fabbricata dove? fabbricata da chi? … noi non è che siamo animali platonici, non è che nasciamo con le opinioni già incorporate in una parte del cervello o dello stomaco … le opinioni sono nozioni che abbiamo in testa e il problema è “chi le fa?” … in Italia le fa un monopolio televisivo […]
Le opinioni espresse dalla televisione italiana, pubblica e privata, raggiungono il 70% dell’elettorato che di solito non ha altra base di informazione. Quindi l’opinione viene creata da che cosa? Soprattutto dalla televisione … il punto fondamentale è di sapere se nella cosiddetta pubblica opinione si esprime un’opinione “del” pubblico o semplicemente un’opinione messa “nel” pubblico … e quella che noi abbiamo sempre più in Italia non è un’opinione del pubblico ma un effetto riflettente dei media … la povera gente sa quel che sa, quel poco che sa, da quel che gli viene fatto vedere dalla televisione di stato o privata e risponde non con l’opinione sua, che si fa da sé, ma con l’opinione che è immessa in lui dai mezzi di comunicazione di massa …
Il rimedio è difficile in Italia perché siamo andati molto avanti lungo questa china e devo dire anche per colpa della sinistra che ha consentito una legge vergognosa sul conflitto d’interessi e ha consentito a Berlusconi di impadronirsi di quasi tutto il potere mediatico ... e su questa strada la cosa da difendere, la prima linea di difesa, sulla quale io continuerò a battermi fino alla fine è “come facciamo a dire questa è l’opinione vera e questa è l’opinione falsa?” … Anche se sono opinioni immesse dai media nel pubblico la soluzione è la molteplicità … se non pretendiamo troppo dalla democrazia come sistema fondato sull’opinione possiamo pretendere che esista una molteplicità di voci che consenta almeno opinioni diverse magari tutte sbagliate ma diverse, ci deve essere almeno la diversità … ed è questo che sta sparendo, l’Italia è divisa tra quelli che vedono soltanto la televisione e poi in gran parte vota Berlusconi … e quelli che votano contro Berlusconi ... perché fanno bene secondo me, ma insomma … però per caso, perché nessuno è più informato davvero bene di niente … il fatto gravissimo resta: che è sparita anche la molteplicità … anche se tutte inesatte o non vere il fatto che le opinioni siano molte e diverse le limita le une con l’altra, impedisce quello che è l’obiettivo dei sistemi dittatoriali e cioè di non avere contro-opinioni … in Italia le contro-opinioni esistono non perché i nostri sistemi d’informazione le creino – le soffocano anzi sempre di più – ma perché si è creata una spaccatura politica originaria, storica, tra Berlusconi e anti-berlusconiani e solo in questa chiave che non è sufficiente purtroppo per affrontare i problemi del paese, tanto è vero che la sinistra poi quando si tratta di avere opinioni serie sui problemi non le ha neanche lei o ne ha molte poche, non ne ha molte che ritengo bene informate…
Vorrei semplicemente dire: almeno battiamoci contro il monopolio, i mass media e il monopolio che fa l’opinione e l’opinione che abbiamo, che è pressoché inesistente … l’italiano non sa più nulla del mondo e sa quasi tutte cose false su quello che succede in Italia.
Tratto da: megachip.info