di Stefano Ursi
La crisi migratoria è da giorni, ormai, al centro del dibattito non solo italiano ma anche internazionale. L'Italia, in particolar modo, sta spingendo affinché a farsi carico di questa questione sia anche l'Europa in maniera corale; il piano UE, di cui in queste ore si parla, prevede fra le altre cose (fondi, prevenzione, rimpatri, reinsediamenti etc...) anche la redistribuzione dei rifugiati. Obbligo che già una volta è stato disatteso con grande disinvoltura da molti Stati europei. Cosa attendersi da questo piano? Sarà l'ultimo degli annunci a cui nessun risultato poi seguirà? IntelligoNews lo ha chiesto al giornalista Giulietto Chiesa, che si sofferma anche su alcune questioni incidentali come le parole di Boeri e la legge sullo Ius Soli che è all'ultimo miglio prima dell'approvazione.
Il Piano UE prevede anche la redistribuzione dei rifugiati fra gli Stati europei: già una volta però altri fecero orecchie da mercante. Che ci dobbiamo aspettare?
''Nulla di buono. Non ci sono accordi, in realtà la Commissione sta brancolando nel buio non essendoci alcun accordo europeo per accoglierli: c'è mezza Europa che li rifiuta in modo esplicito, vedasi l'Austria come ultimo esempio. Non c'è una Unione Europea da questo punto di vista, per cui gli impegni che prende la Commissione non sono operativi, quali che siano non sono garantiti. Qui l'Italia dovrebbe esercitare le sue funzioni di membro fondatore con maggiore energia altrimenti non se ne esce: qui si gioca sull'equivoco di assicurazioni che non verranno rispettate e quindi si perde solamente tempo''.
Come commenta le parole di Boeri secondo il quale senza immigrati l'Inps crollerebbe?
''Mi pare che le parole di Boeri contenga una parte di verità. Non è che tutta l'immigrazione ci sia ostile, ma corrisponde anche a fatti obiettivi di modificazione della struttura della natalità europea in generale; è un fatto reale che l'Europa non abbia energie di crescita demografica. Boeri riferisce cose che sono state analizzate vent'anni fa, in un contesto del tutto diverso e che non corrispondono più alla situazione presente. Ci sono, evidentemente, dei problemi di questo genere ma andavano affrontati pianificando, cosa che non è stata fatta, e adesso dire certe cose, in assenza completa di ogni pianificazione, significa creare uno sconcerto nell'opinione pubblica che non capisce più niente di ciò che sta accadendo''.
Proprio in tema di pianificazione: non sarebbe il caso, secondo lei, di valutare l'approvazione dello Ius Soli quando si avrà un quadro più completo della situazione europea in tema migratorio?
''E' evidente come la legge sullo Ius Soli sia un tassello di un mosaico più complesso; passare all'approvazione di questa legge senza avere un'idea di come è composto il quadro mi sembra effettivamente pieno di rischi. Tuttavia ci stiamo muovendo così e quindi uno potrebbe dire 'ma non facciamo niente?' in attesa di un quadro più completo? Ci sono dei diritti internazionali che diciamo di condividere e che non possono essere ignorati. Personalmente ritengo che la legge sullo Ius Soli anche così com'è andrebbe approvata, ma certamente porrei la condizione che quest'approvazione avvenga in tempi che siano compatibili con la formazione di un mosaico di insieme, tale da permettere al Governo di prendere decisioni consapevoli''.
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Tratto da: intelligonews.it
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